Politica
Salvini ha perso la sfida con la Sea Watch. Ma la sconfitta lo rende più forte

Salvini ha perso la sfida con la Sea Watch. Ma proprio la sconfitta lo rende più forte
Salvini ha perso la sfida con la Sea Watch. La carretta - formalmente olandese, con equipaggio formalmente tedesco, appartenente a una ONG formalmente basata a Berlino e mantenuta da finanziatori formalmente segreti - è riuscita a entrare in un porto italiano, quello di Catania, dove secondo il ministro dell'Interno non si sarebbe dovuta attraccare; e a scaricarvi un carico umano indefinito e inquietante.
Non saranno un pericolo, ma irrita apprendere che tutti i "minorenni" che erano a bordo hanno dichiarato di essere nati nello stesso giorno, dello stesso mese, dello stesso anno: il 1 gennaio 2002. Una presa per i fondelli. Uno sberleffo. Una pernacchia a Salvini e a tutti noi italiani. Chiudo gli occhi e immagino che, se conoscessero il napoletano, sghignazzerebbero proclamando: "V'avimmo fatti fessi!"
Ecco perché ora non vorrei essere fatto fesso una seconda volta con la storia dei misteriosi accordi, che tratta il premier Conte personalmente e la cui esecuzione resta immancabilmente incontrollabile. Non ho ancora capito come scelgono quelli che dovrebbero andare in Romania e come li convincono ad andarci. Non ho ancora capito come riescono a controllarli dal momento che, una volta identificati, spesso con generalità dubbie, gli sbarcati sono liberi di andare dove vogliono, quando vogliono e come vogliono: magari oggi qualcuno potrebbe essersi già reso uccel di bosco. C'è molto silenzio sull'andirivieni di africani che la Germania impacchetta e ci spedisce di ritorno ogni mese. Top secret. Perché la gente s'incazza.
Salvini ha perso senza colpe. Ha fatto quello che ha potuto. Si è battuto come poteva, avendo contro: la UE, Olanda Germania e Francia, l'accordo di Dublino, le norme dei salvataggi in mare, il codice della navigazione, l'alto commissariato Onu per i rifugiati, tivù e giornali italiani, i vescovi, tre quarti del M5S, i presidenti di Camera e Senato, la Caritas, la Comunità di Sant'Egidio, Gino Strada e Don Ciotti, Moltalbano, Laura Boldrini e naturalmente i magistrati rossi che non sono pochi.
Restano, sì, una minoranza, rispetto ai milioni di italiani che sono con Salvini e non ne possono più della immigrazione incontrollata, che degrada il paese. Ma è una minoranza strategicamente disposta su 360 gradi. Un accerchiamento di buonisti in lacrime. Disposti a spacciare per miseri affamati quasi moribondi giovani virgulti neri dai muscoli lucidi e guizzanti, con smartphone e binocolo a tracolla. E decisi a far passare per razzista chiunque suggerisca di comportarci anche noi come i paesi seri, che controllano bene chi entra nel loro territorio: Olanda Francia e Germania, in primis.
Tutto ciò ha purtroppo l'apparenza di una grande truffa a danno degli italiani e a beneficio di chiari e individuati soggetti. I registi e i manovratori di questo epocale imbroglio sono abilissimi nello sfruttare tanto i sentimenti della gente, quanto i commi dei più desueti codici e regolamenti internazionali. Piegano la realtà alla loro tesi, avendo la certezza che nelle redazioni e nelle procure c'è sicuramente chi gli dà ragione. È questo che stringe nell'angolo l'indomito Salvini.
Sinceramente, non so come Salvini possa sognare di "sigillare" le acque territoriali, di stendere un cordone di navigli e ricognitori sui confini marittimi che blocchi e respinga battelli grandi e piccoli con migranti a bordo. Ci vogliono il consenso e le firme di un governo molto diviso e molto debole, ci vuole l'approvazione di un presidente della Repubblica che è anche presidente del CSM, ci vogliono le intese con i paesi confinanti e di registrazione dei navigli stoppati, ci vogliono comandanti lealmente convinti della missione. E se in una operazione di respingimento qualche migrante cade in mare e affoga: àpriti cielo! E se una nave carica di migranti sfugge al cordone e getta l'ancora davanti a un porto italiano, si ripete il caso Sea Watch con lo stesso inglorioso esito?
Ipotesi possibili. Ma in ogni caso non è partita persa. Anzi. Più è accerchiato, più Salvini cresce politicamente. Ogni migrante che sbarca rappresenta migliaia di voti per il leader leghista. E la pagliacciata dell'accoglienza trionfale ai "martiri" della Sea Watch sulla banchina di Catania avrà fatto scattare di almeno 2 punti il consenso a Salvini. Non so se sia una prospettiva invitante. Ma è proprio l'ottuso accerchiamento della sinistra a trasformare il giovanotto milanese nell'uomo forte che tre quarti d'Italia silenziosamente aspetta.