Israele-Palestina, mezzo Pd va alla manifestazione di Calenda e Renzi. Se Schlein si schiaccia su M5S e AVS rischia la scissione - Affaritaliani.it

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Israele-Palestina, mezzo Pd va alla manifestazione di Calenda e Renzi. Se Schlein si schiaccia su M5S e AVS rischia la scissione

Due cortei: 7 giugno a Roma e 6 a Milano. Dem divisi

Di Alberto Maggi

Ora toccherà a Schlein trovare il modo di tenere unito il Pd perché se la linea fosse quella solo della manifestazione del 7 giugno a Roma e non anche quella del 6 giugno a Milano sarebbe un grosso problema per l'unità del partito


Il Pd, almeno non tutto, non si lascia schiacciare sulle posizioni nettamente pro-Palestina e apertamente anti-Israele del Movimento 5 Stelle e di Alleanza Verdi Sinistra. Tutto merito di Emanuele Fiano, ex parlamentare Dem di religione ebraica e presidente dell'associazione Sinistra per Israele-Due popoli due Stati (di cui fanno parte esponenti di spicco come Piero Fassino, Ivan Scalfarotto, Lia Quartapelle, Walter Verini e molti altri). Fiano ha inviato quattro giorni fa una lettera (che Affaritaliani.it pubblica in fondo a questo articolo) ai leader di tutte le forze di opposizione nella quale la richiesta principale è che alla manifestazione del 7 giugno organizzata a Roma dalla sinistra ci sia "la ⁠condanna del dilagante antisemitismo". Un punto fermo, insindacabile, non solo per l'ex deputato del Pd milanese ma per una buona parte della minoranza Dem riformista e moderata.

E infatti i risultati si sono subito visti. Oltre che al corteo di Pd, M5S e AVS del 7 giugno a Roma, un gruppo numeroso di esponenti Pd ha intenzione di aderire anche all'iniziativa promossa da Italia Viva e Azione per il 6 giugno a Milano, "con uno spirito unitario di impegno comune". Entrambe le manifestazioni sono su Gaza. Fra deputati e senatori ci sono Simona Malpezzi, Marianna Madia, Lorenzo Guerini, Lia Quartapelle, Filippo Sensi, Graziano Delrio, Piero Fassino, Valeria Valente, Walter Verini, Sandra Zampa, Alfredo Bazoli e Virginio Merola. Fra gli europarlamentari Pina Picierno, Giorgio Gori, Elisabetta Gualmini e Pierfrancesco Maran.

Il punto politico è che dopo più di un anno Matteo Renzi e Carlo Calenda tornano a parlarsi ed è già un risultato inatteso. Poi sul tema specifico di Gaza si tratta di un forte segnale a Elly Schlein: una parte rilevante del suo partito non vuole assolutamente farsi schiacciare da Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli su posizione troppo schierata a favore della Palestina con una manifestazione che - il timore è forte - possa vedere anche la partecipazione di frange estremiste (non certo parlamentari) con slogan o cartelli antisemiti.

Ora toccherà a Schlein trovare il modo di tenere unito il Pd perché se la linea fosse quella solo della manifestazione del 7 giugno a Roma e non anche quella del 6 giugno a Milano organizzata da Sinistra per Israele-Due popoli due Stati sarebbe un grosso problema per la stessa unità del partito che verrebbe seriamente messa in discussione. 

Calenda ha usato parole molto chiare: "Ci sembra che le richieste avanzate da Sinistra per Israele siano un giusto completamento a quelle presentate oggi da Pd, M5S e AVS. Ci uniamo alla richiesta di integrare quei punti negli intenti della manifestazione del 7 giugno".

Italia Viva sulla stessa linea: "L'adesione di importanti esponenti di altre formazioni politiche, iniziando dal Pd, e di qualificate personalità del mondo sociale e culturale (penso ad esempio ai cattolici democratici di 'Tempi nuovi', o agli esponenti di Sinistra per Israele) alla manifestazione che, insieme ad Azione, stiamo allestendo per venerdì 6 giugno è indubbiamente un fatto politico che deve essere salutato con soddisfazione e rilievo", dice Enrico Borghi, vicepresidente di IV.

