Salvini nel mirino. Il leader della Lega è l'uomo del governo da fermare - Affaritaliani.it

Politica

Salvini nel mirino. Il leader della Lega è l'uomo del governo da fermare

Massimo Falcioni

Pd e sinistra: “Democrazia in pericolo!”

Forse alla Ue e dintorni non hanno capito che in Italia la musica è cambiata perché gli italiani, con il voto del 4 marzo, hanno deciso di cambiare i suonatori. O, quelli dell’establishment, l’hanno capito così bene che, smarriti, s’arrabattano fra blandizie e minacce. Ai vertici dei poteri politico-istituzionali e dei potentati economico-finanziari c’è il timore, anzi il terrore, che alle prossime elezioni europee di maggio 2019 succeda in altri Paesi quel che è accaduto in Italia il 4 marzo 2018, ribaltando i giochi. Quindi una rivoluzione in grado di mettere a rischio vecchie certezze e vecchi poteri. Con i partiti “sovranisti” e “decisionisti” non più nel ruolo di testimonianza ma in maggioranza. Il “caso Diciotti” non è un incidente di percorso ma la cartina del tornasole di quel che succede e può ancor peggio accadere, dello stato assai precario dei rapporti fra Italia ed Europa, di un pericoloso cuneo piantato a forza nel tessuto sociale e politico del nostro Paese. Non è (solo) il solito gioco delle poltrone. La posta è alta, con l’Italia nel crinale fra un tentativo di cambiamento pur pasticciato e confuso perché privo di una solida base progettuale politico-culturale e il muro di cartapesta di chi cerca rivincite per riprendersi il potere perduto. La “bomba” immigrati e il rapporto con l’Europa restano questioni centrali, per i risvolti sul futuro del Paese che non può fare da parafulmine e non può obbedire ai diktat da qualunque parte provengano. L’obiettivo non è l’Italia fuori dalla UE ma una Italia politicamente autorevole per garantirsi pari dignità e uguaglianza nei diritti e nei doveri. Gli italiani spingono il governo a non fare passi indietro e a proseguire su questi obiettivi. Dopo il rifiuto europeo di accogliere i migranti sulla nave Diciotti il governo ha minacciato di essere pronto a tagliare i fondi Eu scatenando reazioni scomposte da parte delle forze politiche che sono le principali responsabili di questo groviglio, incapaci di porre il freno a una Eu ad egemonia franco-tedesca, appendice di elite internazionali antisovraniste con l’Italia solo gregaria. Il “caso Diciotti” può costituire un pretesto – con la copertura Ue - per accendere la scintilla e far esplodere la “bomba” finanziaria con i potentati economici internazionali (con in mano miliardi di euro di debito pubblico ecc.) pronti a giocare tutte le carte (immissione smisurata nel mercato dei buoni del tesoro italiani ecc.), con l’esplosione dello spread, destabilizzando la situazione per far saltare il governo e tornare al punto di partenza: governo di emergenza, governo tecnico ecc.

La lotta politica è legittima ma in questo caso l’obiettivo – specie del Partito democratico e della sinistra – non è la ricerca della soluzione al problema ma la speculazione politica. Questo governo dà fastidio a molti ed è sotto tiro. Nel mirino c’è il vice premier ministro dell’Interno Matteo Salvini. Il leader della Lega è il “volano” dell’esecutivo Conte, ha un solido e crescente consenso elettorale con i sondaggi che proiettano il suo partito al 40%! E’ lui l’architrave della maggioranza politica di un esecutivo orientato al cambiamento ed è quindi lui l’uomo da fermare. Ecco perché c’è una aggregazione multicolore di forze (fino a settori della magistratura) - con Pd e sinistra in testa – che lanciano contro Salvini accuse di ogni tipo tornando addirittura al più classico refrain: “La democrazia è in pericolo!”. E’ sempre stato così. Anche il Pci gridava lo stesso slogan facendo appello alle “forze democratiche” per unirsi e difendere la democrazia, messa in pericolo – a suo dire - dalla Democrazia Cristiana e dai suoi alleati. Idem contro Craxi, poi contro Berlusconi e così via su su fino addirittura contro lo stesso segretario del Pd Matteo Renzi, accusato dalla sua sinistra interna di leaderismo, di “rottamatore”, un antidemocratico ecc. Insomma, quando la sinistra viene sconfitta dal voto e si trova davanti un governo in grado di governare, la carta che gioca è sempre la stessa gridando che la democrazia è in pericolo. I problemi per la democrazia nascono quando i governi latitano, non decidono, non fanno l’interesse della Nazione. Lo scontro frontale scelto dal Pd non risolverà né il problema migranti né la crisi elettorale e politica di una sinistra sempre più allo sbando e isolata. Oggi non è in pericolo la democrazia. Caso mai in pericolo sono questo Pd e questa sinistra incapaci di prendere atto della realtà.