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Politica
"Scurdammoce 'o passato", Meloni-Macron: pace fatta, alleanza obbligata
Emmanuel Macron e Giorgia Meloni

Il fronte tunisino, infatti, preoccupa Macron così come la Meloni, ed occorre che i due si uniscano per cercare di ammorbidire, anche su questo tema, quel fronte del Nord, che appare sempre meno compatto da quando alla guida della Germania non c’è più la Merkel. Inoltre il famoso asse franco-tedesco non è mai stato così debole, come in questo momento. Scholz e Macron non fanno nulla per nascondere incomprensioni e differenze, che solo alcuni imprescindibili interessi comuni riescono a dissipare.

La premier italiana può così avere buon gioco per presentarsi come una possibile sponda per il francese per cercare di avere risultati in Europa, non solo in tema di migranti ma anche su quello importantissimo per il francese legato al tentativo di far passare come fonte energetica compatibile con la transizione green, quella nucleare. Gli interessi sono comuni non si fermano qui ma sono anche legati alla questione degli aiuti statali, che inevitabilmente favorisce grandemente la Germania, anche nei confronti della Francia, che come dimostrato anche con la riforma delle pensioni, anch’essa comincia a dovere fare i conti con il proprio bilancio pubblico. Parigi in questo può dare un grande contributo all’Italia, così come quello sulla flessibilità sui fondi del PNNR.

Insomma la ricucitura tra i due, al di là degli screzi avuti, era inevitabile e necessaria, forse paradossalmente più per Macron, che ha necessità di rilanciare la sua immagine sempre più in difficoltà in patria, con risultati concreti a livello internazionale, che per la nostra premier. Prima del lungo incontro con Macron la Meloni ha incontrato il leader polacco Mateusz Morawiecki, per rafforzare un'alleanza sempre più solida con il paese che in questi mesi è diventato forse il più affidabile alleato americano in Europa.

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