Renzi punta all'election Day
Politiche a giugno nei piani di Renzi
Renzi è partito per la California a riossigenarsi gli ideali progressisti con un piano ben preciso e congegnato: vuole fare le primarie del Pd il più presto possibile.
Dati alla mano e calcolatrice in funzione la data migliore è il 9 aprile con scioglimento Camere per il 18 e data dell’11 giugno per le politiche insieme alle amministrative cioè un “election day” che nei piani del giglio toscano dovrebbe con un blitz di stampo napoleonico riportare al comando l’ex premier.
C’è da dire che si tratta di un piano ardito anche per i tempi essendoci di mezzo la Pasqua e l’ostilità dei Deputati a non acchiappare la pensione (che maturerà a settembre).
I contendenti sono tre: Renzi, Emiliano e Orlando che a questo punto viene visto nel cerchio renziano con malcelato sospetto.
Infatti, potrebbe trattarsi di una mossa per non far raggiungere a nessuno dei candidati il 50% utile all’elezioni e così ritardare il tutto passando la palla ai delegati all’assemblea nazionale collegati alle liste che poi eleggerebbero, statuto alla mano, il segretario.
L’irritazione dei renziani è manifesta e uno stretto collaboratore di Renzi fa trapelare un “ma lo sa Orlando che i posti in lista per le politiche vanno solo ai primi due?” una minaccia niente affatto velata secondo gli orlandiani un consiglio secondo i renziani.
Questo scenario è assolutamente da evitare per Renzi che potrebbe vedere concretizzarsi lo spettro di un accordo tra Orlando ed Emiliano che lo potrebbe definitivamente defenestrare dal partito.
Sta di fatto che la partita che si sta giocando nel Pd alla fine sarà sui numeri e sui regolamenti perché al di là della panna montata della retorica politica vince chi ha la forza per farlo.