Politica
Zuppi fa politica contro l’autonomia differenziata e bussa a soldi
Il Capo della Cei vuole ricordare al governo i fondi PNRR, che tardano ad arrivargli
Zuppi fa politica contro l’autonomia differenziata e bussa a soldi
Il cardinal Matteo Zuppi, presidente della Cei, aprendone il Consiglio permanente, non resiste alla tentazione di fare politica ed anche di parte. E così fa una sorta di comizio.
“Suscita preoccupazione la tenuta del sistema Paese, in particolare di quelle aree che ormai da tempo fanno i conti con la crisi economica e sociale, con lo spopolamento e con la carenza di servizi. Non venga meno un quadro istituzionale che possa favorire uno sviluppo unitario, secondo i principi di solidarietà, sussidiarietà e coesione sociale. Su questo versante, la nostra attenzione è stata costante e resterà vigile, nella consapevolezza che il Paese non crescerà, se non insieme".
Come è noto, al porporato proprio non piace l’autonomia differenziata, e da mesi non perde occasione per farlo notare.
Desta cauta preoccupazione nonché meraviglia sul fatto che la Chiesa “resterà vigile” sul fatto che il Paese, cioè l’Italia, debba crescere insieme. Il discorso è chiaramente indirizzato verso il progetto di autonomia differenziata leghista. Qui siamo proprio all’entrata in gamba tesa nella politica italiana e per di più indirizzata in modo mirato ad un partito specifico.
Abbiamo imparato a capire che quando Zuppi fa questi interventi, e tira calci negli stinchi al governo, in realtà bussa a soldi, in questo caso ce l’ha con l’esecutivo e i fondi per il PNRR con cui finanzia la Caritas e che tardano ad arrivare. E questo pare essere una sorta di avvertimento criptato.
E poi la preoccupazione per le Europee, anche questo di parte:
"L’Europa vivrà a giugno una grande occasione di partecipazione popolare per il rinnovo del Parlamento di Strasburgo. Il progetto europeo di un'Europa unita nella diversità, forte, democratica, libera, pacifica, prospera e giusta è un progetto che condividiamo e di cui ci sentiamo responsabili. Siamo tutti chiamati a portarlo avanti anche esprimendo il nostro voto e scegliendo responsabilmente i deputati che rappresenteranno i nostri valori e lavoreranno per il bene comune nel prossimo Parlamento europeo".
Siamo alla versione riveduta e corretta delle vecchie prediche pre - elettorali con cui il Vaticano cercava di indirizzare il voto dei cattolici.
Zuppi, tra l’altro, cerca di rimediare alle accuse di dabbenaggine a Papa Francesco sulla guerra:
"Le parole del Santo Padre sulla pace sono tutt'altro che ingenuità. È sofferta e drammatica condivisione di un dolore - che non potremo mai misurare".
Il capo della Cei evidentemente dimentica la missione spirituale della Chiesa cattolica, nelle vicinanze di un evento così importante per la liturgia come la Pasqua e torna ad esercitare il potere temporale, anche se ormai ufficialmente non più riconosciuto, ma sempre ben presente.
Si tratta dopotutto del partito politico più vecchio, più di duemila anni di permanenza.
La sua missione sarebbe puramente spirituale e non materiale. Sono lontani i tempi di Papa Benedetto e della sua concezione ieratica ed austera della missione del Soglio petrino.