Pillole d'Europa
Più sicurezza in volo e progetti europei innovativi

Domanda: la vostra Fondazione fa parte della rete “Health Promoting Hospital”, un progetto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità finalizzato alla promozione della salute e avete accordi con le principali organizzazioni internazionali in materia di neuroscienze e con numerose università e centri di ricerca e cura europei ed americani. Quanto è importante la cooperazione?
Risposta: E’ fondamentale, si lavora in rete in Europa e nel mondo. Siamo una Fondazione in cui la ricerca scientifica e le attività cliniche si sviluppano in maniera parallela ed integrata per il continuo miglioramento dell’efficacia terapeutica nella neurologia clinica e di base, con al centro la finalità del benessere per il Paziente, Persona valutata a 360 gradi nella sua interezza. Affrontiamo casi che richiedono capacità di diagnosi e modalità di intervento avanzate sotto tutti i punti di vista. Siamo un punto di riferimento per la ricerca e la cura delle patologie neurologiche e di recente abbiamo partecipato alla conferenza europea sui nuovi ERN-European Reference Networks, la rete dei centri altamente specializzati identificati dalla Commissione europea, soprattutto per gli aspetti anche super-specialistici della neurologia, della neurochirurgia e della neuropsichiatria infantile, in particolare riferiti a patologie rare.
Domanda: di recente avete anche organizzato il primo workshop, frutto di oltre un anno di proficua collaborazione nella cornice dell’atto di intesa stipulato tra l’Istituto di Medicina Aerospaziale di Milano (IMAS), gli Istituti Besta, Monzino e l’ Ospedale San Raffaele, sul tema dell’idoneità al pilotaggio, che dati sono emersi?
Risposta: sul tema dell’idoneità al pilotaggio sono stati presentati modelli di gestione integrata di casi complessi e sono stati discussi dagli esperti nei loro vari aspetti clinico-diagnostici e medico-legali e normativi. La sicurezza nel settore aeronautico comprende un sistema complesso di attività e di responsabilità che coinvolge legislatori, autorità di controllo, progettisti, costruttori, operatori, manutentori e soprattutto i responsabili della formazione e della salute del personale di volo. Eventi di cronaca anche recenti hanno sottolineato l’importanza di una validazione concordata a livello europeo ed internazionale di standard di modelli di gestione integrata per i casi complessi e di una concertazione sulle modalità di rilascio dell’idoneità al pilotaggio sia civile che militare.
Domanda: questo è un esempio di come cooperare, sia in Italia che in Europa, possa consentire di migliorare l’assistenza sanitaria?
Risposta: certo. Sono lieto che tale accordo abbia consentito una valida collaborazione. E’ stato stipulato sotto l’egida dell’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (ENAC), nel quadro della piena applicazione in Italia del Regolamento Europeo che regola la materia del traffico aereo commerciale. L’accordo con i centri di eccellenza sanitaria è infatti mirato alla gestione di casi clinici complessi nell’ambito della valutazione dell’idoneità psicofisica al volo, che richiedano una diagnostica funzionale avanzata. Questo workshop era quindi rivolto a professionisti del settore, quali gli Aero Medical Examiner, ed ha messo a fattore comune i casi trattati. Il tutto finalizzato a garantire una sempre maggiore sicurezza del volo. E’ stata una un’iniziativa formativa di rilievo, con rilascio di crediti ENAC, e rappresenta il primo di una serie di possibili altri incontri a proseguimento di tale efficace collaborazione tra gli enti coinvolti. I casi clinici che sono stati illustrati durante il workshop rappresentano potenzialmente il nucleo iniziale di una successiva casistica, disponibile per tutta la comunità aeronautica, destinata ad essere utile punto di riferimento in ambito non solo italiano, ma anche europeo ed internazionale.
Domanda: cos’è il progetto ISOB?
Risposta: la cooperazione tra Istituto Besta e Aeronautica ha prodotto vantaggi reciproci: con il progetto ISOB (Inpatient Safety On Board), sviluppatosi tra il 2009 e il 2011, finalizzato ad aumentare al massimo i margini di sicurezza in sala operatoria, un team di lavoro composto da piloti ed esperti di sicurezza, neurochirurghi, personale di sala operatoria, personale infermieristico, risk manager e responsabile della qualità guidato da Maurizio Cheli, astronauta con 380 ore di permanenza nello spazio e primo italiano a essere stato responsabile di una missione, ha messo a punto protocolli che riportano le azioni da svolgere e i parametri da verificare per essere sicuri che in sala operatoria non si commettano errori, sfruttando analoghi protocolli utilizzati dai piloti in cabina di pilotaggio.
