La Puglia siticulosa
di Elena Diomede
di Antonio V. Gelormini
Diciamo subito che c'è più di una bizzarria del destino nel confronto, per me di origini 'troiane', con la poesia e le pubblicazioni di Elena Diomede.
"Amore cannibale" - Ed. Il Grillo, libro curato e diretto da Domenico Sparno, non è solo il gradito ritorno all'estro compositivo di Elena Diomede, ma anche la testimonianza - più che tangibile - della tenace vivavcità della cosiddetta Editoria minore. Che minore non è affatto, dato che, nonostante il periodo di crisi, questo libro: un libro di poesie, non è stato pubblicato a pagamento.

Versi intensi, arabescati e rurali che leggono l'universalità della vita e del mondo, attraverso i riflessi e le identità più autoctone di Puglia. Quelle di una Puglia siticulosa, come viene efficacemente definita la terra dei tratturi, delle radici contadine e delle intelligenze mediterranee.
Terra del Sud, Apocalisse senza capolinea, Terra offesa, Terra dei cafoni, Braccia migranti bagnate da piogge di silenzio è la Puglia di Elena Diomede, che racchiude e rappresenta il più intimo e autentico essere meridiano: esaltato nel ritmo senza rime di un lavoro antico e gentile come la cura di un orto, il ricamo di un tombolo o il lento incedere dei pastori.
Premio Antigone nel 2000, destinato alle donne impegnate nella cultura e nel sociale, Elena Diomede aveva già pubblicato altre due raccolte di posie, con le quali ha vinto premi nazionali ed internazionali: Tristezza azzura e Spezzare il cerchio nel 1974 e 1978. Poi il silenzio, come il vuoto apparente di una gravina nel manto compositivo e ispiratore di Elena Diomede, fino a questo felice ritorno con i versi Affetti, Amata terra e Tratturi dell'anima.
Elena Diomede è nata a Bari dove vive. Per quarant'anni ha svolto la sua attività lavorativa come docente e come ricercatrice in un Istituto di Ricerca Pedagogica (IRRSAE). E' inserita in diverse antologie poetiche e nel saggio critico di Patrizia Guida: "SCRITTRICI DI PUGLIA - Percorsi storiografici dal XVI al XX secolo". Dal 1998 opera nel campo della cultura con l'Associazione Comunicazione Plurale da lei stessa fondata e presieduta.
Ama decisamente molto di più la metafora che l'ossimoro, anche se critici e lettori ne individuano di primo acchito più i secondi, che coglierne in tutta la loro trasparente lucidità le seconde. Così come la sua passione per i fiori, per ogni forma d'arte, la lettura e la natura in genere è riflessa nella scelta di uno spazio suggestivo e bucolico, per la presentazione a Bari di Amore cannibale con la giornalista Antonella Rondinone e i versi letti da Barbara De Palma e Valeria Pinto: l'affascinante giardino di Villa De Grecis
(gelormini@affaritaliani.it)