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Politica
Regioni che si allungano mandato? Dopo la Puglia governo prepara l'Emilia

Il governo Meloni ha impugnato la legge della Puglia che prolunga la durata della legislatura in caso di dimissioni presidente. Ora sta cercando di capire come fare altrettanto con l’Emilia di Bonaccini che ha approvato una legge simile

Come il governo ha impugnato la legge della Regione Puglia, che allunga dai 6 ai 10 mesi la durata del Consiglio Regionale (deve durare massimo 5 anni), ora potrebbe impugnare la legge omologa dell’Emilia Romagna di Stefano Bonaccini.

Chi scrive fu il primo in Italia a mostrare le similitudini tra i due provvedimenti.

Una settimana fa il Consiglio dei ministri del governo di Giorgia Meloni ha deciso di contestare l'articolo 96 della legge pugliese, approvata lo scorso 29 dicembre. La norma prevede in caso di dimissioni anticipate del presidente della Regione, Michele Emiliano del Pd, che il Consiglio Regionale resti in carica altri 6 mesi, per arrivare a 9-10 mesi calcolando i tempi necessari per indire nuove elezioni. Ribattezzata anche legge "anti Decaro", perché ostacolerebbe l'eventuale candidatura alla Regione del sindaco di Bari, Antonio Decaro, il provvedimento prenderebbe concretezza in caso di candidatura alle Europee di Emiliano. Evento ipotizzato informalmente dalla segreteria nazionale del Pd. Nel mese di giugno del 2024 si vota per Bruxelles.

Meno di un anno fa la Regione Emilia Romagna, guidata dal presidente Stefano Bonaccini del Pd, ha fatto un’operazione simile. Con la legge del 27 maggio del 2022 ha modificato l’iter di voto in caso di dimissioni anticipate del presidente.

Le ultime elezioni regionali in Emilia si sono svolte a gennaio 2020, la scadenza naturale sarebbe gennaio 2025. Ma la nuova legge introduce un’unica finestra di voto in cui si può votare ogni anno, tra il 15 aprile e il 15 giugno.

A giugno 2024, come dicevamo, si vota per le Europee e da tempo nella segretaria nazionale del Pd si vocifera di un possibile sganciamento di Bonaccini dal ruolo di “governatore” dell’Emilia, candidandosi per Bruxelles. Bonaccini doveva assumere un ruolo più politico, in linea con la candidatura alla segreteria del Pd poi persa… ma ora è rimasta la legge.

Con la nuova norma se Bonaccini viene eletto alle Europee e si dimette a giugno 2024 da presidente della Regione si vota per le amministrative in Emilia Romagna solo dopo un anno. I consiglieri in carica incassano altri stipendi e il vice presidente, Irene Priolo, che non è stata eletta con quel ruolo, governa per un altro anno. Un bel regalo se poi il vice presidente si vuole candidare al “giro” successivo, come presidente della Regione. E se Bonaccini non si dimettesse o neanche partecipasse alle Europee? Avremmo comunque un voto posticipato di almeno 5 o 6 mesi a gennaio 2025, fine naturale della legislatura.

Quando la legge è stata approvata, a metà del 2022, al governo centrale c’era Mario Draghi. Nessuno ha pensato di impugnare la norma o anche solo adombrare un vizio di incostituzionalità. I tempi tecnici per una possibile impugnazione diretta sarebbero superati ma restano altre possibilità da vagliare.

Vista l’attuale opposizione del governo alla legge pugliese abbiamo chiesto una valutazione sulla legge della Regione di Bonaccini all’avvocato Galeazzo Bignami, viceministro alle Infrastrutture del governo Meloni ed eletto per FdI a Bologna.

Bignami ad Affaritaliani: “Abbiamo dato mandato ad una serie di costituzionalisti di verificare il modo per rimuovere gli effetti di questa legge della Regione Emilia Romagna, effetti che assolutamente non condividiamo e che consideriamo incostituzionali”.

Gli esperti stanno approfondendo tre aspetti: il primo è se sia possibile sollevare l’incostituzionalità della norma dell’Emilia, visto che la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima costituzionalmente una norma simile della Regione Calabria (del 2003) che prorogava il mandato del vicepresidente in caso di dimissioni del presidente della Regione. In secondo luogo stanno cercando di capire se è ancora possibile contestare l’allungamento di fatto della legislatura che mette fuori norma la Regione. In terzo luogo se l’impugnazione di leggi simili, dichiarate incostituzionali, possa travolgere anche la legge della Regione Emilia Romagna che ha disposto meccanismi identici.

I costituzionalisti del governo stanno anche approfondendo le modalità di presentazione della richiesta al giudice, in modo da non chiudere la stalla quando i buoi sono già scappati, cioè non presentare l’impugnazione quando i mesi di prolungamento sono già scattati. In questo senso potrebbe essere adottato lo stesso meccanismo messo in campo per contestare la legge elettorale Italicum, quella voluta da Matteo Renzi: in quel caso la declaratoria di incostituzionalità venne disposta non quando si realizzò la violazione ma prima.

 

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