Unioni civili, Renzi non cade anche se la legge passa senza Alfano - Affaritaliani.it

Politica

Unioni civili, Renzi non cade anche se la legge passa senza Alfano


Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)


Il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi lo ha detto chiaramente: sulle unioni civili siamo pronti a trovare altre maggioranze in Parlamento se non ci saà l'accordo con l'Ncd. Parole molti forti alle quali Angelino Alfano ha risposto che Area Popolare è altrettanto pronta a cercare alleanze diverse alle Camere, spiecie al Senato, e ad usare il voto segreto per bloccare il provvedimento tanto caro al Partito Democratico. La domanda che tutti si pongono è se il ministro dell'Interno sarebbe pronto a togliere la fiducia all'esecutivo nel caso in cui il Pd faccia approvare la legge sulle unioni civili con i voti determinanti di Sel e del Movimento 5 Stelle e con il no dell'Ncd. Insomma, Renzi rischia di cadere? Assolutamente no. L'ex delfino di Berlusconi "senza quid" lo ha ripetuto più volte ai suoi più stretti collaboratori: il provvedimento sulle coppie omosessuali, comprese le adozioni e tutto il resto, non rientra negli accordi di maggioranza. Quindi liberi tutti in Parlamento ma nessuna ripercussione per l'esecutivo.

D'altronde non potrebbe essere altrimenti. Alfano teme le elezioni anticipate, soprattutto con l'Italicum che non consente la formazione di coalizioni, e non vuole perdere il peso che ha oggi nel governo e in Parlamento. "Renzi potrebbe anche approvare la legge più progressista del mondo (e non è certo questo il caso) che Alfano non farebbe cadere il governo", ironizza un parlamentare dem. Quello che invece potrebbe accadere è la scissione nell'Ncd con la fetta che fa riferimento a Gaetano Quagliariello che lascia Alfano ed esce dalla maggioranza non votando più la fiducia al premier. Ma i dissidenti centristi non sono più di 6-7 a Palazzo Madama e quindi, considerando anche il gruppo Ala di Denis Verdini, i numeri non preoccupano il presidente del Consiglio. Anche perché ci sono le tre senatrici ex Lega di Flavio Tosi pronte a votare con la maggioranza. In Parlamento, però, segnalano un pressing fortissimo di ambienti renziani su Raffaele Fitto. Al Nazareno e a Palazzo Chigi considerano sia Alfano sia Verdini "poco spendibili", se non "impresentabili", agli occhi degli elettori di sinistra. E quindi il premier sarebbe alla ricerca di un alleato di Centrodestra che non entri nell'esecutivo ma che sostenga le riforme (non solo le unioni civili). Fitto e i fittiani, però, continuano a rispondere "no, grazie" "restiamo saldamente nel Centrodestra". Un corteggiamento fallito, quindi, che viene definitivo dai parlamentari dei Conservatori Riformisti "quotidiano" e "insistente", sia da parte di uomini vicini a Renzi sia da parte di alfaniani e verdiniani.