Retroscena/ E Renzi confidò ai suoi: "Alle urne già nel 2015"
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
"Il governo va avanti fino al 2018". E ancora: "Niente elezioni nel 2015". Ufficialmente il presidente del Consiglio ostenta sicurezza, snobba l'astensione alle Regionali e tira dritto. Ma, secondo quanto Affaritaliani.it ha appreso da fonti qualificate, le intenzioni di Matteo Renzi sono esattamente il contrario di ciò che dice pubblicamente. Tanto che parlando con i suoi più stretti collaboratori si sarebbe espresso più o meno così: "Dobbiamo andare alle urne il prima possibile, già il prossimo anno". Se si riesce in primavera, altrimenti in autunno. Il premier non ne può più della minoranza interna, quella che dice no al Jobs Act (Cuperlo e Fassina) ma anche quella che dice sì con riserva (Bersani). E vuole andare al voto per poter mettere nelle liste solo suoi uomini (e donne) fidati. A spingere verso le elezioni politiche anticipate è anche il timore che il Centrodestra possa riorganizzarsi intorno alla figura di Matteo Salvini. Non bisogna dare tempo al segretario della Lega di crescere - è il ragionamento di Renzi - e soprattutto di svuotare completamente il Movimento 5 Stelle. Per il premier, infatti, finché Grillo resta al 15-20% non c'è problema e il Pd continuerà a vincere. Ma se Salvini riuscisse a smontare il M5S la destra crescerebbe in modo pericoloso. E quindi meglio accelerare. Serve però un incidente in Parlamento per dare la colpa a qualcuno. Certo il cerino in mano non può restare ad Alfano e ai centristi, leali con il presidente del Consiglio anche perché timorosi delle urne, e quindi il tentativo sarà quello di palesare uno scontro sui temi economici sempre con la sinistra democratica. Per poi dire "Non mi hanno lasciato governare" e chiedere la fiducia dei cittadini. Sul cammino di Renzi ci sono però le dimissioni quasi certe di Napolitano a fine anno, e la complicata partita per eleggere il successore, e la difficilissima riforma della legge elettorale. Impossibile votare con Consultellum, Renzi vuole approvare l'Italicum con o senza Forza Italia e con una clausola che valga anche per il Senato in caso di interruzione della legislatura. Il cammino non è in discesa ma il leader del Pd vuole a tutti i costi creare le condizioni per andare a votare il prossimo anno. Ci riuscirà?