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Politica
Referendum, 5 Stelle: procedimento disciplinare contro chi ha sostenuto il no

All’interno del Movimento 5 stelle è stato aperto un procedimento disciplinare contro chi ha sostenuto il no al referendum. La comunicazione sembra essere arrivata nel pomeriggio a quegli esponenti che hanno promosso “il voto contrario nell’ambito del referendum costituzionale tenutosi il 20/21 settembre 2020 inerente alla riduzione del numero dei parlamentari, tema che ha fatto parte del programma elettorale, condiviso votato, del Movimento 5 Stelle”.

Nella lettera si rimarca come “ai sensi dell'art. 11, comma A dello Statuto, gli iscritti M5s “possono essere sottoposti a sanzioni disciplinari per il venir meno dei requisiti di iscrizione e per la violazione dei doveri stabiliti dal presente Statuto e dal Codice Etico”. Ai sensi dell'art. 11, comma b dello Statuto si evidenzia che “gli iscritti candidati ad una carica elettiva possono essere sottoposti a sanzioni disciplinari anche per:

1. violazione delle regole e procedure per l’iscrizione; 2. violazione delle regole e procedure per la presentazione e selezione delle candidature; 3. promozione, organizzazione o partecipazione a cordate o gruppi riservati di iscritti; 4. compimento di atti diretti ad alterare il regolare svolgimento delle procedure per la selezione dei candidati”.

Inoltre “si sensi dell’art. 11, comma C dello Statuto, “gli iscritti eletti ad una carica elettiva possono essere sottoposti a sanzioni disciplinari anche per: 1. violazione delle regole e procedure per l’iscrizione; 2. violazione degli obblighi assunti all'atto di accettazione della candidatura; 3. mancata cooperazione e coordinamento con gli altri iscritti, anche all’interno delle assemblee elettive, per la realizzazione delle iniziative e dei programmi del Movimento 5 Stelle”.

E ancora: “ai sensi del medesimo art. 11, lettera h, “i comportamenti che possono determinare l’adozione di provvedimenti sanzionatori sono, tra l’altro: 1. la perdita dei requisiti di iscrizione al “Movimento 5 Stelle”; 2. gravi violazioni dei doveri previsti dal presente Statuto e dal Codice Etico; 3. mancanze che abbiano provocato o rischiato di provocare una lesione all’immagine od una perdita di consensi per il Movimento 5 Stelle, od ostacolato la sua azione politica; 4. per gli iscritti candidati ad una carica elettiva, per violazione delle regole per la presentazione e selezione delle candidature; 5. per gli iscritti eletti ad una carica elettiva, per gravi violazioni degli impegni assunti all’atto di accettazione della candidatura; 6. il rilascio di dichiarazioni pubbliche relative al procedimento disciplinare medesimo”.

Infine: “Ai sensi dell'art. 11 lettera M dello Statuto è individuato come illecito il comportamento per cui si è verificata la “mancata cooperazione e coordinamento con gli altri iscritti, esponenti e portavoce, anche in diverse assemblee elettive, per la realizzazione delle iniziative e dei programmi del Movimento 5 Stelle, nonché per il perseguimento dell'azione politica del Movimento 5 Stelle”. Tra l’altro, l’art. 3 dello Statuto, precisa ulteriormente la rinuncia da parte dell'iscritto: "a comportamenti che possano pregiudicare l’immagine od azione politica del Movimento ed il perseguire comportamenti ispirati a lealtà e correttezza verso gli altri iscritti”.

"Si evidenzia, più in generale, che l'art. 3 del Codice Etico, statuisce il principio secondo cui: “ciascun portavoce eletto sotto il simbolo del Movimento 5 Stelle si impegna ad ispirare il proprio comportamento a criteri di trasparenza verso i cittadini attraverso una comunicazione puntuale delle scelte politiche, compiendo ogni atto che sia funzionale alla realizzazione del Movimento 5 Stelle ed astenersi dal compiere qualsiasi comportamento che possa risultare di ostacolo all’attuazione e realizzazione del programma politico, operando in sintonia con il Movimento 5 Stelle”, si legge nella lettera.

“Risultano note a questo Collegio Sue pubbliche esternazioni volte – si legge ancora – a dissociarsi dalle politiche del Movimento 5 Stelle. In particolare si evidenzia la promozione del voto contrario nell’ambito del referendum costituzionale tenutosi il 20/21 settembre 2020 inerente alla riduzione del numero dei parlamentari, tema che ha fatto parte del programma elettorale, condiviso e votato, del Movimento 5 Stelle.

In considerazione di quanto premesso, questo Collegio non può esimersi dal chiederLe spiegazioni e La avverte che – conclude la missiva - è in Sua facoltà far pervenire memorie scritte ed eventuale documentazione a sostegno delle sue ragioni entro il termine perentorio di 10 (dieci) giorni naturali consecutivi dalla data di invio della presente delibera di avvio del procedimento disciplinare.

Come previsto dall'art. 11 lettera d) dello Statuto, entro il termine ordinatorio di 90 giorni dalla data di ricezione della predetta memoria, il Collegio dei Probiviri potrà procedere con la richiesta di ulteriori chiarimenti ovvero con l’archiviazione del procedimento disciplinare ovvero con l’irrogazione delle sanzioni. Avverso le decisioni del Collegio dei Probiviri, potrà proporre reclamo al Comitato di garanzia entro il termine perentorio di 5 giorni dalla comunicazione del provvedimento”.

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