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Roma
Cucchi, carabinieri accusati di falso: il Ministero sarà responsabile civile

Il ministero della Difesa sarà responsabile civile nel procedimento che vede tre carabinieri accusati di falsa testimonianza nell’ambito del processo sui depistaggi sul caso Cucchi.

Il gup di Roma non ha accolto, infatti, la richiesta di estromissione avanzata dall’avvocatura dello Stato per conto del dicastero.

In tre a rischio processo

A rischiare il processo sono Maurizio Bertolino, all’epoca dei fatti maresciallo presso la stazione di Tor Sapienza, Fortunato Prospero, capitano e comandante della sezione infortunistica e polizia giudiziaria presso il nucleo Radio Mobile di Roma e il suo collega Giuseppe Perri, all’epoca dei fatti maresciallo. Secondo l’accusa, con le loro dichiarazioni avrebbero ostacolato la ricostruzione dei fatti durante il processo Cucchi-ter, relativo ai depistaggi. In particolare secondo il pm Giovanni Musarò, gli indagati avrebbero ‘’ostacolato’’ e ‘’sviato’’ le indagini con diverse dichiarazioni false, anche durante il procedimento. Le accuse sono a vario titolo depistaggio e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici.

Il Giudice

Il giudice, nella scorsa udienza, ha ammesso come parti civili Riccardo Casamassima, uno dei testimoni chiave che contribuì a svelare il pestaggio in caserma ai danni di Cucchi, e la moglie, rappresentati dagli avvocati Serena Gasperini e Daniele Fabrizi; si sono costituiti come parte civile anche i tre agenti della penitenziaria, finiti sul banco degli imputati nel primo processo Cucchi e poi assolti in via definitiva per non aver commesso il fatto, rappresentati dagli avvocati Diego Perugini, Massimo Mauro e Massimo Amoroso. Ammessa come parte civile anche l’associazione Cittadinanzattiva. La prossima udienza è fissata per il 30 maggio quando ci sarà la discussione e il gup dovrà decidere se rinviare a giudizio i tre imputati.







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