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Politica
Un reddito di dignità e la dignità di una scorta

In Italia lo scandalo dell’esorbitante numero di auto blu coi lampeggianti azzurri, auto scorrazzanti su e giù, principalmente per i sette colli romani, a disposizione di politici in carica, di politici in ex carica e di tanti altri a vario titolo  è stato praticamente messo a posto, o quasi.

 

Certo, perché adesso le identificabili auto blu ( i numeri delle quali sono ancora di difficile valutazione )  sono diventate delle più anonime auto grigie, e così, voilà, con un bell’escamotage tutto italiano sono rimasti, a molti, ancora privilegi di cui probabilmente non avrebbero diritto. 

Ma in fondo un’auto, nel nostro pubblico/politico, non la si nega quasi a nessuno.

Scorte e auto blu. Un auto blu o grigia non si nega a nessuno

Ma c’è un altro ‘quasi privilegio’, un quasi privilegio perché, in alcuni casi, non è ne’ un privilegio e nemmeno un vantaggio. 

Parliamo di scorte per la sicurezza date a chi, ad insindacabile giudizio delle Forze dell’Ordine e delle Prefetture, deve essere difeso da pericoli di vario genere.

 

Indiscutibile che, anche in questo campo, noi italiani non siamo secondi a nessuno. 

E’ anche vero che un livello di criminalità mafiosa come il nostro non può  essere vantato da nessun altro paese europeo, e quindi è comprensibile tutelare i magistrati, un po’ meno comprensibile è la tutela di politici, giornalisti e imprenditori.

Scorte e auto blu. 600 gli scortati

600 sono le persone italiane scortate a vario titolo, scorte che impegnano circa 3000 uomini. 

Siamo i number one in Europa, seguiti da una Francia che, pur sotto la minaccia terroristica, protegge meno di 200 persone, da una Germania che si cura di 40 e da una Gran Bretagna solo per 20, nemmeno tutti i membri del Governo.

 

Se è considerata giusta e sacrosanta la protezione per i magistrati, qualche domanda la gente comune se la fa quando vede scortata l’ex ministra Maria Elena Boschi o il giornalista Bruno Vespa. Come pure Alessandro Sallusti, direttore del Giornale e due politici conosciuti come Massimo D’Alema e Franco Gasparri. 

 

Impressionante in positivo invece è sapere che il Capo della polizia Franco Gabrielli risulta senza e che il premier Giuseppe Conte la vuole assolutamente ridimensionata.

Scorte e auto blu. Il comportamento dignitoso di Antonio Ingroia

Altro esempio di atteggiamento dignitoso è quello dell’expo palermitano Antonio Ingroia a cui la scorta è stata tolta, senza se e senza ma.  Forse avrebbe potuto eccepire.

L’ex pm che gestì i processi sulla Trattativa Stato-Mafia e che ora risiede a diecimila chilometri di distanza dall’Italia non ha detto nulla e non si è rivalso della solita dichiarazione/scusa di molti :’io vorrei ma la polizia non mi permette di toglierla, ci sono ancora preoccupazioni’. Gliela hanno tolta e con rispetto e dignità se ne è fatto una ragione.

 

Certo che Prefetture e Organismi preposti cercano di evitare qualsiasi rischio vero o potenziale ma la dignità della scorta dovrebbe essere insita nella mente e nei comportamenti di tanti che si dichiarano paladini della cosa pubblica, sempre pronti a schierarsi a favore dei deboli, salvo sacrificare poco o nulla sul personale.

Gli affetti da vitalizi, ad esempio (quelli ancora rimasti), proprio non riescono a guarire da quell’ingiusto virus che li 'tormenta' da anni.

 

E allora la gente sogna di fare un appello che suonerebbe più o meno così :'Forza scortati di tutti i generi, date una prova di dignità responsabile e se siete, ragionevolmente, convinti di avere gli stessi rischi sulla vostra sicurezza dei tanti cittadini che attraversano ogni giorno la strada guardano Facebook dal cellulare, chiedete che la scorta vi sia tolta'. 

Ne guadagnerete voi in libertà, ne guadagneranno gli uomini che vi scortano, magari messi su operazioni più coerenti con la loro preparazione, ed infine ne guadagnerà la fiducia del paese che comincerà a credere che, a volte, anche i politici hanno sussulti di dignità.

 

 

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antonio ingroiamaria elena boschibruno vespa





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