Referendum: annunciano il sì, votano no. Il piano di Lega e Fratelli d'Italia - Affaritaliani.it

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Referendum: annunciano il sì, votano no. Il piano di Lega e Fratelli d'Italia

Di Alberto Maggi

Sui social la base della Lega e di Fratelli d'Italia è quasi tutta schierata contro il taglio dei parlamentari

"Io sto ancora riflettendo sul mio voto, fermo restando l'assoluta liberta' per i nostri militanti e per i nostri eletti". Lo ha detto Silvio Berlusconi, ad Agora' su Rai Tre parlando del referendum sul taglio dei parlamentari

Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare. E' proprio il caso di usare il celebre proverbio per spiegare che cosa faranno i vertici della Lega, e probabilmente anche di Fratelli d'Italia, al referendum confermativo sul taglio dei parlamentari del 20-21 settembre. Ufficialmente Matteo Salvini e Giorgia Meloni si sono schierati per il sì in base al principio della coerenza avendo votato per ben quattro volte in Parlamento a favore della riduzione del numero degli eletti.

Poi sono usciti allo scoperto i leghisti anti-euro Claudio Borghi e Alberto Bagnai, due esponenti di spicco e non certo due militanti di provincia, annunciando il loro no. Negli ultimi giorni l'ex ministro dell'Interno e la presidente di FdI hanno lasciato intendere di accettare la libertà di voto senza quindi dare l'indicazione chiara per il sì ("Non siamo una caserma", ha affermato Salvini - "Vogliono sviare l'attenzione dalle Regionali", ha detto la Meloni).

Parlando con i deputati e i senatori delle due principali forze di opposizione della destra italiana appare evidente che la quasi totalità dei parlamentari e dei dirigenti del Carroccio e di Fratelli d'Italia, nel segreto dell'urna, voteranno no. Formalmente si annuncia il sì, per coerenza e per non andare contro il vento dell'anti-politica esponendosi alle critiche dei 5 Stelle e in particolare di Luigi Di Maio, ma dietro le quinte il no al taglio dei parlamentari è quasi unanime. Sia per ragioni di merito sia per motivi politici.

"E' la vittoria della demogogia, dell'idea che la politica sia inutile. Con il sì consegneremmo l'Italia ai poteri forti internazionali", si sfoga un dirigente leghista. Un conto era l'accordo di governo con i pentastellati, che prevedeva la riduzione degli eletti, e un conto è fare un regalo ai grillini. Infatti tra le motivazioni del no che sottotraccia spopola a destra c'è anche la volontà di "assestare un colpo ai 5 Stelle e al governo". E' convinzione diffusa che un'eventuale sconfitta del sì il 20-21 settembre provocherebbe l'immediata caduta dell'esecutivo, visti anche i dubbi nel Partito Democratico e il balletto sulla riforma della legge elettorale in senso proporzionale.

Ma non finisce qui. Basta fare un giro sui social e sui gruppi della Lega e di FdI per capire come la base dei militanti sovranisti sia quasi tutta schierata contro il taglio dei parlamentari. "Non scherziamo! Dobbiamo fare un regalo ai grillini? Mai, votiamo tutti no", scrive Sergio, militante leghista di Vercelli. E sono in molti a pensare che alla fine, nel segreto dell'urna, anche Salvini e la Meloni sceglieranno il no al taglio dei parlamentari, soprattutto per ragioni politiche. E proprio vero, tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare. Anzi, c'è di mezzo il referendum...