Pillole d'Europa

di Cinzia Boschiero

I blog riportano opinioni degli autori e non necessariamente notizie, in ossequio al pluralismo che caratterizza la nostra Testata.
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Pillole d'Europa
Progetti europei per la formazione e l’istruzione
Suor Anna Monia Alfieri, Marcelline, Consiglio Scuole CEI

PER STARE MEGLIO COME CITTADINI  EUROPEI  E  CONOSCERE DIRITTI E TUTTE LE OPPORTUNITA' UTILI - In questa rubrica notizie flash sulle normative europee e internazionali, notizie internazionali ed europee utili e pratiche per la vita di tutti i giorni. E’ attivo  un servizio di “A domanda, risposta” su bandi, agevolazioni, finanziamenti europei , borse di studio e di ricerca nazionali, regionali e locali per i lettori di Affaritaliani. Per richieste di informazioni scrivete a cinziaboschiero@gmail.com – oppure alla  e-mail: dialogoconleuropa@gmail.com

Sono diversi i tool on line e i programmi europei di supporto per il settore della formazione e dell’istruzione. Tra questi si menziona il sito School Education Gateway (https://ec.europa.eu/education/resources-and-tools/coronavirus-online-learning-resources_en) in cui sono elencate tutte le risorse on line e non solo destinate dalla Commissione europea al mondo dell’insegnamento e fruibili in 23 lingue. Si tratta di pubblicazioni, tutorial, materiale per docenti anche  inerenti il tema Covid 19.   Inoltre diversi progetti di cooperazione nel settore istruzione  e formazione sono stati realizzati in rete e cofinanziati  dalla Commissione europea anche negli anni precedenti questa pandemia. La Commissione europea ha infatti sempre puntato sulla interdisciplinarietà, sulla multidisciplinarietà, e ha creato risorse anche per lo sviluppo delle competenze non solo dei discenti ma anche dei docenti, favorendo anche progetti di mobilità e di scambio di buone pratiche tra i vari sistemi degli Stati dell’Unione europea.  eTwinning ad esempio è una piattaforma europea che funziona da diversi anni utile ai docenti per condividere risorse educative, kit e materiali didattici ed è fruibile in trenta lingue con al suo interno diverse testimonianze di esperienze europee di docenti.  C’è poi il Learning Corner che è un portale in cui si trovano oltre a materiale didattico anche giochi on line didattici per diverse età di discenti. Mentre SALTO-YOUTH è un catalogo con tools di formazione e che aiutano sia formatori che giovani lavoratori. Tra le tante si cita ad esempio anche la Electronic Platform for Adult Learning in Europe (EPALE) che è una piattaforma on line per la formazione continua per adulti ed è multilingue. Senza dimenticare l’ErasmusPlus Virtual Exchange che è una piattaforma on line innovativa che consente di fruire di opportunità di training on line e di possibilità di scambi virtuali di giovani europei nel settore della formazione e che aiutano i docenti a comprendere come partecipare a progetti europei. Si segnala anche l’European Institute of Innovation and Technology (EIT) che consente di accedere a risorse per la qualità dell’insegnamento on line. Ci sono poi progetti a tema come 'Yummy Physics' che ha una serie di video sulla fisica del cibo realizzati con i fondi delle azioni europee “Marie Skłodowska-Curie”. Tra i progetti cofinanziati dalla Commissione europea si menziona anche  'EduHack' che concerne gli educatori universitari con tools innovativi di sperimentazione; 'Penji protects the planet' che è indicato per docenti e studenti delle scuole primarie e secondarie sull’importanza della sostenibilità ambientale;   'Moby Click' che ha materiali di elearning utili per la scuola;  'Code n’ Social' che è una piattaforma interattiva per l’ict learning e tratta temi e skills utili a favore dell’inclusione sociale; il progetto europeo CREATIONS che si occupa di sviluppare tools didattici sul tema della scienza basati sull’arte. Inoltre la Erasmus+ Project Results Platform consente di fruire di materiali didattici e  tools per l’open distance learning; mentre il Digital Education Action Plan ha evidenziato le misure per aiutare gli Stati membri dell’Unione europea ad affrontare le sfide dell’era digitale e  si segnala anche il Digital Education Hackathon che ha anche in premio per la creazione di soluzioni innovative didattiche nell’era digitale. Gli strumenti europei quindi non mancano. Molti studenti italiani si distinguono anche ogni anno partecipando al concorso europeo “I giovani e le scienze 2020” in cui vincono borse di studio, viaggi e premi anche in denaro e la cui selezione italiana viene realizzata ogni anno dalla Federazione delle Associazioni Scientifiche e Tecniche a Milano.  “Una innovativa bicicletta rana-anfibia; un dispositivo innovativo ‘Caring Sole’ per la sicurezza  e salute   degli anziani; una rete neurale per monitorare il vegetato attraverso velivoli ibridi, un utile SOS Robot, uno studio che dimostra come l’ascolto della musica possa ridurre la glicemia nei pazienti affetti da diabete di tipo 1; un sistema innovativo QuickSpot, di riconoscimento e monitoraggio di batteri,  funghi e spore all'interno di ambienti indoor e outdoor prima che questi possano creare danni: sono questi alcuni esempi dei 30 progetti premiati a Milano il 9 marzo, naturalmente quest’anno solo in streaming,” spiega il dott. Alberto Pieri, segr. gen della Federazione delle Associazioni Scientifiche e Tecniche,” Si tratta di studenti e studentesse delle scuole superiori tra i 15 e i 20 anni e il bando 2021 è già aperto (sito www.fast.mi.it). I fondi europei per la scuola rientrano in Italia in uno specifico Programma Operativo Nazionale (PON) per la scuola per il periodo 2014-2020 e vi sono i fondi del piano nazionale scuola digitale PNSD. Ma la scuola ha anche i suoi problemi ce lo spiega Anna Monia Alfieri, legale rappresentante dell’Istituto di Cultura e di Lingue Marcelline. Tra le voci più accreditate sui problemi dell’organizzazione dei sistemi formativi e che  collabora con la Divisione Enti non Profit di Altis (Alta Scuola Impresa e Società) dell’Università del Sacro Cuore di Milano, per l’organizzazione dei corsi di Alta Formazione (in management e alta dirigenza scolastica) per gli Istituti Religiosi e per la docenza negli stessi. Dal 2016 fa parte della Consulta di Pastorale scolastica e del Consiglio Nazionale Scuola della CEI e che dice:“I fondi che l’Europa destina alle scuole statali e paritarie quando arrivano in Italia si bloccano perché cadono nella trappola della discriminazione che si consuma nel nostro Paese e che sintetizzo in questa affermazione: L’Italia riconosce i diritti che poi non garantisce, nonostante sia chiaramente un Paese di diritto. Quindi il diritto di apprendere dello studente, delle famiglie ad esercitare la libertà di scelta educativa, dei docenti, si arresta”, spiega Anna Monia Alfieri, ”Soltanto in Italia c’è questa distinzione tra scuola statale e non statale. Riguardo ai PON, per anni abbiamo dato colpa all’Europa, poi abbiamo scoperto che si tratta banalmente di un errore tecnico ma compiuto dal Ministero italiano che, sbagliando, ha fatto introdurre la distinzione tra scuola statale e non statale; questa distinzione, nelle intenzioni del legislatore europeo, non ha ragione di esistere. Nel 2014, l’anno in cui vengono individuate dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, le priorità strategiche del settore fino al 2020 attraverso il Programma Operativo Nazionale (PON) finanziato con i fondi strutturali europei, per le scuole paritarie giunge l’ennesima esclusione. Le scuole paritarie non possono accedervi e da italiani diamo la colpa all’Europa. Fortunatamente c’è chi non si arrende, come noi,” prosegue Anna Monia Alfieri,” e scava nella sala dei bottoni: le associazioni dei genitori e dei gestori scoprono che il punto è l’Accordo di partenariato per l’impiego di fondi strutturali e di investimento europei sottoscritto nel 2014 tra commissione europea e ministero italiano dell’Istruzione, in base al quale per ‘istituzioni scolastiche’ si intendono soltanto le scuole statali. In pratica il ministero italiano ha dichiarato alla commissione che il sistema scolastico è fatto solo da scuole di sua proprietà e che solo queste avrebbero potuto accedere alle risorse dell’Europa.  Il pressing di ministri e associazioni di scuole paritarie e genitori dura per tutto il 2017, e finalmente il 13 ottobre un comunicato ufficiale del Miur dichiara di avere acquisito l’assenso della Commissione alle modifiche richieste. Escono bandi nuovi; i beneficiari restano tuttavia ancora le scuole statali.  