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Palazzi & potere
Parla il nuovo Direttore de L'Espresso, Tommaso Cerno

L'Espresso prende posizione: parla il nuovo Direttore, Tommaso Cerno

In cosa si caratterizzerà il "nuovo corso"? Tra l'altro per la prima volta il giornale sarà in edicola la domenica. Già questo è un fatto storico...
L'Espresso più che cambiare mostrerà di se un pezzo di storia. Una storia che negli ultimi anni, per le contingenze Italiane, era meno presente di quanto possa essere adesso; ovvero, la lettura irriverente della realtà italiana e di un certo modo dell'Italia di buttarsi sulle cose.
Vogliamo che sia il news magazine di cultura, politica ed economia a dirci cosa pensa del Paese che racconta. Un giornale rivolto a un pezzo di paese ampio, non tifoso, ma pronto a battersi e a mettersi in gioco per ciò in cui crede.

In un momento come quello che stiamo vivendo in cui l'informazione ti bombarda da tutte le parti a cominciare dai social (oggi il giornalismo racconta più emozioni che fatti) noi vogliamo approfondire i fatti e non in una logica di si o no, di bianco o nero. Che somiglia tanto al sistema di calcolo elettronico del computer, il sistema binario. Noi siamo ancora un giornale decimale. Che fa di conto con la sua testa.
Un settimanale ha un futuro straordinario. Possiamo dire che il news magazine è più necessario oggi di quanto non lo fosse vent'anni fa. Il problema è capire come è cambiata la sua natura, mentre tutti noi guardavamo solo la velocità delle notizie e ci sembrava di essere troppo lenti, qualcosa nelle persone è cambiato. Hanno capito che c'è tanto, perfino troppo. Ecco a cosa serviamo noi: alla densità.

Come giudichi le nuove concentrazioni editoriali?
Sono sempre contento quando gli editori esistono e fanno il proprio lavoro; se ci sono editori che comprano i giornali vuol dire che c'è un'editoria che ha futuro, quindi da giornalista sono contento. Certamente è anche positivo che ci sia concorrenza e che ci sia pluralismo, auguro grande fortuna a tutti gli editori che fanno gli editori e a tutti i giornalisti che fanno i giornalisti comunque la pensino.

Secondo te Renzi "preme" sui media?
Non ho esperienza diretta, sento che c'è qualcuno che dice che preme sui media o che è stato cacciato; quindi vorrei capire con calma che non ci sia però anche in Italia, magari da parte di quelli che hanno fatto male qualcosa o che sono a fine ciclo, l'idea che per rimanere lì si debba dire che si viene cacciati da qualcuno. Comunque sia non vedo pericoli:  in questo paese abbiamo visto nascere grandissimi poli informativi proprio dall'idea di essere censurati, penso a Santoro ad esempio. Ho rispetto assoluto per Santoro e trovo giustissimo che la sua voce sia stata ancora più alta quando Berlusconi poteva dare l'idea di volerlo zittire, però la voce c'è stata. E bella forte. Quindi vuol dire che nella democrazia dei media le voci non mancano. Se nomini uno nuovo, quello vecchio diventa un martire e conta più di prima.  Siamo un paese dove manca tutto fuorché la voglia di discutere.

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tommaso cernol'espressodirettore l'espresso





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