Palazzi & potere
Unicredit, le mosse per sostituire l' ad bocciato dalla Borsa
Dopo la presentazione dei conti 2015, il cda conferma la fiducia al capo azienda e il titolo crolla. Le grandi manovre tra i soci sono già partite. Il sogno è Sergio Ermotti
I soci e loro rappresentanti sono giù in manovra. Si muove con discrezione anche lo stesso Palenzona. Insieme a Paolo Biasi , eterno presidente di Cariverona (oggi in scadenza e fuori dal cda della banca), proprio Palenzona sarebbe andato a offrire a Mario Greco la guida di Unicredit, ma si sono mossi troppo tardi: il supermanager stava già lasciando le Assicurazioni Generali per tornare dai concorrenti di Zurich.
Presto sarà libero Fabrizio Viola , ad di Mps in uscita, ma è troppo poco esaltante il suo bilancio a Siena per promuoverlo in una banca tanto più grande (e sana). Anche Giampiero Maioli , ad di Cariparma, è stimato, ma il salto di dimensione sarebbe troppo grosso. Il nome più adatto è considerato quello di Sergio Ermotti , ai piani alti di Unicredit fino al 2010. Ma oggi è a capo del colosso svizzero Ubs.
Come si fa a riportarlo indietro? Un altro nome di profilo internazionale è Jean Pierre Moustier , passato da Unicredit dove ha guidato la parte corporate e investment banking: oggi lavora per la società d' investimento Tikehau e siede nel cda di Alitalia, dove lo ha voluto Luca Cordero di Montezemolo , altro vicepresidente di Unicredit molto attivo in questa fase.
Tra le tante che circolano, scrivono giorgio meletti e il vice direttore del fatto quotidiano stefano feltri, l' ipotesi più ardita è la seguente: Alberto Nagel. L' ad di Mediobanca sembra pronto da tempo a nuove avventure. Già ora Nagel ha un azionista ingombrante, il sempre più attivo Vincent Bolloré (7,9%), un nuovo ad forte di Unicredit (che ha l' 8,6% di Mediobanca) potrebbe limitare ancora la sua autonomia. E allora perché non passare al piano di sopra della catena di controllo?
Si vedrà, la partita è appena cominciata.