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Salvini tra Abruzzo e Usa fa il tifo per Donald Trump

Salvini tra l’Abruzzo e gli Usa: la vittoria di Trump rilancerebbe la sua dimensione internazionale

Matteo Salvini è infaticabile. Dopo la sconfitta del centro-destra, mentre la Meloni è impegnata nel tour americano in Usa e Canada, lui resta sul pezzo e prepara le elezioni in Abruzzo dove si voterà domenica prossima e dove Marco Marsilio (Fdi), candidato governatore uscente del centro-destra, è contrapposto a Luciano D’Amico. Così dopo aver annunciato il tanto atteso raddoppio della tratta ferroviaria Roma Pescara -con 720 milioni di euro- il vicepremier è impegnato sul territorio, prima ad Avezzano, poi a Barisciano e infine a Civita di Bagno, tutte località in provincia dell’Aquila. Ed in effetti le immagini postate dal premier mostrano sale affollate di gente, segno che c’è ancora voglia di politica. Ma c’è anche voglia di riprendere a vincere dopo il sostanziale pareggio sardo con una ipotesi di riconteggio schede. Ricordiamo che i risultati ufficiali danno il 45,4% per Todde (Csx) e il 45% per Truzzu (Cdx).

La Meloni da Toronto ha dichiarato: “Si sta assottigliando parecchio lo scarto, le cose sono andate meno peggio di quanto si pensasse. Poi valuteremo se è il caso di andare a verificare", con 22 sezioni ancora ballerine. Così dai 2.615 voti di vantaggio il distacco sarebbe sceso, secondo la stessa Todde, a 1.400, con il centrodestra che dice che la distanza sarebbe in realtà di circa 700 voti e poi ci sono 5.000 verbali contestati, senza contare che i singoli candidati per una manciata di voti potrebbero far scattare il ricorso.

LEGGI ANCHE: Sardegna, Cdx a pezzi. Meloni contro la Lega. Salvini: "Così proprio non va"

Suda freddo la Todde e il duo Conte –Schlein che avevano già festeggiato ampiamente e precocemente. La Meloni ha voluto anche chiarire che la richiesta di Zelensky di fare una lista di “giornalisti nemici” in Italia è stata male interpretata e che l’Italia è, vivaddio, un Paese (forse abbastanza, ndr) libero da decidere per conto suo. Salvini invece, come dicevamo, è sul pezzo e non commenta quello che sta accadendo in Sardegna e dalla terra di Ignazio Silone si concentra sul rush finale con un occhio però agli Usa. Non sfugge che mentre la Meloni incontra il suonato Joe Biden, Salvini posti sui suoi social l’immagine di un Donald Trump trionfante con la scritta: “Dopo Michigan e Missouri vince anche i caucus in Idaho. Il tycoon ha conquistato la stragrande maggioranza dei delegati dei tre Stati in cui sabato si sono svolte le primarie repubblicane. La nomination formale per Trump è sempre più vicina”.

In effetti il “fattore Trump” grava sul futuro non solo degli Usa ma anche dell’Europa e del mondo. Biden ormai ha evidenti problemi di tenuta cognitiva e ha purtroppo in mano le chiavi dell’olocausto nucleare. Nessuno lo vuole più tra i piedi e a fatica gli Usa cercano di arrivare al novembre, quando ci saranno le elezioni e il presidente Usa finirebbe secondo ai sondaggi a fare l’umarell americano. Ma la probabile vittoria di Trump cambierà completamente tutto, a cominciare dalla guerra tra Russia e Ucraina. Con l’ex presidente Usa che detto esplicitamente che non spenderà, in caso di rielezione, più un euro per difendere i Paesi Nato. A questo punto Zelensky verrebbe prontamente abbandonato a sé stesso sia dalla Unione europea che dall’Italia, al di là degli atti formali, visto che la politica è pragma ed azione concreta.

Dunque Salvini –che ha un ottimo e storico feeling con Trump- sta agendo saggiamente in maniera preventiva seguendo una linea politica completamente diversa da quella del premier Giorgia Meloni che invece è legata a Bruxelles e Washington da motivi istituzionali e ha pochissima libertà d’azione. Una vittoria di Trump rilancerebbe la dimensione internazionale di Salvini e porterebbe ad una rapida cessazione della guerra in Ucraina, liberando il mondo dall’incantesimo con cui Zelensky lo ha imprigionato.



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