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Recovery & Private Capital. Gorno Tempini: "Strumenti alternativi importanti"

Convegno annuale AIFI 2021. Dalla sede di Assolombarda, il dibattito su Recovery & Private Capital

Nell’anno della pandemia "il mercato del private capital italiano ha tenuto, la raccolta è cresciuta anche grazie al maggiore apporto dei privati, ma il rovescio della medaglia è stato un crollo dell’expansion, attività che forse più servirebbe in questo momento per il supporto alla tenuta delle imprese". A dare voce a questa constatazione, commentando l’analisi condotta da AIFI sul mercato italiano del capitale di rischio, è stato Innocenzo Cipolletta (Presidente AIFI), tra i partecipanti del convegno annuale AIFI, incentrato appunto su Recovery & Private Capital, dalla sede di Assolombarda

A inaugurare il convegno, moderato dal direttore de Il Sole 24 Ore Fabio Tamburini, è stato Renato Carli, Presidente del Gruppo Tecnico Credito e Finanza Assolombarda, sottolineando come questo evento sia "un'occasione per sottolineare i vantaggi reciproci, che possono nascere da una forte collaborazione tra il mondo delle imprese e quello del Private Capital”. 

Tutti i dati ormai certificano che le conseguenze della pandemia sono di grande portata per tutti gli operatori economici - ha continuato Carli -. Il centro studi di Confindustria ha evidenziato, nel 2020, un maggior peso dell’indebitamento in molti settori, sia dell’industria che dei servizi. Senza interventi mirati a rafforzare la situazione finanziaria delle imprese, come in primis un allungamento della durata del debito, e senza un solido recupero di fatturato a partire da quest’anno, è a rischio la sopravvivenza delle imprese. L’esigenza è quindi quella di supporto su più livelli. Per molte aziende nascerà pressante la necessità di sostituire o integrare il debito con capitale. Sarà fondamentale l’accesso a strumenti che rafforzino il profilo patrimoniale e sarà importante riuscire a dialogare con un sistema finanziario che deve farsi sentire vicino alle imprese”. 

L’economia italiane e le imprese italiane si sono ristrutturate. Sono più forti, ma sono di dimensioni più piccole - ha spiegato il Presidente AIFI Innocenzo Cipolletta -. La nostra economia si è ristretta e questo è un problema grosso perché il Paese già non rassicurava tutta l’occupazione necessaria. Dobbiamo fare di tutto affinché l’economia riprenda, iniziando a salvare le imprese salvabili e farle crescere. Siamo alla vigilia del recupero, speriamo che quest'estate sia la partenza per una ripresa consistente dell’economia, a partire già dal mese di giugno in poi. Siamo anche alla vigilia della resilienza che ha bisogno di una finanza e di imprese che giochino insieme. Abbiamo bisogno di una finanza un po’ più paziente, che resti nelle imprese affinché si possano riprendere, ma abbiamo bisogno di mprese anche un po’ più ‘impazienti’, che abbiano voglia di crescere ed imprenditori che si vogliano aprire al capitale non per perdere il controllo della propria azienda, ma per perseguire quei risultati e quegli obiettivi che sono insisti nell’azienda”.

"I mercati, a un anno dallo scoppio della pandemia - ha affermato Giovanni Gorno Tempini, Presidente di Cassa Depositi e Prestiti -, si trovano in una situazione che si può definire straordinaria e non convenzionale, con un livello di inflazione estremamente basso, con tassi negativi, ancorché con primi segnali legati a possibili mutamenti del quadro monetario e una consistenza di liquidità senza precedenti. In questo contesto, il sistema delle imprese sta vivendo una fase particolarmente difficile, complessa. Come sempre avviene in momento di crisi, ma con una peculiarità legata al fatto che la pandemia è un evento nuovo. In queste situazioni di crisi, come spesso succede, alcune aziende hanno saputo reagire, altre si trovano in una situazione di maggiore difficoltà. Quello che a me pare chiaro è che uscire dalla crisi e ri-agganciare la ripresa allo stesso modo in cui si era prima, è un errore che può rivelarsi fatale. Noi usciremo dalla crisi agendo in modo diverso. Il tessuto delle imprese italiane va sostenuto con nuovi investimenti, per favorire innovazione, crescita dimensionale, internazionalizzazione e un focus su digitalizzazione e sostenibilità. Si aprono nuove opportunità per integrare l’offerta di capitale, sia di credito che di rischio, con strumenti alternativi e diversificando la dipendenza delle nostre aziende da fonti di finanziamento solo bancari o di mercato. Il mercato del Private Capital assume un ruolo ancora più importante per canalizzare l’abbondante liquidità verso l’economia reale, contribuendo a una crescita del Paese e aiutando anche gli investitori a migliorare le proprie performance in termini di rendimento”.

