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Politica
Pnrr: Conte, pronti a collaborare su fondi Ue. Due precondizioni a Meloni...

Pnrr, Giuseppe Conte: M5S non lascerà nulla di intentato. È disponibile a sedersi a un tavolo

Il lascito del governo "guidato da Mario Draghi, certificato dalla sua ultima Nadef, è di 13 miliardi di euro di minori spese del Pnrr rispetto a quelle da lui stesso previste nel Def precedente. Poi è arrivato il governo di Giorgia Meloni ed è la cronaca ad aggiornarci su come stiano andando le cose: l'Italia è in una condizione di conclamata difficoltà". Lo scrive in un intervento sul Corriere della Sera il leader dl M5s Giuseppe Conte.

"Una buona metà delle iniziative e delle misure sono in ritardo ed è stato speso solo il 6% dei fondi, come certificato dalla Corte dei conti - spiega -. La prospettiva, confermata dalle dichiarazioni del ministro Fitto, è che alcuni progetti non sono realizzabili entro la scadenza stabilita". Di fronte però "alla possibilità di perdere i fondi del Pnrr, anche una forza di opposizione intransigente come il Movimento 5 Stelle non può rimanere a guardare" sottolinea.

Pnrr, Conte a Meloni: poniamo però due precondizioni...

Qui "è in gioco la credibilità dell'Italia. Se falliamo sul Pnrr non fallisce solo Giorgia Meloni, fallisce l'Italia intera e la possibilità del suo definitivo rilancio. Perdere questa occasione significa lasciarsi sfuggire una capillare rivoluzione in termini di maggiori investimenti nella sanità, nelle scuole, nelle infrastrutture, in tutto ciò che può farci affrontare una impegnativa transizione ecologica e digitale, nel segno di una maggiore inclusione sociale". Per questi motivi "il M5S non lascerà nulla di intentato. È disponibile a sedersi a un tavolo e a rimboccarsi le maniche per dare il proprio contributo nell'interesse comune, per rimediare ai ritardi collezionati in questi mesi e agli errori sin qui commessi. Dobbiamo farlo tutti, anche coloro che, come noi, sono linearmente all'opposizione". A Giorgia Meloni "poniamo però due precondizioni. La prima è una grande operazione di trasparenza, assolutamente necessaria a individuare cosa non sta funzionando e dove occorre intervenire. La seconda è l'ascolto delle proposte del M5S e delle altre forze politiche, anche di opposizione, che vorranno offrire il proprio contributo". Il Pnrr "non è una bandiera attorno alla quale ridursi a fare i tifosi - ribadisce l'ex premier - quei 209 miliardi hanno solo una bandiera, quella dell'Italia".

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