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Referendum contro la caccia
GIANCARLO DE SALVO

Da anni Giancarlo De Salvo si impegna nel portare avanti campagne e iniziative che possano porre un freno all’attività venatoria sul suolo italiano. I rischi che la caccia rappresenta per gli animali di qualunque specie e per la bio-diversità, per non parlare dei pericoli ai quali questa espone l’uomo e l’ambiente, sono innumerevoli ed è proprio sulla base dei dati riscontrati che l’attivista ha rafforzato nel tempo il suo contributo alla causa. In seguito a due tentativi falliti di Referendum nel 2021, infatti, insieme all’associazione ORA Referendum contro la caccia, della quale è Presidente, questa volta ha deciso di indire un quesito referendario itinerante, il primo nella storia europea, che si sposterà da una provincia all’altra, secondo modalità e tempistiche differenti scandite da un calendario reperibile al link https://orareferendumcontrolacaccia.it/richiestacalendario/, nella speranza di poter raggiungere il quorum a livello nazionale e ottenere dei provvedimenti con valore giuridico-costituzionale che possano porre definitivamente fine a questo tipo di pratica. 

  1. QUANDO NASCE IL TUO IMPEGNO NEI CONFRONTI DEGLI ANIMALI?

La mia passione verso gli animali è innata in me da sempre e la mia preoccupazione per tutte le specie si è rafforzata dopo aver notato che tutte le grandi associazioni nate, a detta loro, per tutelarle non hanno mai fatto nulla di concreto. O meglio, non hanno mai utilizzato l’unico strumento della Costituzione Italiana che porterebbe dei risultati a favore degli animali, ossia il Referendum.

  1. MA IN ITALIA NESSUNO HA MAI PROVATO A FERMARE LA CACCIA, SPERIMENTAZIONE ANIMALE E ALLEVAMENTI INTENSIVI?

Per la caccia ci ha provato Marco Pannellanegli anni ’90, presentando l’abolizione dell’Art. 842 del Codice Civile, dove l’attuale legge prevede l’ingresso nei fondi privati dei cacciatori anche senza il consenso del legittimo proprietario, purtroppo non raggiungendo il quorum. Per questo motivo, nel 2021, sono stati presentati da parte nostra due referendum: uno per la modifica della legge 157 e l’altro è una ripresentazione uguale dell’abrogazione dell’Art. 842, già presentato da Pannella. Per quanto riguarda la sperimentazione animale e gli allevamenti intensivi, invece, non ci ha ancora provato nessuno. 

  1. EPPURE SONO TRENT’ANNI CHE I CITTADINI CONTINUANO A FIRMARE CONTRO LA CACCIA, LA SPERIMENTAZIONE ANIMALE E GLI ALLEVAMENTI INTENSIVI…

Purtroppo sono trent’anni che fanno firmare cose inutili, perché le petizioni non hanno valore legale per le leggi nazionali e ancora di meno le proposte di legge, tant’è che il Parlamento non le prende nemmeno in considerazione. In effetti, dovrebbe approvarle la maggioranza, una maggioranza che non ci sarà mai. Basti pensare che nessun parlamentare ha firmato per i nostri due referendum contro la caccia presentati nel 2021.

  1. QUALI SONO I MOTIVI PER CUI I REFERENDUM PASSATI SONO FALLITI?

Il quesito referendario presentato da Pannella è fallito in quanto non ha raggiunto il quorum. I nostri, invece, non sono andati in porto perché, a distanza di 4 mesi dalla nostra presentazione in Corte di Cassazione, è stato depositato un ulteriore referendum contro la caccia che ha portato la raccolta firme a un milione e mezzo. Ciò ha confuso le persone, che di conseguenza non hanno più capito nulla, e i comuni stessi, i quali si sono ritrovati ad avere a che fare con modulistiche identiche senza sapere in che modo gestirle.  

