Amica FG, MPS per 'quieto vivere'
Restituisce 1milione di euro
“L’istituto bancario, di propria iniziativa, al fine di evitare il contenzioso e garantire il buon nome dell’istituto stesso, ha restituito in data odierna alla Curatela l’intera somma a suo tempo sottratta (euro 986.306,07), che è stata accreditata sul conto corrente della Curatela. Ciò determina la cessazione di ogni contenzioso nei confronti di MPS ed il totale recupero dell’ammanco che tanto clamore aveva destato. La Curatela, nostro tramite, informerà dell’accaduto la Procura della Repubblica di Bari per quanto di sua competenza. Esprimiamo la più completa soddisfazione, degli organi fallimentari e nostra, per la più che celere definizione di tale contenzioso.“
Lo comunicano in una nota stampa Luigi Treggiari e Alberto Teta, avvocati della curatela fallimentare dell'ex Amica Spa, azienda pubblica di rifiuti il cui fallimento è nelle mani della curatrice Mirna Rabasco.
La curatela fallimentare dell'ex Amica Spa, infatti, aveva deciso di mettere in mora il Monte dei Paschi di Siena, e nominare Alberto Teta, come suo legale rappresentante nella causa civile prevista, nel caso l'istituto bancario fosse risultato in qualche modo responsabile della frode milionaria informatica - operata da ignoti - sul conto corrente aperto, un anno fa, presso la filiale di Foggia in Via Garibaldi.
A riferirlo ad Affaritaliani.it è stato lo stesso Luigi Treggiari, avvocato penalista, assegnato alla difesa della curatrice fallimentare.
Mentre a un mese esatto dagli eventi, trapelava la notizia sulla maxi frode informatica milionaria si era insediato Giancarlo Bisceglie, quale nuovo Direttore della filiale “Via Garibaldi” del Monte dei Paschi di Siena di Foggia. Avvicendamento alquanto singolare nella tempistica, che aveva fatto cadere un velo censorio sull’ormai “ex Direttore”, improvvisamente calato nell'anonimato.
L'MPS, allora sentita da questa testata si era celata dietro un “no comment”.
Secondo quanto accertato dagli inquirenti, il 4 e 6 marzo sono partite 6 rimesse fondi verso conti aperti a Cipro, Londra, le Isole Seychelles, e la Slovenia. Non confermata, invece, la rotta per le Isole Cayman, sul cui nome, sentita la parte lesa da Affaritaliani.it, si è generata non poca confusione: Cayman è anche il nome di una sede bancaria con sede nelle Isole Seychelles. La ricostruzione storica riguarda in ordine: 4 bonifici per somme ingenti e 2 per somme minori. Per la precisione mezzo milione di euro sarebbero stati dirottati su due filiali di una banca cipriota, e su un conto deposito alle Seychelles; mentre 2 bonifici da 200 mila euro ciascuno sarebbero stati versati presso una banca in Slovenia.
Tra il 6, e il 7 dello stesso mese, ad accesso ripristinato, si scoprì, che il fondo fallimentare era stato svuotato di oltre 1 milione di euro. Soldi dirottati verso istituti bancari a fiscalità agevolata. Sulla querela sopraggiunta agli inquirenti, l'11 marzo, è stato aperto un fascicolo d'indagine a carico di ignoti presso la Procura della Repubblica di Bari, dove è stato costituito un pool per reati informatici, coordinato dal sostituto procuratore, Marcello Quercia.
Tra il 4 e il 6 marzo sono stati sfornati in ordine 4 bonifici per somme ingenti, e 2 per somme nell'ordine dei 100 mila euro, queste ultime già bloccate in fase di rogatorie internazionali. Ma proprio i bonifici da mezzo milione di euro e uno da 200 mila sarebbero finiti a Cipro, e alle Seychelles, due sedi offshore per eccellenza, definiti “paradisi bancari” in senso stretto con vincoli di segretezza, diversi dai “paradisi fiscali”che privilegiano la sola agevolazione fiscale.Secondo fonti informate, tra le sedi offshore comparirebbe anche Madeira, un'isola, che appartiene politicamente al Portogallo, ma è localizzata sulle rotte per l'Africa e le Americhe, di fronte alle coste africane.
Come evidenzia uno studio sui “Paradisi Fiscali” pubblicato dal “Centro universitario di Studi strategici e internazionali di Firenze, il CSSI, le organizzazioni criminali privilegiano comunque i primi,dato che l'esigenza dell'anonimato nelle operazioni economiche, e la tutela del segreto, sono senz'altro più appetibili. Anche considerato, che pagare più o meno tasse su proventi comunque illeciti non è così gravosi come pagarli su proventi frutto di lavoro e fatica. Soprattutto c'è da considerare, che l'unico sistema, che tali organizzazioni hanno per “lavare” il denaro sporco è proprio quello di immetterlo nel circuito ufficiale del sistema bancario nazionale.
