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Fondazione Di Vagno: 'Autonomie regionali e unità nazionale, la prova Europa'

Secondo appuntamento della Scuola per la Buona Politica organizzata dalla Fondazione Di Vagno articolato in due momenti/confronto, toccando temi e contesti politici legati da un unico concetto di base: “EUROPE FIRST!”.

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L’Europa in vista del rinnovo del Parlamento il prossimo 26 maggio, con Enrico Letta e ‘Le cinque prime volte dell’UE del 2019’, che trae spunto dall’ultimo libro dell’ex presidente del Consiglio italiano e Presidente dell’Istituto Jacques Delors, pubblicato da Il Mulino: “Ho imparato. In viaggio con i giovani sognando un’Italia mondiale”. A cui, è seguito “Autonomie regionali e unità nazionale alla prova d’Europa”, con Gianfranco Viesti, Michele Emiliano e Francesco Paolo Sisto, per affrontare l’allarmante e spinoso tema della cosiddetta “Autonomia differenziata” richiesta dalle regioni Veneto, Lombardia e Emilia Romagna, partendo dal libro/studio online di Gianfranco Viesti, pubblicato dalla casa editrice Laterza: “Verso la secessione dei ricchi? Autonomie regionali e unità nazionale”.

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Il dialogo con Marco Panara (“La Repubblica”) ha toccato le 5 novità indicate da Enrico Letta: 1) Il voto europeo all’indomani non più di un suo allargamento, ma a seguito dell’uscita della Gran Bretagna dall’UE; 2) La fine di un assetto storico consolidato e basato sul dittico Conservatori e Socialisti europei, che questa volta quasi certamente non supereranno il 45% dei consensi; 3) Il rinnovamento contemporaneo di tutte le cinque istituzioni europee; 4) Si parla finalmente d’Europa e non solo di temi e governi domestici; 5) La candidatura duplice della Germania alla presidenza della Commissione Europea e alla BCE.

Ma anche la rivoluzione negli equilibri demografici intercontinentali, la provocazione di chi vede la scomparsa di un Parlamento votato dai cittadini, e la necessità “ineludibile” di cambiare strumenti, ritmi e mentalità nell’approccio alle problematiche e nelle dinamiche di governance: inconcepibili 7 mesi per il varo di un nuovo governo, pensare a legislature di 3 anni dato che in cinque anni - con i tempi della modernità e della fibra ottica - tutto cambia profondamente.

Costruire mulini a vento e non alzare muri. Questo è il messaggio che in qualche maniera affiora del libro, che offre al lettore nuovi punti di vista sull’opportunità Europa: “Alzando muri - ha sostenuto Enrico Letta - semplicemente facciamo finta di proteggerci, ma alla fine il cambiamento avviene e non lo guidiamo noi. Io penso che nel nostro Paese, prima ancora che di una battaglia organizzativa ci sia bisogno di una battaglia culturale”.

Per Letta l’idea di mettersi tutti contro i populisti è un’idea che finisce alla fine per rafforzare proprio loro: “La strada che ha preso l’Italia non mi piace - ha sottolineato Letta - vorrei che si cambiasse direzione. In questo libro provo a elaborare idee e lanciare proposte concrete. Per interrompere una sequenza fatta di errori e illusioni, tra sovranismi e rottamazioni, che ha portato a un’Italia sempre più ripiegata su sè stessa. Per affrontare le sfide dell’immigrazione, del declino economico e culturale, della sostenibilità ambientale, e per un’Italia davvero protagonista di una nuova Europa”.

“Le mie riflessioni - ha aggiunto Enrico Letta - si fondano su tre convinzioni. La prima è che per superare questo presente bisogna innanzitutto capire come ci si è arrivati. La seconda è che si deve superarlo andando avanti e non indietro. La terza, la più importante, è che non c’è niente di più bello che imparare”.

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Il tavolo successivo, coordinato da Lino Patruno (La Gazzetta del Mezzogiorno), ha messo in evidenza come pochissimi italiani sappiano cosa sia l’autonomia regionale differenziata. E di come il breve saggio Gianfranco Viesti (Economista, docente e studioso di economia internazionale, industriale, regionale e di politica economica) riesca a fare sintesi efficace delle origini di questo processo, accelerato dalle richieste regionali (passate quasi sotto banco) e delle loro possibili implicazioni.

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Un saggio distribuito gratuitamente (scaricabile online dal sito Laterza.it), per ribadire che non si tratta di una piccola questione amministrativa, che riguarda solo i cittadini delle tre regioni richiedenti, ma di una grande questione politica, che riguarda tutti gli italiani. “Che può portare ad una vera e propria “Secessione dei ricchi” - come afferma lo stesso Viesti - a spezzettare la scuola pubblica italiana; a creare cittadini con diritti di cittadinanza di serie A e di serie B a seconda della regione in cui vivono”.

