Pd, Fassina fa litigare Renzi e Speranza
"Renzi sbaglia. Non è un problema solo di Fassina se uno come lui ha dubbi sul Pd. E' un problema di tutto il Pd". Così Roberto Speranza risponde a chi gli chiede se condivide la tesi del leader dem che, nel corso del videoforum di Repubblica Tv, si è augurato che Stefano Fassina rimanga nel partito ma "se non rimane - ha detto- è un problema suo non nostro".
Una polemica, quella tra il premier e l'esponente della minoranza Pd, sorta dopo la lettera sulla riforma della scuola inviata a Renzi dallo stesso Fassina: "Caro Presidente del Consiglio - si legge nella missiva - sulla scuola non hai 'commesso un errore di comunicazione'. L'errore è stato di impostazione". In seguito il deputato dem non ha nascosto le sue perplessità circa l'opportunità di rimanere nel partito, pur ammettendo di non aver preso ancora alcuna decisione in merito: "In queste settimane sono totalmente concentrato per cercare di correggere l'intervento sulla scuola, che è molto negativo per i nostri istituti e per tantissimi insegnanti precari. Questo assolve tutte le mie energie. C'è una riflessione in corso, quello che è successo col Jobs Act prima e sulla scuola poi è il tracciato di un percorso che per me è insostenibile".
Intanto la presidenza del gruppo Pd della Camera ha deciso di rinviare a dopo le elezioni regionali l'assemblea per l'elezione del nuovo capogruppo, convocata per domani alle 14. A quanto si apprende da fonti parlamentari del partito, la decisione è stata presa "per evitare un possibile momento divisivo, dopo le tensioni sull'Italicum, prima del voto amministrativo".
Le critiche alle riforme di Renzi prendono corpo anche nelle parole dell'ex premier Romano Prodi, che ha espresso i suoi dubbi sulla legge elettorale: "Sull'Italicum ho sempre preferito non pronunciarmi. Ci sono aspetti che turbano, come i 100 capolista e soprattutto la pluralità di candidature, per cui alla fine si viene a gestire dall'alto un numero rilevantissimo di parlamentari".
"Questi -ha aggiunto Prodi- sono rilievi oggettivi su un meccanismo che può produrre problemi. Però non voglio dare un giudizio complessivo su questa legge, per non contraddirmi rispetto a quello che ho detto: sono fuori, quindi è bene che abbia un minimo di prudenza".
Da parte sua l'ex Pd Pippo Civati ha annunciato che domani presenterà la sua proposta di referendum per togliere i nominati dalle liste dell'Italicum: "Sarà contento chi come Prodi dichiara che sono preoccupanti, come lo sono le pluricandidature. La nostra proposta è aperta al contributo di altri. Quello che non ha potuto fare il Parlamento, lo faranno i cittadini".