I bonifici “anomali”, oltre ad essere sprovvisti di causale, conterrebbero una dicitura del tutto diversa da quella riportata nelle operazioni disposte con il servizio di home banking, il che farebbe pensare ad una intromissione esterna nel sistema. “Il bonifico – precisa Luigi Treggiari – presentava un codice in entrata al posto di quello in uscita, mentre il fondo era stato già prosciugato”.
“Il servizio di home banking sul conto corrente – si legge in una nota stampa dello stesso studio legale - era stato autorizzato dal Giudice Delegato al fallimento, Roberto Gentile, al fine di agevolare lo svolgimento di operazioni bancarie in entrata, e uscita. La scelta dell'istituto bancario è stata disposta con la sentenza dichiarativa di fallimento in quanto il Monte dei Paschi di Siena risulta tra gli istituti convenzionati con il Tribunale di Foggia Sezione Fallimentare.”
Prima che sopraggiungessero i servizi bancari on-line, i soldi ricavati dalle procedure fallimentari venivano versati su libretti bancari o postali, e solo il curatore con provvedimento del giudice di volta in volta poteva operare sul conto vincolato. Al contrario nella transazione online è difficile individuare la territorialità, e perfino il luogo d'uso del bene.
Si andata così delineando la figura di “truffatori espertissimi” con un buon grado di premeditazione. La Banca sostiene, che l'accesso al conto è avvenuto in modo regolare senza violazione del sistema crittografico. Quando i primi di marzo la commercialista aveva cercato di accedere al conto online, la banca le avrebbe comunicato “un black-out telematico su scala nazionale, che stavano risolvendo.”Se il fall-out comunicativo venisse confermato, si giustificherebbe l'omissione di una tempestiva segnalazione su trasferimenti anomali di denaro. Dall'altro prenderebbe piede la convinzione che pirati informatici avrebbero creato, “il vuoto”, per trasferire ingenti somme senza problemi, e senza il rischio di essere intercettati dai sistemi bancari di “alert” automatici.
“Riscontrata l'anomalia – aveva dichiarato ad Affaritaliani.it Luigi Treggiari - è partita l'immediata denuncia alla Squadra mobile, e alla Polizia postale di Foggia, oltre all'informativa diretta al Giudice Delegato, e al Comitato dei Creditori. E' stato, inoltre, consegnato agli inquirenti l'hardware di studio perché fossero effettuate le necessarie verifiche. In seguito è stato autorizzato il trasferimento della somma residua presso la Banca Popolare Pugliese. Vista la delicata vicenda Amica Spa – continua Treggiari – si è tentato di non divulgare la cosa, visto il segreto istruttorio in corso, e la fase ancora embrionale delle indagini.” Fatti sui quali la Procura della Repubblica presso il tribunale di Foggia ha immediatamente aperto un fascicolo.
Per definizione, “il delitto di frode informatica è commesso da 'chiunque', alteri in qualsiasi modo il funzionamento di un sistema informatico, o telematico, o interviene senza diritto con qualsiasi modalità su dati, informazioni, o programmi ad esso pertinenti, allo scopo di procurare a sé, o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno”. Rientra nell'ambito operativo la legge antiriciclaggio, e i controlli della Guardia di Finanza negli studi professionali, gli obblighi di segnalazione delle operazioni sospette, gli indicatori di anomalie, e gli schemi di comportamento anomalo.Intanto sono stati posti sotto sequestro dal pool investigativo due computer in tutto, quello della filiale di Via Garibaldi, consegnato spontaneamente dalla Rabasco, sia un computer dalla sede dell'ex azienda di rifiuti. L'ipotesi investigativa sin dall'inizio ha proteso per reati di frode informatica di recente istituzione, introdotta dalla legge n. 547/1993, e disciplinata dall’art. 640 ter del Codice Penale. Reati in progressivo aumento tanto da non lasciare escludere il caso esempio emblematico del ladro che provando in maniera random a rapinare più casse possibili, si trova di fronte la possibilità di trovarne delle vuote, ma anche delle ricche.
Presenta un conto salato il regime sanzionatorio, disciplinato dal “D.M. 16 aprile 2010 – Indicatori di anomalia per i professionisti”, art. 55 illeciti penali, art. 57, 58 e 59 illeciti amministrativi. Alcune violazioni penali, ad esempio, prevedono ammende, che vanno da un minimo di 2 mila e 600 euro, a un massimo di 50 mila, fino all'arresto da 6 mesi, a 1 anno. Tra le violazioni amministrative, “l'omessa segnalazione di operazione sospetta”, prevede una sanzione dall’1% al 40% dell’importo dell’operazione non segnalata. Stesso discorso per l'omessa comunicazione limitazioni all’utilizzo del denaro contante (sanzione dall’1% al 40% dell’importo trasferito).
4 APRILE 2013
https://www.affaritaliani.it/puglia/amica-foggia-il-milione-di-euro-svanito.html?refresh_ce
5 APRILE 2013
https://www.affaritaliani.it/puglia/foggia-amica-e-frode-nformatica-mps.html?refresh_ce
11 APRILE 2013