Perché c’è l’altro limite tipicamente italiano: si riconoscono i diritti ma non si garantiscono e dopo aver dato la colpa agli altri - di solito fuori dai confini nazionali - quando la palla ricade al centro i rallentamenti burocratici fanno il resto. All’Italia non sono bastate le numerose Risoluzioni UE 1984/2012/2013/2014 per garantire il diritto di apprendere dello studente, il diritto dei genitori a scegliere, il diritto dei docenti a operare professionalmente senza alcuna discriminazione economica in un pluralismo educativo che innalza il livello. L’ideologia vince. L’emergenza covid-19 rischia di dare il colpo finale al pluralismo educativo, privando l’Italia di un futuro e uccidendo oggi la scuola paritaria. Le abbiamo chiesto: Avete condiviso con le vostre scuole i 7 video della Rappresentanza a Milano della Commissione europea (Link https://www.youtube.com/watch?v=Ri4d1PYse_0&feature=youtu.bee) hanno fatto i test? Anna Monia Alfieri risponde: L’ho condiviso certamente con le scuole che mi contattano con regolarità. Anche solo per dire che l’Europa c’è; la domanda è: gli italiani ci sono? Sono disposti a spendere bene il danaro europeo? Sfido poi che l’Europa tentenna. E Le abbiamo domandato : alcuni politici italiani chiedono che non siano pagate le rette alle scuole, ma i docenti delle vostre scuole stanno realizzando lezioni on line con molta fatica e tanta dedizione e pertanto devono essere pagati…a livello europeo? “Cerco di chiarire”, dice Anna Monia Alfieri,”Io stessa ho lanciato una petizione per chiedere il rimborso integrale della retta pagata dalla famiglia in tempi di covid-19 secondo il parametro dell’efficienza dei costi standard di sostenibilità. I genitori che già faticavano a pagare due volte (le tasse e la retta) hanno cominciato a manifestare difficoltà a pagare il contributo di funzionamento alle scuole. Altri genitori hanno interrotto i pagamenti di propria iniziativa e Codacons ha predisposto un modulo per chiedere – alle scuole - l’eventuale rimborso delle rette già versate. Da qui la difficoltà economica e di continuità di molte scuole paritarie, legata da una parte al pagamento dello stipendio dei dipendenti e dall’altra al rischio di un mancato pagamento delle rette da parte delle famiglie. Teniamo ben presente che la maggior parte delle piccole e medie scuole paritarie sono già indebitate da anni e possono proseguire la loro attività solo basandosi sul versamento delle rette da parte dei genitori e sulla possibilità di avere classi con un numero adeguato di alunni. E’ compito dello Stato garantire i diritti che riconosce e dire se i genitori hanno o no il diritto a scegliere, dopo aver pagato le tasse, la scuola pubblica statale o pubblica paritaria che desiderano, a costo zero. Altrimenti si dica che non hanno questa libertà, che vivono in un Paese che sposa il monopolio educativo e  culturale e che – coerentemente a questa politica - oggi lo Stato, già abbattuto dal Covid-19, rinuncia ai 6 miliardi di euro che ogni anno questo comparto gli offre (liberamente costretto) e decide invece di spendere 5 miliardi di euro in settembre, dovendo inserire gli alunni delle paritarie collassate a giugno… e non supportate con 2 mld di euro quando era possibile, magari con il supporto di fondi europei. Stimo che siano 500mila gli allievi che si potrebbero riversare in due anni scolastici nella scuola statale. Probabilmente gli altri 400mila resteranno nella scuola paritaria che sarà diventata la scuola d’élite, dalle rette di 10mila euro annui. La petizione ha ottenuto in 8 giorni ben 55.221 firme (link https://citizengo.org/it/177769-detraibilita-integrale-delle-rette-versate-dalle-famiglie-nei-mesi-di-chiusura-delle-scuole?fbclid=IwAR3S0otGo0Y5cU4vVraLd6-MsD5pVtN578EGsmh9Gs_aI-BYjM5Dsl730eM) Governo e al Parlamento, se non tradiscono la famiglia e i cittadini: allora la vittoria in una battaglia di civiltà sarà assicurata. Le parole di grande buon senso ora vedono il Governo, nel miglioramento del decreto Cura Italia, impegnato a prendere atto dei numerosi emendamenti presentati, altrimenti sia consapevole che dovrà spiegare ai 900.000 allievi della scuola paritaria, ai loro genitori e ai 100.000 docenti le ragioni che lo hanno convinto a sacrificarli, nonostante il beneficio che apporta il pluralismo educativo, accanto a quello economico di 6 mld annui. Peggio, dovrà spiegare all’Europa - sempre il Governo - quale peso ha avuto l’ideologia, tanto da potersi permettere, in tempi di emergenza coronavirus, una spesa (prevista ed evitabile con la gestione del buon padre di famiglia) di 5 mld di euro al 1 settembre dell’anno scolastico 2020/2021” dice Anna Monia Alfieri.

 

 

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    progetti europei per la formazione e l’istruzione – le difficolta’ delle scuole paritarie





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