Paragone: "La transizione ecologica? E' solo una grande 'magnata'"
Intervista di Affari al senatore ex M5s e fondatore di Italexit Paragone: "Draghi poteva essere strutturato per una crisi finanziaria, ma questa non lo è"
Non vuole commentare “decisioni sofferte”. Lo dice subito Gianluigi Paragone, senatore ex M5s. Contattato da Affaritaliani.it, all’indomani dello strappo di Alessandro Di Battista che, dopo il pronunciamento della base su Rousseau ha fatto un passo indietro, e fondatore del partito Italexit si è limitato a sottolineare che “questa non è una decisione solo politica”. Quanto al nascituro governo, invece, ha osservato che “Draghi poteva essere strutturato per affrontare una crisi finanziaria, ma questa non lo è”. E la Transizione ecologica targata M5s? “E’ solo una grande ‘magnata’ a favore di grossi gruppi che devono switchare dal petrolio all’elettrico”.
Senatore, partiamo dallo strappo di Di Battista. Lei dice che non è stata una decisione soltanto politica. Si spieghi meglio.
Dico solo che rispetto la sofferenza anche umana che Alessandro sta vivendo in questo momento. Un travaglio enorme. Un travaglio che ho vissuto e continuo a vivere anch’io. Perché in questa legislatura sto vedendo cose che non avrei voluto vedere.
A cosa si riferisce?
Sto vedendo che i potenti si fanno sempre più potenti con il voto di una forza entrata in Parlamento come antisistema. I Benetton continuano a ridere, gli Elkann a prendere soldi. Le multinazionali fanno quello che vogliono e i deboli sono ancora più deboli. Questo non è lo scenario per cui mi sono candidato.
Ha sentito Di Battista, dopo il suo strappo?
Ci sentiamo, commentiamo la politica in generale, ma non è che questo è il momento in cui lo debba sentire di più.
Ne è sicuro?
Nelle chiacchierate che facciamo non c’è nulla che vada ad intersecare i percorsi politici. Quindi, se qualcuno pensa che possiamo fare qualcosa insieme la risposta è no, al momento no. Tra l’altro, lui l’ha detto chiaramente e sarebbe ingeneroso forzare le persone. Non c’è, dunque, nessun progetto. E poi io sono Italexit e lui no.
Neanche con l’arrivo di Draghi al governo?
Draghi è proprio lontanissimo anni luce dal mio modo di vedere, mi auguro che altre persone capiscano che la politica non è conservare l’album dei ricordi del M5s. Rispetto tutti, però, qui è in gioco la sofferenza dei cittadini, che è più importante del trascorso dei singoli parlamentari del Movimento.
Ed ora il Movimento è più che mai spaccato. Potrebbero esserci i presupposti in Parlamento per dar vita a un gruppo?
Io ho una connotazione precisa, sono Italexit e questo lo sanno e lo hanno sempre saputo tutti. Penso quindi che non è nell’Europa che la piccola impresa italiana possa trovare la sua protezione e men che meno con Mario Draghi presidente del Consiglio. Dopodiché, sono aperto a ragionare con chiunque purché conservi la radicalità delle tesi. Perché è proprio di una radicalità delle tesi che c’è bisogno di fronte a quello che sta accadendo nel Paese. Non è più possibile assistere allo spreco di denaro da parte di imprenditori che un tempo avremmo chiamato prenditori, mentre la maggioranza con dentro il Movimento continua a foraggiarli.
Nessuno spiraglio sull’ex presidente della Bce?
Draghi poteva essere strutturato per affrontare una crisi finanziaria, ma questa non è una crisi finanziaria, è una crisi sociale ed economica. Nessuno conosce la formazione del nuovo governo, ma se sono veri i profili di cui si parla, posso solo dire che non hanno minimamente il callo alle mani, è gente che non ha mai sentito l’odore di un capannone o di macchinari. E’ gente che vive nelle dinamiche finanziarie. Ma questa è l’economia reale.
La transizione ecologica può diventare la cifra di questo esecutivo?
Qual è la transizione ecologica con gente che sull’Ilva aveva visto giusto, e cioè che bisognava chiuderla, e invece continua a dare soldi e trattare? Qual è la transizione ecologica di fronte alla montagna che si spopola e quando c’è un un dissesto idrogeologico di cui nessuno si cura? Se vogliono continuare a innamorarsi di formulazioni semantiche facciano pure, ma la sostanza è un’altra.
E qual è?
Che il nostro Paese deve trovare le risorse per fare quello che mio nonno faceva senza bisogno della transizione ecologica. Insomma, questa è solo una grande “magnata” a favore di grossi gruppi che devono switchare dal petrolio all’elettrico. Diciamo le cose come stanno.
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