  1. COME E’ VENUTA L’IDEA DI CREARE UN REFERENDUM NAZIONALE ITINERANTE?

Ho studiato i referendum proposti negli ultimi vent’anni e mi sono soffermato sul Referendum delle trivelle, rivolto esclusivamente alle zone in cui il problema sussisteva, cioè alle Regioni sul mare, senza coinvolgere le altre. Il quorum si sarebbe potuto raggiungere facilmente, dal momento che in Basilicata così era accaduto. Ciò ha fatto nascere in me l’idea di dar vita ad un Referendum Itinerante che avrebbe coinvolto ciascuna delle province italiane, nessuna esclusa, sia con la raccolta firme sia con il voto, in base naturalmente a tempistiche e modalità specifiche differenti. E se ciò dovesse andare a buon fine e avessimo una speranza concreta di vittoria in tutta Italia, riusciremmo a salvare 300 milioni di animali l’anno. Al contrario, se riuscissimo a coinvolgere solamente metà della Penisola, ne potremmo salvaguardare circa 150 milioni l’anno. O ancora, se riportassimo una vittoria in un terzo del paese, ne salveremmo 100 milioni.

  1. ESSENDO UN REFERENDUM ITINERANTE, COME FATE A COMUNICARE E A FAR CAPIRE AI CITTADINI, CHE VOGLIONO CONTRASTARE LA CACCIA, CHE IN ALCUNE PROVINCIE SI ANDRA’ IN RACCOLTA FIRME O AL VOTO TANTI MESI DI DIFFERENZA RISPETTO AD ALTRE PROVINCIE?

Abbiamo creato un forum dove tutte le persone interessate possono registrarsi per rimanere costantemente aggiornate, provincia per provincia, su tutto l’iter referendario.

  1. QUALI PARTITI POLITICI, ASSOCIAZIONI O INFLUENCER A FAVORE DEGLI ANIMALI, PARTECIPERANNO (O STNNO GIA’ PARTECIPANDO) UFFICIALMENTE AL REFERENDUM?

Nessun partito politico, nessuna grande associazione, ma per fortuna tanti loro iscritti sì, e purtroppo nessun influencer a tutela di animali e ambiente che abbia mostrato la volontà di esporsi sulla questione. 

  1. A COSA RITIENI CHE SIA DOVUTO L’AUMENTO DELLA CACCIA, ORA ANCHE IN CITTA’ CON LA LEGGE FAR WEST?

La caccia in questi trent’anni è sempre aumentata. Una volta durava 3 mesi all’anno. Negli ultimi tempi, invece, i governi hanno instaurato una sorta di caccia di selezione e una caccia in deroga, portandola a durare per tutto l’anno. Chiaramente, se non ci fosse stato qualcuno che nel 2021 ha creato confusione, portando un risultato negativo, e le grandi associazioni ci avessero appoggiato, la legge Far West non sarebbe mai stata approvata!

  1. ESISTE LA POSSIBILITA’ CHE IL REFERENDUM CONTRO LA CACCIA POSSA FALLIRE ANCHE QUESTA VOLTA? CHE COSA POTREBBE SUCCEDERE?

Con 40 milioni di italiani, anche se non tutti votanti, non credo. A meno che qualcuno non presenti nuovamente ulteriori referendum che rischierebbero di confondere ancora una volta i cittadini e le Istituzioni coinvolte. 

  1. QUALI E QUANTI SONO GLI ANIMALI VITTIME DELLA CACCIA?

Beh, tutti gli animali, indipendentemente dalla specie. Quelli cacciabili, cani e gatti, quelli protetti e allo stesso tempo anche animali da fattoria. La stima degli animali vittime della caccia sono circa 400 milioni l’anno. Per non parlare del numero di persone che restano annualmente coinvolte in spiacevoli incidenti sul suolo di caccia!

  1. COSA FARE PER IL CONTENIMENTO DEI CINGHIALI?

L’aumento dei cinghiali è dovuto ai cacciatori. Quest’ultimi, infatti, li hanno importato dell’Est e, trattandosi di un animale piuttosto prolifero, il numero di capi cresce continuamente. In particolare, nel branco esiste una femmina chiamata matriarca, è lei l’unico esemplare fertile. La caccia, però, causa una dispersione del gruppo e le femmine prolifere si diffondono sul territorio. Pertanto, per il contenimento dei cinghiali bisogna abolire la caccia e lo si può fare solamente vincendo il primo ed unico Referendum Itinerante in Europa.

  1. QUALI RIPERCUSSIONI SI HANNO SULL’AMBIENTE CON LA CACCIA?

Innumerevoli. Basti pensare che sono circa 17 mila le tonnellate di piombo disperse nell’ambiente per un totale di 500 milioni di cartucce da sparo, e questo provoca un danno irreparabile al territorio. Per non parlare dell’inquinamento di colture o del consumo di animali abbattuti con pallottole di piombo che può portare all’insorgenza di svariate patologie! 

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