Domanda: L’EASA (European Aviation Safety Agency) ha sottolineato l’importanza degli screening aero-medicali e delle valutazioni psico-funzionali?
Risposta: Sì. L’Aeronautica Militare attraverso gli Istituti di Medicina Aerospaziale ha il compito istituzionale del controllo delle condizioni di idoneità psicofisica di tutto il personale di volo, sia esso militare, di tutte le Forze Armate, che civile di tutte le compagnie aeree. Per quanto riguarda espressamente l’idoneità al volo del personale civile gli Istituti di Medicina Aerospaziale operano in conformità alle disposizioni emanate dall’Ente Nazionale dell’Aviazione Civile, che a sua volta recepisce la normativa dell’Unione Europea, emanata attraverso la European Agency for Aviation Safety. Con la grande stima che abbiamo nei confronti dell’aeronautica sia militare che civile siamo onorati di poter essere al loro fianco e poter lavorare in team per garantire procedure migliori che tutelino la salute dei piloti ai quali va tutto il nostro sostegno per il loro costante impegno quotidiano.
Domanda: partecipate a bandi europei ?
Risposta: Sì. La Fondazione I.R.C.C.S. Istituto Neurologico “Carlo Besta” rappresenta da anni un vero e proprio marchio di eccellenza per la formazione, la didattica e la ricerca nell’ambito delle neuroscienze. Promuoviamo e intendiamo rafforzare la cooperazione scientifica in ambito internazionale. Solo in ambito di sperimentazione clinica abbiamo in corso 205 trial clinici con il coinvolgimento di ben 5569 pazienti. La nostra produttività scientifica ha un elevato impact factor normalizzato complessivo (nel 2014 - 1316 punti). Solo nel 2014 abbiamo prodotto 289 pubblicazioni medico-scientifiche di massimo rilievo. Il nostro Istituto ha partecipato con successo al Settimo Programma Quadro della Commissione europea. Nel periodo di riferimento 2007-2013 ha ottenuto finanziamenti per un totale di 21.533.800 euro. I progetti finanziati sono stati undici di cui sei coordinati dalla nostra Fondazione Besta. Nel solo 2013 l’Istituto ha ottenuto due progetti in qualità di coordinatore (PROPANE e THERAGLIO) e uno in qualità di co-coordinatore (DESIRE) per un volume di finanziamento di 12.622.000 euro. Nell’ambito della nuova programmazione europea HORIZON 2020 la Fondazione ha già ottenuto due progetti in qualità di coordinatore (DIACHEMO e PATHWAYS) per un finanziamento totale di circa 5.000.000 di euro ed è partner in altri due progetti.
Domanda: su cosa vertono i progetti europei in atto e che partners hanno?
Risposta: Il progetto di ricerca denominato PROPANE (Probing the Role of Sodium Channels in Painful Neuropathies) riguarda la genetica del dolore e coinvolge nove partners da sei Paesi diversi (Italia, Olanda, USA, Inghilterra, Germania, Francia). Mentre il progetto THERAGLIO (Microbubble driven multimodal imaging and theranostics for gliomas) concerne le cure nanotecnologiche per i tumori del cervello ed ha ben undici partners da cinque Stati diversi (Italia, Israele, Ungheria, Germania, Spagna). Il progetto denominato DESIRE (Development and Epilepsy - Strategies for Innovative Research to improve diagnosis, prevention and treatment in children with difficult to treat Epilepsy) studia i meccanismi molecolari dell’epilessia e ci lavorano 23 partners da otto Paesi diversi (Italia, Germania, Belgio, Regno Unito, Malta, Francia, Spagna, Paesi Bassi). Il progetto DIACHEMO ( Point-of-care microfluidic device for quantification of chemotherapeutic drugs in small body fluid samples by highly selective nanoparticle extraction and liquid crystal detection) riguarda lo sviluppo di un dispositivo point-of-care per la quantificazione dei farmaci chemioterapici in piccoli campioni di fluido corporeo mediante estrazione di nanoparticelle ed ha otto partners da cinque Paesi diversi (Italia, Germania, Olanda, Svizzera, Regno Unito). Mentre il progetto PATHWAYS (PArticipation To Healthy Workplaces And inclusive Strategies in the Work Sector) punta ad individuare strategie di integrazione e reintegrazione nel posto di lavoro per persone con malattie croniche e disturbi mentali per definire raccomandazioni politiche per migliorare le strategie europee per l'integrazione e il reinserimento nel mondo del lavoro. I partners sono dodici da dieci Stati diversi (Italia, Germania, Belgio, Spagna, Grecia, Austria, Repubblica Ceca, Slovenia, Olanda, Norvegia).