"Stiamo vivendo un momento drammatico nella storia del Medio oriente. Mentre l'Italia è ai margini delle grandi vicende geopolitiche che ci riguardano, tocca alle forze politiche e sociali assumere iniziative al fine di far sentire la voce di un'opinione pubblica che chiede a gran voce la fine dei drammi di Gaza e la ripresa della politica per l'attuazione della politica dei 'due popoli per due Stati'. In questa direzione, ogni raccordo che si può realizzare su una piattaforma puntale e definita che esprima la soggettività riformista, è da sottolineare con positività". Schlein è avvisata, se si appiattisce su Conte e AVS e sui pro-Pal il Pd, e non solo il quasi impossibile campo larghissimo che ha vinto a Genova, è finito.


Il testo della lettera dell'associazione Sinistra per Israele-Due popoli due Stati ai leader delle opposzioni


Cara e cari Angelo, Carlo, Elly, Giuseppe, Matteo, Nicola, Riccardo,

L’ipotesi di convocare una grande manifestazione nazionale che chieda il cessate il fuoco immediato a Gaza, il soccorso della popolazione palestinese con gli aiuti umanitari è un fatto importante.

Né la comunità internazionale, né l’UE, e tantomeno il governo italiano hanno infatti per ora ottenuto dal governo israeliano lo stop alle azioni militari a Gaza; così come non si è insistito a sufficienza per lo smantellamento di Hamas; in Israele una compagine di governo composta anche da partiti della destra messianica, reazionari e razzisti, ha trasformato il diritto di autodifesa in risposta al pogrom del 7 ottobre - la più numerosa strage di ebrei dopo la seconda guerra mondiale - e al rapimento di oltre 250 persone in una drammatica violazione di diritti umani, con l’uccisione di migliaia di civili, la distruzione di città e villaggi, il blocco dell’ingresso degli aiuti.
Chi vuole la pace ha il dovere di proporre iniziative concrete affinché tutto ciò finisca e finalmente sia attivato un percorso di pace equo.

“Sinistra per Israele - due popoli e due Stati” chiede pertanto che la costruzione di una piattaforma ampiamente unitaria, coinvolga realtà plurali per far sì che la comune volontà di una pace duratura e giusta abbia la forza di coinvolgere la più ampia opinione pubblica.

Come nostro contributo vi proponiamo alcuni punti, che sono condivisi dalle forze democratiche europee e che sono secondo noi indissociabili dalla necessaria condanna per la situazione di Gaza e dalla richiesta di fermare l’azione del governo di Israele.
Chiediamo che nella manifestazione ci siano anche:
1- la richiesta della liberazione immediata di tutti i rapiti israeliani;
2- l'esposizione sempre anche delle coccarde gialle dei rapiti;
3- che sia espressa solidarietà attiva verso gli israeliani che si oppongono al governo e verso i palestinesi che si oppongono a Hamas;
4- ⁠che l'iniziativa affermi la necessità dello smantellamento di Hamas
5- la ⁠condanna del dilagante antisemitismo, anche quando si manifesta nelle forme dell’ostilità verso i singoli cittadini di Israele, rifiutando qualunque avallo al principio della colpa collettiva;
6- ⁠il rilancio della prospettiva di pace con al centro la proposta di "due popoli e due Stati".

Un movimento che vuole contribuire alla pace, interrompere la tragedia di Gaza, fare tornare a casa gli ostaggi israeliani, sostenere la democrazia israeliana, comprendere le ragioni profonde di questa guerra infinita, deve essere capace di fare tutte queste richieste nel medesimo tempo.

In quell’area così devastata del mondo si scontrano due diritti, difenderli tutti e due non vuol dire danneggiare una delle due parti, ma lavorare perché le due parti possano avere un futuro.

Una sinistra che si ponga alla testa di un simile movimento deve realizzare iniziative concrete per ricostruire/sostenere il dialogo fra la ANP e le forze politiche israeliane che si battono per il cambiamento e per la realizzazione della soluzione dei “Due Popoli – Due Stati”.

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