Stipendi da fame per gli italiani e il governo se ne vanta! - Affaritaliani.it

Palazzi & potere

Stipendi da fame per gli italiani e il governo se ne vanta!


 

«La deflazione dei salari non è la migliore risposta nella situazione attuale», ha detto lunedì scorso il governatore della Bce Mario Draghi. Nell' esecutivo italiano circolano pareri difformi, almeno stando alla brochure ospitata sul sito investinitaly.com, portale dell' Ice che reca il logo del Ministero dello Sviluppo economico. Qui appare infatti (link: goo.gl/kzvjwn) un manualetto dedicato agli investitori esteri che elenca, tra i vantaggi del nostro Paese, i bassi stipendi che è sufficiente pagare per la manodopera, specie se qualificata, scrive Libero.
La sorprendente qualità - sorprendente perché rivendicata in uno strumento governativo - viene offerta come appetibile a capitali stranieri, alla pari delle bellezze territoriali e della tradizione eccelsa della nostra manifattura.
L' opuscolo, intitolato «Invest in Italy», si apre con la prefazione di un sorridente Ivan Scalfarotto, sottosegretario al Mise, che contiene - tra l' elenco delle riforme - una frase a metà tra la bugia e il wishful thinking: «Anche la nostra Costituzione e il nostro sistema elettorale sono stati cambiati per garantire stabilità e snellire il processo legislativo».

Così recita l' elogio delle buste paga leggere (traduzione nostra): «L' Italia offre un livello dei salari competitivo (che cresce meno rispetto al resto della Ue) e una manodopera altamente qualificata. Il rapporto costo/qualità dei profili altamente specializzati è estremamente competitivo nel paragone con le altre nazioni europee. Un ingegnere in Italia guadagna mediamente in un anno 38.500 euro, mentre in altri Paesi lo stesso profilo ha una retribuzione media di 48.500 euro l' anno». A volte la mobilità di persone e capitali presenta lati curiosi. Poco sotto: «I costi del lavoro in Italia sono ben al di sotto dei competitor come Germania e Francia. Inoltre, la crescita del costo del lavoro registrata in Italia nell' ultimo triennio (2012-14) è più bassa rispetto a quelle registrate nei Paesi dell' eurozona (+1,2% contro +1,7%)».