Schlein punta tutto sulla Palestina e va più a sinistra di Landini. Nel Pd cresce il malumore di moderati e riformisti (in attesa delle Marche) - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 19:21

Schlein punta tutto sulla Palestina e va più a sinistra di Landini. Nel Pd cresce il malumore di moderati e riformisti (in attesa delle Marche)

La segreteria Dem sempre più di sinistra-sinistra. Inside

Di Alberto Maggi

Schlein conquista voti a sinistra ma ne perde al centro

Incredibile, ma vero. La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha superato a sinistra perfino Maurizio Landini, appoggiando indirettamente lo sciopero di oggi dei sindacati di base in sostegno della Palestina che ha causato disagi non da poco al mondo della scuola, quindi alle famiglie, e moltissimi pendolari visti i disagi nei trasporti pubblici e privati.

Dalla Calabria, in una tappa elettorale, Schlein è arrivata a dire che "la scorsa notte sono stati avvistati dei droni sopra le imbarcazioni della Global Sumud Flottilla. Torniamo a chiedere al governo italiano di fare tutto il possibile per assicurare l'incolumità degli attivisti che stanno provando a rompere il blocco illegale di aiuti umanitari imposto dal governo israeliano. Stanno facendo quello che dovrebbe fare l'Unione Europea con i governi europei".

All'interno del Pd questa posizione di sinistra-sinistra della segretaria, appoggiata "stranamente" al momento da Dario Franceschini (secondo il quale non ci vuole un leader "moderato") sta creando moltissimo disagio e malumore. "La Palestina è diventata un tratto distintivo di Schlein e la sua posizione è in gran parte per la politica interna e non internazionale", spiega un esponente Dem della minoranza democratica.

In sostanza, la leader del Nazareno teme la concorrenza di Alleanza Verdi Sinistra, visto che AVS è arrivata fino al 6% circa, e soprattutto del Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte. E quindi la posizione durissima contro Israele - spiegano le fonti - serve per conquistare voti a sinistra, potenzialmente anche tra chi finora si è rifugiato nell'astensione.

Qualcuno si spinge a ipotizzare e a paragonare quanto sta facendo oggi il Pd con la Palestina con il movimento della sinistra americana del 1968 contro la guerra in Vietnam. Stessa modalità, anche se il contesto storico e geopolitico è chiaramente diverso. Tutto questo però, come detto, crea un fortissimo risentimento interno e agita le acque Dem. Più la segretaria si sposta a sinistra e più perde voti al centro o verso l'astensione o verso Azione di Carlo Calenda e di Ettore Rosato.

Al momento non sanno come esprimere il loro (fortissimo) disagio ma chi li conosce bene e da anni assicura che figure di spicco del calibro di Lorenzo Guerini, legatissimo alla Nato, Pina Picierno, Piero Fassino e soprattutto gli ex presidenti del Consiglio Paolo Gentiloni e Romano Prodi sono nettamente contrari a queste posizioni di sinistra-sinistra "ultra-Landini" che sta assumendo Schlein.

Il primo banco di prova sarà domenica e lunedì con le prime elezioni regionali, non certo in Valle d'Aosta che è una sorta di mondo a parte, ma nelle Marche. Se davvero - come dicono i sentiment - dovesse essere riconfermato Francesco Acquaroli, meloniano di Fratelli d'Italia appoggiato da tutto il Centrodestra - a quel punto inizierebbero subito a emergere le prime critiche alla linea politica della leader Dem. Che, non a caso, ha anticipato la direzione nazionale a domani, martedì 23 settembre, proprio per il timore di una sconfitta del suo candidato nelle Marche Matteo Ricci, forte dell'alleanza con Conte e il M5S, e per evitare critiche post risultati elettorali.

Ma prima o poi i nodi verranno al pettine e - assicurano fonti della minoranza liberal e moderata del Pd - "non sarà Schlein la candidata alla presidenza del Consiglio alle elezioni politiche". Anche perché con questa linea che supera a sinistra Landini, e ce ne vuole, i sondaggi sono chiarissimi: Giorgia Meloni, polemiche su Domenica In a parte, governerà serenamente fino almeno al 2032.

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