FI, Vitali minaccia la grande cacciata. Palese lo sfida nelle urne
Bari – La bufera tra i forzisti non accenna a calmarsi e il commissario, Gino Vitali, preannuncia lo showdown e minaccia la grande cacciata dal partito dei dissidenti. A far saltare il tavolo potrebbe essere l’ennesimo atto di sfiducia da parte dei fittiani, questa volta notificato attraverso un vero(simile) documento al quale starebbe lavorando il tarantino Gianfranco Chiarelli: “Io non so se sia vero o meno, ma so per certo che se un parlamentare di Forza Italia, nominato da Forza Italia, si affanna per far firmare un documento contro il suo commissario regionale, allora questo deputato non può che considerarsi fuori da Forza Italia. E con lui tutti coloro che, per convinzione o soggezione, pongono la propria firma in calce”, punta i piedi l’avvocato francavillese, agitando lo spettro della scomunica di massa e confermando di aver avuto notizia della manovra dal primo cittadino di Ginosa.

“Fantasmi che camminano” e “tentano di incendiare la casa che li ha ospitati”, stronca Vitali con immagini neroniane, a stretto giro dal cartellino rosso evocato ai danni del foggiano Lucio Tarquinio, per nulla tenero con il nuovo numero uno regionale (“patetico, parla solo per aprire la bocca”, gli aveva riservato dal Mattino). E se a chiedere l’unità è Francesco Amoruso – alla guida del partito pugliese e poi promosso a responsabile per il Mezzogiorno, lasciando il posto al brindisino – e Chiarelli non smentisce, a sparigliare prova l’ex capogruppo in Via Capruzzi Rocco Palese, lanciando al proconsole berlusconiano il guanto della sfida nelle urne: “Propongo che tutti i parlamentari e il commissario Vitali siano in lista alle regionali. Così potremo verificare il gradimento degli elettori e faremo vincere Schittulli”, azzarda l’ex candidato Governatore, ipotizzando una conta destinata a sfumare solo se il braccio di ferro sui posti nella lista con le insegne azzurre dovesse rientrare.
Semplice provocazione o extrema ratio per legittimare la leadership dell’ex sottosegretario alla Giustizia? L’altro lato della medaglia, ovunque dovessero portare gli scossoni in divenire, è la necessità di ottenere a maggio un risultato in termini numerici, senza il quale qualsiasi fatwa perderebbe vigore: “Da sei giorni la Puglia assiste attonita e sconvolta alle gaffe e alle minacce di epurazioni dell'ineffabile Commissario”, fa muro la pattuglia parlamentare del Tacco, attaccandone "l'eleganza di un elefante" e "il fare distruttivo di King Kong". “Tra qualche giorno corre il rischio di litigare anche con se stesso, dopo aver esaurito tutti gli eletti di Forza Italia. Tutto questo è pericoloso perché sta creando grande delusione e rabbia tra i nostri elettori, favorendo esclusivamente Michele Emiliano di cui oggi Luigi Vitali è - di fatto - il miglior alleato", si legge nella nota firmata da Marti, Palese, Bruni, Ciracì, Zizza, Altieri, Distaso, Sisto, D'Ambrosio Lettieri, Perrone, Fucci, Liuzzi, Chiarelli e Tarquinio. L’obiettivo è disinnescare la mina: “La sua nomina ha una legittimità politica e statutaria abbastanza fumosa, così come gli atti di epurazione che vorrebbe mettere in atto, assolutamente illegittimi”, gli rimbrottano a muso duro, “Caro Gino la politica è un'altra cosa”. Almeno fino al prossimo corpo a corpo.
(a.bucci1@libero.it)
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Pubblicato sul tema: FI, Distaso e Marti a Vitali 'Da politica a commedia'