Trump alla Casa Bianca, parla Roberto D’Incau di Lang&Partners-International

Trump cambierà davvero il mondo del lavoro in America? O alla fine sarà come tutti gli altri? 
 

”Le politiche di Trump al momento non sono ancora del tutto chiare: le sue sono solo dichiarazioni elettorali o darà loro effettivamente seguito? Una delle cose che certamente Trump ha ripetuto più volte è di voler dare priorità ai cittadini americani, per quanto riguarda il mercato del lavoro. Penso quindi che sarà ancora 
più difficile  entrare nel mondo del lavoro USA per i non statunitensi, e anche ottenere un visto temporaneo per lavoro sarà più difficile.
 

Molti europei, incluso tanti italiani, hanno in ogni caso avuto accesso al mercato del lavoro USA in questi anni: è stata la cosiddetta fuga dei cervelli, nelle dot com e non solo, nella moda tanto per fare un esempio; si può presagire un ritorno in patria di alcuni di loro, anche in Italia, ma bisogna creare le condizioni giuste per un loro rientro efficace”
 

E per l'Europa a tuo avviso ci saranno novità, in particolare alla luce di Brexit?
 

“Brexit è un’incognita, dipende se sarà una hard Brexit o una soft Brexit. Con una hard Brexit le aziende presenti in UK potrebbero volersi spostare in altri paesi per rimanere nell’ambito dell’Unione Europea. L’Italia potrebbe sfruttare l’occasione per attirare aziende nel nostro paese ma il livello di tassazione attuale, e la conoscenza non fluente dell’inglese da parte di una parte significativa della forza lavoro italiana potrebbero essere due handicap pesanti. Mi si dice che Milano sta pensando di creare una tax free zone per attirare nuovi business e investori: potrebbe essere un’ottima opportunità per la nostra città, che gli investitori vedrebbero molto positivamente.
 

Con una soft Brexit, invece, l’impatto sul mondo del lavoro potrebbe essere più debole ma dipende se ci saranno dei limiti sull’immigrazione da parte dei paesi UE”

 

Quali ripercussioni potrebbero esserci,  ad es, in Italia? 
 

“L’avvento di Trump e la Brexit, due eventi molto discussi in Europa, per essere eufemisti, potrebbero paraddossalmente trasformarsi in opportunità occupazionali per il nostro paese, e in un’occasione di rientro di vari cervelli in fuga (espressione questa che non mi piace perché il mercato del lavoro è globalizzato ormai). In ogni caso, dobbiamo da un lato creare leggi per incentivare l’arrivo nel nostro paese di aziende che lasciano UK, dall’altro creare le condizioni per il ritorno in Italia dei cervelli che sono fuggiti all’estero per mancanza di serie opportunità occupazionali nel nostro paese. Le incognite in gioco, insomma, al momento non sono poche. Certamente è un momento di grande interesse anche per noi player del settore HR.”