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Politica
Post shock di Sabbatani Schiuma sulla castrazione chimica

Un record il post di Fabio Sabbatani Schiuma: 55mila condivisioni contro gli stupri d’estate

È proprio vero che la politica oramai corre sui social e nessuno, movimento o persona che sia, rinuncia oggi al suo profilo e ai suoi post.  Un modo dinamico e a costo zero, per fare propaganda e per essere sempre a contatto con gli elettori.  È così che, in questa estate rovente, tra stupri e sbarchi, l’hanno fatta da padrone i cosiddetti populisti, con Salvini in prima linea, a soffiare sulla rabbia degli italiani di fronte a quella che oramai definiscono una vera e propria invasione, mirata, secondo loro, alla sostituzione etnica della nostra popolazione e al business dell’accoglienza.  Ebbene, non è passato inosservato agli analisti, un post di Fabio Sabbatani Schiuma, consigliere capitolino di Noi con Salvini e storico leader di Riva Destra, primo circolo di Alleanza Nazionale: il suo messaggio, dopo i tristi fatti dello stupro di una ragazza polacca a Rimini, è stato diretto: “castrazione chimica per stupratori e pedofili, senza se e senza ma”, con in bella vista la foto di una siringa indirizzata alle mutande ‘infuocate’ di un uomo.  Il risultato? 3 milioni e 700mila persone he lo hanno visto e ben 55mila condivisioni: numeri che quasi nessuno raggiunge, neanche il più popolare dei personaggi politici nostrani.  Affaritaliani.it ha raggiunto telefonicamente Schiuma per chiedere notizie e conferme.

D: Un boom incredibile di popolarità, per lei e per la pagina Facebook di Riva Destra?

R: Veramente questo è il frutto di un lavoro che portiamo avanti da anni. La nostra pagina Riva Destra raggiunge oramai quasi 6 milioni di italiani settimanalmente e un milione di loro interagisce con i nostri post, ossia, condividono, commentano o semplicemente mettono ‘mi piace’: a prova concreta le mando una schermata degli insight, la cosiddetta ‘capacità di penetrazione’.  È per questo che diamo fastidio e ogni giorno che passa abbiamo sempre più difficoltà nel non essere ‘fatti fuori’: di questi tempi dire la verità diventa un atto rivoluzionario, anche sui social.

D: Che vuol dire? Si spieghi meglio.

R: Voglio dire che il nostro lavoro di pubblicazione è quello di una squadra di amministratori, gente normalissima, che in modo militante ogni giorno raccoglie notizie, le commenta e informa gli italiani su tanti episodi che i media tendono oramai, se non a sottacere, almeno a ridimensionare.  Ebbene, da quando la Boldrini, che abbiamo spesso pesantemente attaccato, ma senza mai offese personali e calunniose (sui commenti non facciamo censure, ma si domandi lei perché sia così tanto invisa agli italiani), ha lanciato un chiaro messaggio di repressione, è successo che i profili di quasi tutti noi sono scomparsi dal giorno alla notte. Il mio personale, dopo 7 anni di contatti, e di ricordi aggiungo io, è stato disabilitato a luglio, senza spiegazioni. Cancellato e basta, nonostante le proteste a Facebook Italia.

D: Avete 120.000 fan: sono tutti potenziali elettori? Volete fare un partito virtuale?

R: Grazie della domanda: non siamo mai stati e fino ad oggi abbiamo scelto di non essere un partito politico, rinunciando a burocrazie interne e tesseramenti.  Semmai siamo una comunità politica, donne e uomini di destra, che si sono stretti l’uno con l’altro, in attesa di individuare una nuova casa comune, dove sia possibile affermare appunto il nostro ‘ius sanguinis’ di destra, e poter continuare le nostre battaglie a difesa dell’identità, della meritocrazia e della giustizia sociale. Siamo per l’unità del centrodestra, anche se preferiremmo parlare di un grande blocco sociale e nazionale contrapposto alle sinistre, una santa alleanza tra patrioti e identitari contro mondialisti e marionette”

D: Torniamo alla castrazione chimica. Una vecchia proposta di Calderoli, rilanciata peraltro con vigore dallo stesso Salvini.

R: È stata sperimentata e adottata in molti paesi anche europei. Perché da noi non si può fare? Noi poi mettiamo in evidenza il totale fallimento delle politiche della sinistra in tema di immigrazione e l’ambiguità dei 5 Stelle. Il caso di Rimini è esemplare. Occorre invertire la rotta perché si sta correndo seriamente il rischio di disordini a causa dei conflitti sociali che si stanno manifestando sempre più con maggiore evidenza. Ma mi lasci dire, che il problema non è solo l’immigrazione, anzi, rischiamo di relegare il dibattito solo a questa o alla legge elettorale, mentre i nostri figli sono senza casa e lavoro e non avranno mai una pensione. 

 

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