Shalabayeva vuole tornare in Italia. Una delegazione del Senato in Kazakistan

"Ho tanti amici lì e mia figlia si è trovata bene". Se dovesse riuscire a lasciare il Kazakistan, Alma Shalabayeva, la donna rimpatriata con una procedura che ha sollevato pesanti polemiche facendo tremare i vertici del Viminale, potrebbe chiedere di tornare qui oppure in Svizzera. Perché nonostante quello che è successo la scorsa primavera, ha mantenuto legami solidi e alla figlia manca la scuola romana dove aveva imparato l'italiano.
Mentre in procura si preparano le nuove audizioni, destinate a chiarire che cosa non abbia funzionato nella procedura di espulsione e, in particolare, il perché al giudice di pace titolare del fascicolo la questura di Roma non abbia trasmesso le generalità corrette della donna, la Commissione diritti umani del Senato è appena rientrata da un viaggio in Kazakistan, per valutare le condizioni in cui vive la donna.
Domani, la delegazione guidata dal pdl Ciro Falanga renderà pubblici i dati raccolti, assieme al presidente della commissione, Luigi Manconi. A partire dalle condizioni in cui vive Alma Shalabayeva: "E' chiaro che lei soffre molto l'impossibilità di lasciare il paese, anche perché nel frattempo il marito è detenuto in Francia", spiega Emma Fattorini del Pd.