All’incontro hanno partecipato il presidente della regione Puglia, Michele Emiliano, Roberto Speranza parlamentare del gruppo LeU e coordinatore nazionale del movimento Articolo 1 -Movimento Democratico e Progressista, il parlamentare del gruppo Forza Italia Francesco Paolo Sisto, mentre Giuseppe Brescia, presidente della I commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati per il M5S - impossibilitato a raggiungere Bari per questioni di salute - ha inviato una nota di saluto.

Tutti concordi nell’individuare la minaccia di un devastante assalto alla stabilità Costituzionale italiana e del comune impegno per la salvaguardia di un Paese unito e forte, capace altresì di promuovere sinergie transnazionali non solo in Europa, ma anche in contesto Mediterraneo.

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“Non vi è dubbio che c’è una componente nord sud di cui dobbiamo tener conto”, ha sostenuto Gianfranco Viesti, che ha lanciato una raccolta firme contro quella che ha chiamato ‘La secessione dei ricchi’. La protesta del Sud mi sembra opportuna e importante. Tuttavia questo processo si potrà formare solo se diventa patrimonio dei cittadini che va oltre i confini regionali”.

“Noi cittadini del Sud - ha denunciato Viesti - non possiamo dimenticare che una parte delle nostre classi dirigenti è fatta di cialtroni pronti a saltare sul carro di chiunque, anche di chi ci ha sparlato in faccia sino all’anno prima. La Lega, nonostante tutto, resta un movimento politico fortemente antimeridionale. Questo processo va fermato dopodiché si deve ripensare con spirito e animo nazionale”.

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Chiamato a dare il suo parere da presidente di Regione, Michele Emiliano ha affermato: “La mia proposta è che le 15 regioni a statuto ordinario si incontrino e definiscano un unico disegno di legge per l’Autonomia rafforzata di tutte le regioni, senza una procedura differenziata, che mandi avanti le regioni più ricche e lasci indietro quelle più povere”.

“Se sono in buona fede i sindaci di Lombardia e Veneto, e i presidenti di Regione di Lombardia e Veneto - ha precisato Emiliano - non avranno motivo di non accettate questa mia proposta, che consentirebbe di creare maggiore autonomia delle regioni senza danneggiare il Mezzogiorno, anzi mettendolo in condizioni di recuperare il differenziale”.

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“Sarà uno dei punti in discussione di mercoledì 27 febbraio alla Conferenza delle Regioni. Non è possibile - ha aggiunto Emiliano - chiudere questo disegno di legge solo con l’accordo di alcune regioni, perché anche le altre hanno diritto non solo di avanzare le loro proposte, ma a fare in modo che il disegno di legge non pregiudichi le ragioni di tutte le regioni a statuto ordinario, che dovessero decidere di non partecipare al processo di autonomia rafforzata”.

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"Il Parlamento purtroppo non potrà discuterlo questo disegno di legge. La norma è fatta in maniera rigida, è come un trattato internazionale: prendere o lasciare. Quindi bisogna discuterlo prima - ha concluso Emiliano - stabilendo se le regioni sono tutte d’accordo: queste sono sempre state le regole delle decisioni prese in Conferenza delle Regioni e chi la pensa diversamente si sbaglia”.

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Apprezzata e da tutti ritenuta interessante la disponibilità prospettata da Francesco Paolo Sisto (Forza Italia) a "fare fronte comune e unico - pur nelle diverse e rispettive identità politiche - contro il tentativo "destabilizzante" a garanzia delle regole fondamentali dell'assetto Costituzionale del Paese". E se per questo dovessero essere necessarie forzature strategico-procedurali, per intralciare un iter parlamentare che si preannuncia blindato e anomalo - ha fatto capire Sisto - che ci si prepari a dar sfoggio della propria creatività politico-tattica.

L’edizione 2019 della Scuola per la Buona Politica è dedicata ad Antonio Megalizzi e Barto Pedro Orent-Niedzielski i due giornalisti di Europhonica, rimasti uccisi nell’attentato di Strasburgo dell’11 dicembre scorso.

(gelormini@affaritaliani.it)

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Pubblicato sul tema: Autonomia rafforzata, la lettera di Pietro De Sarlo a Luca Zaia

                                    Gianfranco Viesti: 'Verso la secessione dei ricchi?" - il saggio gratuito

                                    L’intervista di “Micromega” a Gianfranco Viesti sull'Autonomia differenziata

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