Sergio Marchionne for president. Caro Grillo, ecco che cosa fa un capo vero - Affaritaliani.it

Politica

Sergio Marchionne for president. Caro Grillo, ecco che cosa fa un capo vero

Daniele Rosa

Sergio Marchionne è un manager che ci mette la faccia, nel bene e nel male. Grillo invece vuole cambiare il mondo reinventandosi il vecchio 'qui comando io'

Con tutto il rispetto per le persone, un qualsiasi italiano attento ai fatti di casa nostra, avrebbe fatto ieri un paio di semplici semplici riflessioni su due nostri concittadini che, per un verso o per l'altro, sono da tempo sotto i riflettori.

Parliamo di Sergio Marchionne, coi natali a Chieti, e di Beppe Grillo, genovese doc. Due personaggi agli antipodi.

Vedere il maglione nero dell'amministratore di Fca nella sala ovale della Casa Bianca stringere la mano al presidente americano insieme ai number one delle piu' importanti case automobilistiche USA  non puo' non aver riempito d'orgoglio chi respira italiano.

Sapere che 'noi 'abbiamo comperato e rilanciato un marchio statunitense quasi fallito, ne 'abbiamo' un gruppo piu' grande che sta facendo risultati sorprendenti, fa capire, se ce ne fosse bisogno, che noi italiani, quando ci crediamo, possiamo raggiungere qualsiasi traguardo. Ci basta essere preparati, intelligenti e 'moderatamente' slegati dalla politica nostrana.

In contemporanea abbiamo assistito alle acrobazie dell'altro italiano, quello di Genova che, da dietro lo schermo di un computer, dava ordini a destra e a manca ai suoi  giovanotti alle prese con faide interne, avvisi di garanzia, commenti e articoli, di stare ordinati e coperti.
Parola d'ordine del partito: un uomo solo al comando dal Pc e il suo avatar in giro per il paese.

Da una parte stiamo vedendo un manager che ci mette la faccia, nel bene e nel male, si sporca le mani negli stabilimenti, e' sprone in Ferrari o samurai nel difendere il suo Gruppo da accuse di malfunzionamento di alcuni suoi prodotti. Dall'altro qualcuno che, sicuramente  in buona fede, vuole cambiare il mondo reinventandosi il vecchio e pericoloso slogan 'qui comando io, armiamoci e partite'.

Il nostro paese ha, mai come ora, bisogno di un uomo forte al comando. Ha necessita' pero' di un uomo realmente forte. Forte delle sue idee, delle sue azioni, dei suoi risultati e non forte virtualmente della potenza dei gigabyte della sua piattaforma di comando.