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Politica
Zone Rosse, 100 carabinieri pronti a chiudere la Bergamasca. Poi dietrofront

Zone Rosse, Conte mette all'angolo Fontana: "Altre Regioni le hanno create"

L'emergenza Coronavirus continua in Italia, la malattia non è ancora alle spalle anche se il Paese faticosamente cerca di ripartire. Gli Stati Generali convocati da Conte per venerdì sono il segnale che la crisi economica è pesante e che bisogna fare in fretta. Proprio per questo, la convocazione dei pm di Bergamo per affrontare la tematica della mancata "zona rossa di Alzano e Nembro", irrita - come spiega il Corriere della Sera - il premier, il quale ribadirà comunque la linea del governo, girando la responsabilità del mancato provvedimento sul presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. "La Regione Lombardia poteva creare “zone rosse” in piena autonomia se riteneva giusto non aspettare il provvedimento del governo".

Ma ai magistrati - prosegue il Corriere - dovrà chiarire anche che cosa accadde a palazzo Chigi dopo la nota inviata dal presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro, che suggeriva invece di procedere intanto per quei due centri dove il numero dei contagi da coronavirus si era ormai impennato. E lo farà sulla base di una «memoria» preparata nelle scorse settimane, quando si è saputo che era stata avviata l’indagine. Si torna dunque al 3 marzo, quando «il Comitato tecnico scientifico riceve i dati epidemiologici relativi all’andamento del contagio nella regione Lombardia e, in particolare, Alzano Lombardo e Nembro». In ogni paese ci sono più di 20 casi, l’ipotesi che si tratti di focolai è altissima. La ricostruzione Ai magistrati il premier consegnerà l’elenco dei luoghi più colpiti: «A Bergamo risultavano 33 casi, a Lodi 38, a Cremona già 76, a Crema 27, nel comune di Zogno 23, nel comune di Soresina e in quello di Maleo 19 e comunque in molti altri Comuni della Lombardia si registravano numerosi casi di Covid-19».

Una polemica non sopita e alla quale Conte ha sempre ribattuto sostenendo che poteva essere il governatore a procedere. Lo ripeterà durante l’interrogatorio elencando «le varie ordinanze con misure restrittive che la Lombardia ha adottato il 21, il 22 e il 23marzo 2020». E per questo sosterrà che «nessuna contestazione può essere mossa al governo vistoche anche altreRegioni, come il Lazio, la Basilicata e la Calabria hanno creato “zone rosse”.

La ricostruzione dei fatti della mancata zona rossa di Alzano e Nembro

La prima interlocuzione della Lombardia con il governo, avente per oggetto la provincia di Bergamo, risale al due marzo. Seguono - si legge sul Corriere della Sera - alcuni giorni di discussioni durante i quali il presidente Fontana e i suoi assessori non arriveranno mai a chiedere l’istituzione di una vera e propria zona rossa. Come se il primo passo dovesse essere fatto da altri. Ci pensa il Comitato tecnico scientifico che segue l’emergenza per l’esecutivo. Gli esperti propongono «di adottare le opportune misure restrittive già in uso nei Comuni della “Zona Rossa” al fine di limitare la diffusione dell’infezione nelle aree contigue» per i comuni di Alzano Lombardo e Nembro, paesi «che hanno fatto registrare casi ascrivibili a un’unica catena di trasmissione». È il 3 marzo, non c’è ancora una decisione ufficiale. Ma la zona rossa sembra cosa fatta. La sera del 5 marzo al Palace Hotel di Verdellino arrivano cento carabinieri del Reggimento di Milano. Davanti all’albergo sono parcheggiate camionette e blindati. «Noi siamo pronti» dicono. A due chilometri di distanza, al Continental di Osio Sotto, ci sono altri cento poliziotti. Poi ottanta soldati dell’Esercito, e altri cinquanta finanzieri. Tutto è pronto per la zona rossa. L’ordine non arriverà mai. Alzano Lombardo e Nembro diventeranno zona rossa solo il 9 marzo. Insieme al resto della Lombardia e dell’Italia.

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