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Politica
Voto 2018, le elezioni? E' tutto una "bufala"

Molti giornali, già in questa fase iniziale della campagna elettorale, biasimano Renzi e Berlusconi perché fanno promesse inverosimili. L’assurdità di questi progetti è tale che il rimprovero viene da sinistra anche per i concorrenti di sinistra, e da destra anche per i concorrenti di destra. Effettivamente, si tratta di qualcosa di evidente, e Feltri ha ragione quando chiede a Berlusconi dove troverà i soldi per realizzare i suoi progetti. Anzi, forse farebbe prima a dargli del bugiardo, nel senso che Berlusconi sa benissimo che quei soldi non li troverà, come lo sa Feltri, come lo so io e come lo sappiamo tutti. E allora, come si spiega questa mancanza di moralità ai limiti della mancanza di dignità?

La risposta non è difficile. Narra un aneddoto che, in una zona in cui si produceva un vino eccellente, i poveri non avessero di che comprarsi nemmeno una bottiglia del frutto dei campi che coltivavano. Così un’anima buona propose che si mettesse in piazza una botte e che, nottetempo, i grandi proprietari andassero a versarci qualche litro del loro nettare, in modo che la mattina seguente si potesse distribuire un po’ di vino a quelli che avevano sudato fra le viti. Purtroppo, la mattina seguente, quando si aprì il rubinetto alla base della botte, ne uscì acqua pura. Era avvenuto che i produttori, temendo ognuno che gli altri, avrebbe versato acqua invece di vino, avevano fatto altrettanto, col risultato che, avendo tutti pensato la stessa cosa, nessuno aveva messo vino.

Il vino, nella nostra campagna elettorale, è la verità. Renzi è un campione delle menzogne. Da sempre mente spudoratamente, orgogliosamente, aggressivamente. E gli italiani – o, almeno, parecchi di loro – lo premiano. Grillo e i suoi non soltanto mentono nei progetti particolari, ma addirittura mentono in generale, quando promettono un cambiamento radicale dell’Italia- Come se l’Italia non fosse costituita dagli italiani e come se gli italiani fossero facili da cambiare. Quanto a Berlusconi, chi lo stima lo considera un genio della comunicazione, chi non lo stima lo chiama “bugiardo”, “imbonitore”, insomma uno che spaccia frottole pur di vendere la sua merce. Merce spesso immaginaria. Insomma, c’è poco da scegliere.

Possibile che tutti costoro abbiano un così basso rispetto di sé e una così bassa considerazione degli italiani che li ascoltano? Come spesso avviene, quando un fenomeno sembra assurdo, è perché la risposta sta altrove. Il giudizio severo che si può dare di Renzi o Berlusconi nasce dall’ingenuità di credere che essi siano in buona fede. In realtà essi non lo son: sono semplicemente costretti a fare ognuno concorrenza all’altro nella prevista gara delle bufale. “Se lui promette qualcosa, a costo di non mantenerne nemmeno il venti per cento, e poi vince le elezioni, si scuserà per non essere riuscito a realizzare quanto promesso (e magari ne darà il torto a me, che sarò all’opposizione) e nel frattempo si godrà il potere.

Così vale il punto di vista di quell’oste che aveva affisso al muro questo sintetico cartello: ‘Se tu chiedi credito, io dico no, tu arrabbiato. Se io faccio credito, tu non paghi, io arrabbiato. Meglio tu arrabbiato’ ”. Gli italiani non si rendono conto della situazione economica della nazione. Non si rendono conto delle regole europee e – quel ch’è peggio – del fondamento di quelle regole e cioè del rischio che una crisi di sfiducia delle Borse ci faccia improvvisamente fallire. Come se non bastasse, un keynesismo d’accatto, sostenuto dalle leggende di sinistra, fa credere che la soluzione dei nostri problemi sarebbero i famosi “investimenti dello Stato”.

Cioè la spesa in deficit. Dunque la gente continua a credere che si possa spendere il denaro che non si ha, quello stesso denaro con cui Berlusconi si occuperebbe dei vecchi e Renzi si occuperebbe dei disoccupati. Quel denaro che in realtà nessuno ha. Non possiamo rimproverare ai politici le loro menzogne, dal momento che l’Italia ha come primo partito un Movimento che è fondato sulle peggiori stupidaggini concepibili: che si possa trasformare una massa di cittadini dall’onestà approssimativa in perfetti galantuomini. Come se poi fosse la soluzione.

Che si possa abbassare la pressione fiscale mentre si fa a tutti un grande regalo, il reddito di cittadinanza finanziato dai contributi versati da angeli, arcangeli, serafini e cherubini. Che si possa rivoluzionare un Paese mentre è in regime di democrazia, mentre quello stesso Paese un dittatore come Mussolini non è riuscito a trasformarlo. E che dichiararsi insoddisfatti della realtà sia un modo per cambiarla. Gli italiani sognano. Sognano borbottando e imprecando, ma sognano. Ecco perché si può dire ai tanti critici dei nostri uomini politici: “Avete ragione, stanno raccontando sciocchezze. Ma voi che cosa direste, al loro posto? La pura verità? Ma fatelo pure. I vostri tre o quattro amici vi ascolteranno volentieri”.

*giannipardo@libero.it

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promesse elettoralipartiti politici





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