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Politica
Puglia, Meloni tira dritto su Fitto. Rottura? Il cerino in mano a Salvini
LaPresse

PUGLIA, SALVINI ATTACCA EMILIANO MA IGNORA IL CASO FITTO - “Quando la paura fa perdere il senno... Lui, il suo PD e la sinistra hanno rovinato la Puglia per anni, fra ospedali chiusi, case popolari vuote, strade mai fatte e aziende dimenticate,  e adesso la colpa è della Lega e di Salvini..?? Dopo quindici anni di chiacchiere e malgoverno, con la Lega e il centrodestra i cittadini pugliesi manderanno a casa Emiliano e tutti i suoi compagni”. Lo dice Matteo Salvini, dopo le parole dell’attuale presidente regionale in vista delle elezioni.

"Credo che sia finito il tempo di liti di provincia, bisogna volare alto. Sono sicuro che la Lega capirà". Con queste parole il senatore di Fratelli d'Italia Ignazio La Russa, interpellato da Affaritaliani.it, accoglie le dichiarazioni-bomba dell'europarlamentare della Lega Massimo Casanova, ovvero Mr Papeete, il quale da Cervia, a margine di una manifestazione a sostegno di Lucia Borgonzoni, ha affermato parlando delle elezioni regionali in Puglia della prossima primavera: "Io o un altro leghista battiamo Emiliano, ma con Fitto perdiamo". Casanova s'offre per la guida della Regione più dinamica del Sud e conferma quanto Affaritaliani.it ha scritto per settimane e cioè che il Carroccio è contrario alla candidatura di Fitto contro Michele Emiliano.

Peccato che solo pochi giorni fa lo stesso La Russa, sempre ad Affaritaliani.it, avesse rivelato che sul nome del parlamentare europeo di FdI c'è già stato l'ok di Matteo Salvini. Anche perché, come noto, l'assegnazione delle candidature in Puglia e nelle Marche al partito di Giorgia Meloni risale a quando Lega e Fratelli d'Italia avevano scelto di mandare il salviniano Raffaele Volpi alla presidenza del Copasir. Non solo, i nomi dei candidati (Francesco Acquaroli nelle Marche e appunto Raffaele Fitto in Puglia) erano stati messi sul tavolo del vertice di Arcore di novembre tra i tre leader.

Ora però che il no dei leghisti è uscito allo scoperto, che cosa farà Meloni? Fitto non intende replicare a Casanova e dalle parole di La Russa emerge chiaramente che la strategia è quella del 'wait and see', aspettare e vedere che cosa succede. FdI tiene il punto e non intende assolutamente polemizzare a pochi giorni dall'apertura delle urne in Emilia Romagna e in Calabria, ma non vuole assolutamente fare passi indietro sul nome di Fitto. Il ragionamento che fanno nel partito della destra italiana erede di Alleanza Nazionale è semplice: così come Salvini ha liberamente scelto la senatrice Borgonzoni in Emilia, e noi correttamente la stiamo sostenendo, noi siamo liberi di scegliere uno dei nostri migliori uomini in Puglia. Senza contare che lo stesso Salvini aveva già dato l'ok settimane fa.

Quelle poche ma signficative parole di La Russa di oggi, "bisogna volare alto", stanno a significare che la questione è ormai nazionale è che non può essere l'auto-candidatura di un deputato europeo residente in Puglia a modificare ciò che è già stato deciso. "E' finito il tempo di liti di provincia" vuol dire che non si decide a Bari o a Lecce, ma a Roma sul tavolo dei leader nazionali. E siccome lo stesso segretario del Carroccio ad Affaritaliani.it aveva detto non molti giorni fa che delle altre sei Regioni "ne parliamo dal 27 gennaio", i big di Fratelli d'Italia vogliono aspettare Salvini al varco e vedere se nel prossimo vertice con Meloni e Berlusconi confermerà davvero le parole di Casanova e quindi il no a Fitto.

Alla base dell'ascesa di FdI nei sondaggi, arrivata a sfiorare l'11%, c'è oltre alla coerenza anche il costante richiamo all'unità della coalizione di Centrodestra. Punto imprescindibile. E infatti Meloni non vuole essere lei a rompere sulle Regionali di primavera e in particolare sulla Puglia. Nervi saldi e barra al centro, come confermano le parole dell'ex ministro della Difesa di oggi, e se dovesse saltare il tavolo facendo un enorme favore a Emiliano, proprio adesso che i primi sondaggi dicono che è battibile, sarà solo per colpa della Lega e di Salvini che hanno cambiato posizione. Ma deve essere il Carroccio ad assumersi formalmente la responsabilità di cambiare ciò che è già stato deciso da tempo - spiegano da FdI.

I leghisti potrebbero provare di nuovo la strada dello scambio ai danni di Forza Italia ovvero prendersi la Puglia offrendo a Fratelli d'Italia la Campania, facendo così saltare la candidatura già in pista dell'azzurro Stefano Caldoro proprio nella Regione dell'anti-sovranista Mara Carfagna. Ma è praticamente certo che Silvio Berlusconi e i vertici di Fi, così come Meloni e FdI, faranno muro rifiutando questa eventuale proposta della Lega (Salvini vuole aspettare il 27 gennaio anche perché punterebbe a mettere sul tavolo il possibile flop della lista di Forza Italia soprattutto in Emilia Romagna).

Insomma, Meloni per ora conferma il sostegno a Salvini sul caso Gregoretti e sui temi divisivi come le Regionali in Puglia sceglie un britannico 'understatement' in attesa che i nodi vengano al pettine. E in attesa che il leader del Carroccio scopra le carte perché non basta una dichiarazione di Mr Papeete per ribaltare lo schema deciso settimane fa. Salvini vuol far saltare Fitto in Puglia e magari Acquaroli nelle Marche? Deve farlo in un vertice ai massimi livelli, ufficialmente. E non con un'intervista di un parlamentare europeo fatta a Cervia. Appunto, 'wait and see'.

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