Terzo mandato, Centrodestra nel caos: Lega sempre più furiosa e Meloni non esclude le elezioni anticipate - Affaritaliani.it

Politica

Terzo mandato, Centrodestra nel caos: Lega sempre più furiosa e Meloni non esclude le elezioni anticipate

Dopo che in Trentino Fugatti ha ridimensionato la vice di FdI

Di Alberto Maggi

Salvini non farà mai un Papeete bis, ma nel profondo Nord (specie nel Triveneto) l'irritazione dei leghisti cresce di giorno in giorno per lo stop al terzo mandato anche per Friuli Venezia Giulia e Trentino (dopo il Veneto)


Esplode a livello locale con sempre maggiore forza la contrapposizione durissima tra la Lega e Fratelli d'Italia, appoggiata da Forza Italia. Sul terzo mandato lo scontro nella maggioranza si è inasprito ancora di più. Tensione alle stelle nella Provincia Autonoma di Trento. Lì dove il governo ha impugnato la legge di Trento che permetterebbe al presidente dell’ente Maurizio Fugatti (Lega) di essere eletto per la terza volta consecutiva, un rimpasto di giunta ha penalizzato una esponente del partito di Giorgia Meloni. Si tratta di Francesca Gerosa, ridimensionata pur restando in giunta, da Fugatti, che ha voluto Achille Spinelli come nuovo vicepresidente. Gerosa era precedentemente assessora all’istruzione, cultura e sport, politiche per la famiglia, per i giovani e per le pari opportunità, con funzioni di vicepresidente della Provincia autonoma di Trento. Ora le sono state tolte le deleghe "relative a politiche per la famiglia e la natalità, attività sportive e ricreative con i relativi impianti e attrezzature".

E' solamente l'apice di uno scontro ormai senza esclusione di colpi. Tutto nasce dal no secco di Fratelli d'Italia e Forza Italia - ribadito ieri su Affaritaliani.it dal portavoce nazionale degli azzurri Raffaele Nevi - al terzo mandato per il Governatori, comprese le regioni a statuto speciale e le province autonome. Anche se sarà la Corte costituzionale, ovviamente, a esprimersi sul caso del Trentino. Matteo Salvini cerca di evitare l'argomento, l'altro giorno ha parlato al Mit di "questioni locali che si risolveranno", ma il ministro degli Affari regionali e delle Autonomie Roberto Calderoli è furibondo e considera la decisione di impugnare la legge del Trentino un "errore gravissimo". Fonti ai massimi livelli del Carroccio - che ufficialmente almeno fino a ieri non volevano tornare sul tema - parlano apertamente di "decisione anti-democratica, visto che per i parlamentari e soprattutto per il presidente del Consiglio non esiste alcun vincolo di mandato". Non solo, sempre dalla Lega ricordano come in materia elettorale la Sicilia, regione autonoma, abbia una legge elettorale sulle Comunali nell'Isola molto diversa da quella del resto d'Italia. "Ma lì nessuno dice nulla, però prima o poi - spiegano fonti del Carroccio - toccherà anche a loro arrivare alla fine del secondo mandato e vedremo che cosa faranno".

Ipotizzare una crisi di governo sul tema del terzo mandato è eccessivo (Matteo Salvini non farà mai un Papeete bis), soprattutto in un momento nel quale il governo italiano è protagonista sulla scena internazionale con Giorgia Meloni, sempre ben consigliata dalla sorella Arianna, sull'organizzazione dei colloqui Russia-Ucraina in Vaticano. Ma all'interno del Centrodestra la tensione è palpabile e i leghisti sul territorio, soprattutto nel Triveneto, sono letteralmente furiosi con l'esecutivo e tornano a parlare, a microfono spento, di "Roma centralista", se non proprio di "Roma ladrona" (Vecchio slogan della Lega bossiana). D'altronde l'autonomia regionale differenziata che doveva essere corretta in Parlamento dopo i rilievi della Consulta si è completamente arenata e sul terzo mandato è stato stoppato Luca Zaia che è una bandiera della Liga e del Carroccio in generale. A quel punto i leghisti veneti hanno messo le mani avanti parlando di "linea del Piave" intendendo dire che il prossimo candidato Governatore in Veneto dovrà essere sicuramente un leghista, anche se non più Zaia, e quasi certamente Alberto Stefani. Da lì la ritorsione di Fratelli d'Italia e Forza Italia che hanno bloccato il terzo mandato anche per le regioni a statuto speciale portando prima alla crisi politica in Friuli Venezia Giulia e poi il caos Trentino.

Salvini lavora alacremente ai dossier del suo ministero, che non sono certo pochi viste anche le opere del Pnrr da rimodulare, ma forse dovrebbe anche occuparsi di ciò che sta accadendo nel profondo Nord perché si rischia davvero una frattura quasi insanabile, almeno sul territorio, che potrebbe portare alla rottura del Centrodestra alle Regioni in Veneto. Il tutto con conseguenze anche a Roma. Perché dal Carroccio fanno sapere chiaramente che se questo è l'atteggiamento degli alleati, anche contro l'autonomia e non solo contro il terzo mandato, ci saranno certamente ripercussioni sull'iter in Parlamento sul premierato, caro ai meloniani di FdI, e anche sulla riforma della giustizia, bandiera soprattutto di Forza Italia. Per non parlare poi del lungo e difficile dibattito sulla legge elettorale da riformare e sulla Legge di Bilancio per il 2026 tutta da scrivere. E infatti, alla luce di questo scenario, qualcuno rilancia l'ipotesi che la premier, stanca delle lite, dia l'ordine ai suoi del 'rompete le righe' e quindi correre alle elezioni politiche anticipate, addossando tutta la colpa alla Lega, e magari sostituendo il Carroccio con Azione. Considerando che per Carlo Calenda entrare nel Centrodestra è impossibile fino a quando ci saranno esponenti con Roberto Vannacci (ora vice-segretario del Carroccio) e non solo. Fantapolitica? Vedremo. Ma la tensione è ogni giorno sempre più alta.

Da segnalare il blando (e forse anche goffo) tentativo di Massimiliano Fedriga di gettare acqua sul fuoco di un incendio che ormai è quasi impossibile circoscrivere. "La volontà è questa, sia mia che anche del presidente Meloni", ha detto il presidente del Friuli Venezia Giulia, lasciando Palazzo Chigi dopo l'incontro con la premier Giorgia Meloni, rispondendo a chi gli domandava se si può ricomporre la frattura all'interno della maggioranza di centrodestra in Regione. "Adesso è la volontà di rilanciare l'azione dell'amministrazione regionale, penso molto apprezzata dai cittadini in questi anni, in cui si è vista una crescita importante della regione. Adesso convocherò, penso, nelle prossime ore una riunione in maggioranza per addivenire una soluzione che possa andare in questa direzione".

Forse troveranno anche una piccola e temporanea quadra per mettere una toppa al buco, ma resta il fatto che Fedriga come Fugatti vogliono il terzo mandato ma Fratelli d'Italia e Forza Italia dicono assolutamente no. Senza se e senza ma. La Lega è pronta a ingoiare l'ennesimo boccone amaro per la tenuta della maggioranza e del governo? A Roma forse sì, sui territori del Triveneto la risposta è una sola: sicuramente no.

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