Virginia dei miracoli: bruciato anche Tutino. E' la farsa quotidiana
La Raggi brucia un altro assessore, questa volta si tratta di Salvatore Tutino impallinato come al solito dal “fuoco amico” dello stesso Movimento
La Raggi brucia un altro assessore, questa volta si tratta di Salvatore Tutino magistrato della corte dei conti assessore virtuale – come tanti altri - per un paio di giorni e impallinato come al solito dal “fuoco amico” dello stesso Movimento.
Ormai siamo alla farsa quotidiana e se la nostra non fosse una Repubblica in cui ci si abitua veramente a tutto sarebbe stato il caso di indignarsi ma come diceva Flaiano “la situazione è grave ma non seria”.
Dunque siamo ancora nel film “il mondo alla rovescia” a cui ci sta abituando la società del terzo millennio.
Una sindaca francamente incompetente –e lo dico absit iniuria verbis- che viene elevata alla gloria degli altari peloritani in un pubblico delirio che ci mostra e dimostra come sia in atto una autentica perdita dei valori minimali del buon senso.
A Roma non si tratta più di ideologia, di politica, di partiti e schieramenti ma siamo proprio alla incapacità tecnica di governare e quello che dà più fastidio e che la sindaca mantiene una incredibile prosopopea e senso di superiorità mentre dovrebbe divenire rossa dalla vergogna per quello che sta succedendo.
Oltretutto la Raggi sta mostrando anche una caratteristica francamente poco gradevole: è stata “beccata” diverse volte a mentire sia in grande come nel caso Muraro che in piccolo quando lasciava il povero Malagò in anticamera mentre lei pranzava tranquillamente in trattoria in via dei Mille sotto la dicitura “impegni istituzionali” che però erano finiti un’ora prima.
Insomma siamo davanti ad una donna che non solo non riesce a governare, ma neppure a completare la giunta ed ha in più questa disinvoltura ad eludere, sviare, non dire o dire cose diverse da quelle che sono.
Roma non ha perdonato politici fatti come Alemanno o Rutelli figurarsi quello che potrebbe accadere alla povera Virginia quando i romani si scocceranno di lei e della sua impreparazione.
A quel punto sarà troppo tardi anche per Grillo che vedrà sfumare il progetto di conquista nazionale avverando la profezia di Paola Taverna sul “complotto per “farci governare Roma”.