FI, si teme il muro da Via Capruzzi
Vitali: “Escano allo scoperto”
Bari – La settimana politica, per gli azzurri, comincia lì dove era finita quella precedente: resta convocato per la mattinata, infatti, il vertice tra il commissario Gino Vitali e la pattuglia di consiglieri regionali, convocato d’imperio dal primo dopo le accuse di temporeggiamento inviate al presidente Ignazio Zullo: “Non sono capogruppo per concorso ma non mi sembra che chi lo dice abbia superato un concorso per poterlo affermare. Però, a differenza sua, che è un nominato per grazia ricevuta, il sottoscritto è in Consiglio regionale perché eletto da oltre 10mila elettori", rimbrotta a muso duro il numero uno dei forzisti di Via Capruzzi, a stretto giro dall’ultima stilettata a tema dell’avvocato brindisino. “Si continua dalla solita parte a cercare lo scontro e la spaccatura a tutti i costi, chiedo a queste persone di portare avanti la loro strategia alla luce del sole”, prova a stanare il fedelissimo berlusconiano.
Il rischio è quello di un nuovo muro: una serie di mirate defezioni motivate dalla necessità di partecipare alle commissioni consiliari già in agenda. E vale per Zullo - impegnato in commissione sanità - ma potrebbe valere anche per Gianmarco Surico e Maurizio Friolo, solo a citarne un paio. Gli stessi raggiunti, insieme agli altri colleghi di scranno del partito, dal sms con il quale l’ex Sottosegretario aveva fatto presente che la partecipazione alla kermesse romana di Raffaele Fitto avrebbe potuto rappresentare uno spartiacque per la ricandidatura: “Nessuna preclusione nei confronti di alcuno”, ha garantito in pubblico Vitali negli ultimi giorni. E invece il clima è tornato rovente: “Io nominato? Zullo conosce bene la mia storia politica e sa benissimo che le mie cariche sia istituzionali che interne al partito le ho sempre guadagnate sul campo, con i voti e non con le investiture dall'alto. Ho insomma l'impressione che Zullo sia preoccupato dalla mia ricerca del dialogo e che lui non voglia la pace ma cerchi a tutti i costi lo scontro”, sbotta il commissario, attaccando il successore di Rocco Palese, reo – per l'accusa - di voler ostacolare l'incontro, di non aver avuto “il garbo” di avvisare dell'assenza e di non aver neppure informato del tavolo gli altri componenti del gruppo. “Inoltre l'incontro è in programma per le dieci, lui avrà commissione alle dieci e trenta: una mezz'ora più che sufficiente per incontrare me e i suoi colleghi, o quantomeno per spiegare le ragioni della sua assenza”, invita sibillino Vitali, dopo aver tacciato il capogruppo uscente di malafede.
Ad una settimana dalla Convention che incoronerà Schittulli candidato ufficiale della coalizione, forse in assenza dello stesso Vicerè di Maglie, il braccio di ferro non accenna a placarsi. A poco sono valse le aperture del barese Antonio Distaso e il colonnello con i galloni di Palazzo Grazioli non le manda a dire, pur rassicurando gli alleati che, se anche le truppe non dovessero desistere dalla battaglia, “Raffaele Fitto e tutti coloro che a lui si richiamano non potranno far altro in questa campagna elettorale che schierarsi nell'alveo centrodestra, al fianco dei moderati, con Francesco Schittulli”. Difficile credere che giocherà la carta della diplomazia anche con la delegazione di Via Capruzzi, visto l'invito della vigilia ad uscire allo scoperto “senza più nascondersi dietro le belle parole e le menzogne”: “Non chiedo loro di farlo per me, ma il rispetto che si deve al popolo di Forza Italia e alla storia del nostro partito".
(a.bucci1@libero.it)