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Politica

Di Tommaso Cinquemani
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giovanni manildo

Non era mai successo negli ultimi vent'anni, ma la striscia negativa per il Pd è finita. A Treviso il candidato del Centrosinistra, Giovanni Manildo, ha battuto al ballottaggio il candidato del Centrodestra, Giancarlo Gentilini, 55,5% a 44,5%. Undici punti di distacco. Una 'impresa', la definiscono in molti, perché la vittoria era tutt'altro che scontata, anzi. Gentilini ha governato per dieci anni, e altri dieci il suo pupillo, Giancarlo Gobbo. Lo stratega di questa vittoria, interpretata da molti come il segno della sconfitta definitiva della Lega Nord, ha un nome, si chiama Marco Marturano, spin doctor ed esperto di comunicazione, cha ad Affaritaliani.it spiega i segreti della vittoria: "Il merito principale è stato del nostro candidato, eccezionale in campagna elettorale, ma anche la Lega ci ha dato una mano".

Dopo vent'anni di governo qualcosa si è inceppato nel rapporto tra i trevisani, gente tradizionalmente di Centrodestra, e la Lega Nord. "Nel 1994 Gentilini è diventato sindaco perché ha dimostrato di saper ascoltare la gente e dare delle risposte ai problemi concreti della gente", spiega Marturano. "Veniva chiamato il sindaco dei tombini, perché nell'amministrazione pubblica andava fino in fondo e sapeva governare bene". Poi qualcosa si è spezzato. Dopo i dieci anni di governo Gobbo, poco amato dalla città, ma eletto perché sponsorizzato da Gentilini, la Lega ha deciso di ricandidare il vecchio sindaco per cercare di sollevare le sorti della Lega. Ed è stato questo l'errore secondo Marturano, perché nel corso degli anni Gentilini si era discostato dalla figura di amministratore vicino alla gente, per diventare un esponente del partito, membro di quella nomenklatura politica che nel 1994 lui stesso aveva criticato.

Fino qui la Lega, poi c'è il Pd. Il candidato del Centrosinistra ha giocato bene le sue carte. "Abbiamo parlato alla gente, mostrando il nostro progetto per la Treviso del futuro", spiega Marturano. "Non siamo caduti nell'errore di demonizzare l'avversario, né abbiamo partecipato a risse mediatiche, nonostante le provocazioni". Un atteggiamento pro-attivo, che grazie ai toni pacati e alle proposte concrete di Manildo ha saputo intercettare anche quella fetta di elettorato che fino ad oggi non aveva votato Centrosinistra".

Che il governo Letta duri sei mesi o cinque anni, Marturano ha qualche consiglio da dare ad Epifani e alla segreteria del partito per vincere le prossime elezioni. "Prima di tutto servono delle primarie aperte. Dobbiamo intercettare anche l'elettorato non fedele al Pd, e questo lo possiamo fare solo facendo scegliere il candidato dalla base. Un po' come fatto a Milano con Pisapia". E proprio su questo punto Marturano ci tiene a precisare: "Il Pd non può rivolgersi solo a chi già vota per lui, deve guardare oltre". Infine la cosa più importante: parlare alla gente. "Se Manildo ha trasmesso la sua visione di Treviso, rilanciando la città. Il candidato premier dovrebbe ispirare nei cittadini l'idea di una Italia nuova e dovrebbe mostrare come farlo. Il più concretamente possibile". Primarie aperte, allargare i confini elettorali, toni pacati e proposte concrete. Principi che un politico nel Pd ha dimostrato di seguire, Matteo Renzi.

Chi è Marco Marturano?

Presidente di GM&P. E’ consulente delle Presidenza nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria.
E’ stato il primo direttore di Ipsos Opinion. E’ stato consulente del Ministro delle Pari Opportunità, Barbara Pollastrini.
Ha svolto attività di formazione per il Gruppo dell’Ulivo alla Camera ed è spin doctor di, fra i tanti, Filippo Penati nella campagna elettorale per la Provincia di Milano, Flavio Zanonato per il Comune di Padova e Massimo Cacciari per il Comune di Venezia, Walter Veltroni per il Comune di Roma e Piero Fassino.

E’ autore di libri e saggi sulla comunicazione politica e sulla corruzione.

 

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