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Politica
Scherzo russo, Meloni perde credibilità internazionale. E ora cambia tutto
Giorgia Meloni, Rishi Sunak, Joe Biden

Meloni scivola sull'unico tema sul quale era stata promossa a pieni voti, la politica estera. E ora son dolori per l'Italia...

 

Fino a ieri su un punto tutti i sondaggi e gli opinionisti concordavano: la premier Giorgia Meloni, dopo poco più di un anno di governo, aveva brillato soprattutto in politica estera e nella capacità di saper tessere relazioni internazionali riportando l'Italia al centro della scena politica e diplomatica europea e mondiale.

Ma oggi, all'indomani dell'incredibile scherzo dei comici russi alla presidente del Consiglio con quei giudizi pesanti sull'Ucraina di Zelensky, ufficialmente sostenuta senza se e senza ma in tutte le sedi, getta un'ombra sulla linea di politica estera del nostro Paese. D'altronde dei segnali erano arrivati nelle scorse settimane, timidi dai ministri Crosetto e Tajani e più espliciti in chiave pacifista e di stop all'invio di armi dal capogruppo della Lega al Senato Romeo, che esprime la posizione di Salvini e non la sua personale.

Un'ombra imbarazzante per Meloni che rischia seriamente - stando a quanto Affaritaliani.it ha raccolto in ambienti politici della maggioranza - di incrinare i rapporti con i principali partner, soprattutto del G7. In primis con il presidente americano Joe Biden, con il quale, nonostante le distanze politiche, Meloni aveva instaurato un ottimo rapporto anche personale (tutti si ricorderanno la foto mano nella mano).

biden meloni
 

Biden, malgrado la guerra Israele-Hamas e lo scetticismo di una parte dei repubblicani Usa sul sostegno a Kiev, è impegnato a mantere unita la coalizione che sostiene Zelensky. Ma la tensione è destinata a salire anche con Rishi Sunak, primo ministro britannico in prima fila nell'appoggio incondizionato a Kiev. Figura politica che serve moltissimo a Meloni per la strategia sull'Africa (il piano Mattei) e il contenimento dell'immigrazione clandestina verso le coste italiane.

A livello di Unione europea, poi, le parole di Meloni ai comici russi portano la leader di Fratelli d'Italia ad essere molto simile al premier ungherese Viktor Orban e allo slovacco Robert Fico, appena eletto a Bratislava, che sono considerati i più vicini a Vladimir Putin e critici con la strategia Usa e Nato di continuare a inviare armamenti. Ovviamente anche Emmanuel Macron e Olaf Scholz, gli azionisti di maggioranza dell'Ue, non hanno certo gradito i giudizi della premier, spiegano fonti della maggioranza.

E così per Meloni, alle prese con diverse grane interne - dalla manovra economica che rischia di non essere così blindata in Parlamento, come vorrebbe, alla lite con gli alleati di Centrodestra su premierato e riforme istituzionali - si apre ora anche il fronte internazionale, l'unico punto su cui aveva brillato e ottenuto buoni risultati. Con una gaffe, uno scivolone (oltre al disastro e alla figuraccia imbarazzante delle falle della sicurezza e dei controlli di Palazzo Chigi) che rischia seriamente di indebolire il nostro Paese sui principali dossier mondiali: dalla questione dei migranti all'approvvigionamento di gas fino alle riforme a Bruxelles che segneranno il destino dell'Ue (e dell'Italia) nei prossimi anni. Un vero e proprio pasticcio.

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