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Roma
Mascherine, Benotti vuole Arcuri in tribunale: "Fu lui a chiedermele"

Caso mascherine: la difesa del Presidente del Consorzio Optel e di Microproducts It, Mario Benotti, e la difesa dell’ad della stessa azienda, Daniela Rossana Guarnieri, hanno presentato al Gip presso il Tribunale di Roma richiesta di incidente probatorio per acquisire le dichiarazioni del Commissario all’Emergenza Domenico Arcuri, che ha detto di non conoscere Benotti, e del Responsabile Unico dei Procedimenti, Antonio Fabbrocini.

Oggetto dell’incidente probatorio richiesto sono, tra l’altro, i rapporti di conoscenza consolidata tra il Commissario Arcuri e Benotti, e soprattutto il fatto che in epoca di emergenza pandemica fu proprio il Commissario per l’Emergenza Covid 19 a chiedere al medesimo Benotti di interessarsi, nella qualità di Presidente del Consorzio Optel, di ricercare sul mercato una fornitura di mascherine che fosse in grado di fronteggiare il bisogno impellente di quei presidi sanitari in un momento drammatico per il Paese, circostanza totalmente dimenticata nelle ricostruzioni giornalistiche di questi ultimi giorni.

Se il Gip ammetterà la richiesta, l’assunzione delle dichiarazioni costituirà occasione per accertare ulteriormente che la firma dei contratti di fornitura avvenne sulla base di contatti diretti tra i fornitori cinesi e l’Ufficio del Commissario Governativo, e che sempre tale Ufficio verificò l’esistenza delle certificazioni richieste dalle Autorità italiane ed europee e la conseguente conformità delle mascherine ai necessari standard sanitari. Si potrà confermare, inoltre, che le forniture ebbero luogo in tempi brevissimi; che le merci furono consegnate in Italia, alla dogana di Milano Malpensa, in quantitativi che hanno toccato anche i 20 milioni di pezzi al giorno; che nessun pagamento per intermediazioni fu mai operato né pattuito dalla Pubblica Amministrazione.

Pertanto, la difesa di Benotti e di Microproducts It sta facendo quanto nelle sue possibilità per consentire l’immediato accertamento della verità, anticipando e cristallizzando l’acquisizione della prova in sede giudiziaria. Quest'iniziativa, determinata dalla piena fiducia che Benotti ha nell’Autorità Giudiziaria e nella consapevolezza che il procedimento in corso costituisce la sede istituzionale ove dovrà essere fatta piena luce sulla vicenda, doverosamente esplorandone tutti gli aspetti, consentirà anche la conseguente, corretta informazione della pubblica opinione: che oggi appare invece distorta da toni scandalistici ed aggressioni personalistiche tendenziosamente operate da alcune testate e da alcuni giornalisti, persino eccitando strumentalmente l’attenzione su profili quantomeno impropri ed eccentrici rispetto alla ricostruzione dei fatti, di cui i responsabili saranno personalmente chiamati a rispondere in tutte le competenti sedi.

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