Toti apre il cantiere del centro e risponde a Berlusconi: “Vale il 18% ed è di tutti”
Toti tiene a battesimo Italia al centro, il nuovo soggetto nato dopo l'esperienza in comune con il sindaco di Venezia Brugnaro.
Toti apre il cantiere del centro ma paletti di Calenda e Italia Viva
La costruzione di un'area di centro, che raggruppa le forze politiche che non si riconoscono in un'alleanza formata da Pd e 5 stelle, magari con dentro i Verdi e la sinistra piu' radicale, ma che non guardano nemmeno al centrodestra di Salvini e Meloni, è operazione a cui si stanno prodigando in molti, da Matteo Renzi a Carlo Calenda fino a Piu' Europa. Eppure il percorso avviato si preannuncia subito difficoltoso, almeno ascoltando i distinguo, le rivendicazioni e soprattutto i paletti che fioccano da piu' parti.
A fare un primo passo ufficiale verso la creazione di un'area al centro, in vista delle elezioni politiche del 2023 - perche' una cosa che accomuna le varie sigle e' che il governo Draghi deve andare avanti fino alla fine naturale della legislatura - è il governatore ligure Giovanni Toti, che tiene a battesimo Italia al centro, il nuovo soggetto nato dopo l'esperienza in comune con il sindaco di Venezia Brugnaro. Alla convention che si e' svolta a Roma in tanti hanno risposto all'appello, da Azione a Italia viva, fino al movimento di Clemente Mastella.
Si tratta di "un'area potenziale di elettori che va dal 14% al 18% si definisce di Centro e chiede politiche in grado di superare le emergenze e di garantire stabilita'. Un'ampia fascia del Paese, equamente rappresentativa e distribuita sul territorio nazionale, che oggi fatica a riconoscersi in una compagine politica e rischia di frammentare il proprio voto perdendo voce in capitolo", afferma Toti.
Arriva anche l'azzurra Mariastella Gelmini - che tiene subito a precisare di essere ospite in qualità di ministro e "non per inseguire collocazioni o geometrie politiche" - all'indomani della rivendicazione fatta da Silvio Berlusconi ("l'unico centro e' Forza Italia"), e che oggi torna a scandire come il suo partito sia "insostituibile". Concetto ribadito da Antonio Tajani, che non risparmia stilettate: "Qui vedo tanti generali che si fanno la guerra tra loro. Non mi pare sia un cantiere che possa andare lontano".
Caustico il commento dell'ex delfino berlusconiano alle parole del suo ex leader: "Il centro è di tutti, lo dico con affetto a chi continua in queste ore a dire 'il centro e' mio'. L'ambizione è costruire un cantiere che diventi grande, che abbia generali ma che ruotano e che danno il loro contributo senza sentirsi indispensabili, di leader che si sono sentiti indispensabili per poi non esserlo più qualche anno dopo ne abbiamo già visti tanti...", afferma Toti. Poco distante, sempre nella Capitale, si riunisce anche Piu' Europa, e Emma Bonino prende le distanze da altre iniziative, mettendo subito in chiaro che "sotto la leadership di Draghi si muovono e si creano partiti che si dissolvono due giorni dopo. Noi di +Europa con questo centro 'pancione' e minestrone non ci entriamo niente".
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