Sulle nuove frontiere del Private Capital, è intervenuto il Dott. Paolo Mascaretti (di KPMG, partner dell'evento): "Questa che stiamo vivendo è una crisi particolare, sicuramente molto diversa da quella che abbiamo vissuto nel 2008-2009 dove vivemmo un crollo verticale delle acquisizioni. Il mercato globale ha tenuto, a numero di operazioni è cresciuto. Sostanzialmente è una crisi che ha colpito alcune fasce di imprese e alcuni settori, ma che alla fine ha continuato, perché ci sono ingenti capitali da investire, anche a dare lavoro e a sostenere processi di integrazione e di crescita attraverso acquisizioni. I Private Equity, in questo contesto, sono cresciuti più del mercato, quindi hanno continuato a fare operazioni e a lavorare e operare sul mercato anche nella prima parte del 2021, con tassi di crescita impressionanti. Il mondo del Private Equity continua a essere un forte supporto alla crescita delle imprese per linee esterne”.

I temi del Private Capital sono ormai Esg e sostenibilità - ha detto Anna Gervasoni, Direttore Generale AIFI -. L’86% dei nostri operatori hanno adottato policy di Esg e il 70% anche degli operatori più piccoli hanno responsabili interni Esg che si occupano del tema climate change, tema fondante di quella che è poi la selezione degli investimenti e della creazione di valore. Il mercato italiano del 2020 ha tanti temi che ci fanno ragionare su come andrà il mercato nei prossimi anni. Una raccolta piccola ma in crescita: 27 operatori hanno raccolto 2,6 miliardi l’anno scorso, con incremento rispetto al 2019, però con poca raccolta internazionale e questa è una parte su cui si dovrebbe lavorare per continuare a promuovere la raccolta dei nostri operatori anche all’estero. Per gli investimenti si è fatto un po’ di meno, però sono cresciute le operazioni, soprattutto perché è cresciuto molto il Venture capital con ottimi numeri”. 

Sulla ricapitalizzazione e ristrutturazione delle imprese, il Fondatore e Amministratore Delegato di illimity, Corrado Passera, ha dichiarato: "A livello governativo, sull’esperienza di questi ultimi 12-14 mesi, il meccanismo delle garanzie sia Mediocredito che Sace oggettivamente hanno ben funzionato e bene ha fatto il Governo ad allungarne la durata alla fine dell’anno. Su quello che possiamo aspettarci per avviare la crescita, l’osservazione fondamentale è quella del non concentrarci solo sul PNRR. i 200 miliardi che ci vengono in vari modi dall’Europa dobbiamo collocarli nel piano dei prossimi 4-5 anni in cui ci sono tutti i fondi nazionali, strutturali e di altro tipo che possono venire dall’Europa. Quindi bisogna fare attenzione a non concentrare tutti gli obiettivi possibili sul PNRR, potremo avere a disposizione una cifra del doppio o del triplo con gli altri fondi. Le tre direttive, a mio parere, fondamentali sono: incentivare, premiare strutturalmente le aziende virtuose e che hanno la capacità di tirarci fuori dalla crisi; aiutare i settori strategici che non possono  fare niente nella situazione attuale come il settore del turismo, per il quale non vedo sufficiente attenzione nonostante sia così importante e si potrebbe approfittare della crisi per, anche lì, premiare le forme di aggregazione e ristrutturazione maggiormente; puntare alla crescita, gli investimenti pubblici è chiaro che hanno un ruolo fondamentale e sono un'occasione per fare di più. Dobbiamo puntare alla crescita e abbiamo la possibilità di farlo non finanziando in altro modo quello che avremmo fatto comunque. C’è la possibilità di fare e fare velocemente”.

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