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Anquilletti dramma, il figlio: "Rischiamo di perdere la casa e..."

Angelo Anquilletti è un nome che ai tifosi del Milan evoca bei ricordi. I più anziani lo ricordano in campo, per 11 stagioni in maglia rossonera. "Anguilla" giocò tra il 1966 e il 1977: era uno degli scudieri di Gianni Rivera. Terzino destro roccioso e protagonista nelle grandi vittorie di quegli anni. Nel suo palmares: 1 Scudetto, 1 Coppa dei Campioni (4-1 sull'Ajax del giovane Cruijff a Madrid nella stagione 1968-1969), 1 Intercontinentale (contro l'Estudiantes, in quella drammatica doppia sfida che vide il Milan alla Bombonera tra falli violenti ai danni dei rossoneri - una vera caccia all'uomo - e l'arrresto di Combin), 2 Coppe delle Coppe e 4 Coppe Italia. Con 418 presenze in gare ufficiali.
E' morto a gennaio, ad appena 71 anni. La sua famiglia però oltre al dramma della sua scomparsa sta affrontando anche quello economico. La moglie Elsa e i figli William e Roberto (47 e 42 anni) sono sul lastrico.
"Mio padre pensava che tutti fossero come lui. Onesti, lavoratori, puliti. Ma intorno al calcio, allora come oggi, si muove un ambiente di finti amici, spesso lavorano nelle banche o nell'edilizia, propongono affari enormi che quasi sempre si rivelano solenni fregature (una clinica odontoiatrica e una ditta metalmeccanica, ndr)", ha detto il figlio William a Repubblica.
Dai fallimenti dell'autolavaggio aperto con William alla videoteca aperta con l'altro figlio, Roberto. Nel 2014 Anquilletti scopre di avere un tumore al duodeno: "Il Milan gli ha fatto un contratto da osservatore - dice William - ben sapendo che non avrebbe avuto la possibilità di andare in giro per i campi. Erano più di duemila euro al mese".
Poi arriva la morte dell'ex giocatore del Milan: "Il funerale non avevamo i soldi per pagarlo, ha provveduto un gruppo di solidarietà. Adesso tiriamo avanti in due con la pensione da 600 euro di mia madre. Mangiamo quasi sempre pasta in bianco, mia madre ha venduto i pochi gioielli cha aveva, io e mio fratello siamo disoccupati".
L'appello: "Accetterei qualunque lavoro".
La famiglia Anquilletti rischia di perdere la villetta con giardino a Bellusco: "Non potremmo permettercela, pensavamo di venderla, ma non possiamo perchè è ipotecata. L'abbiamo scoperto solo dopo la morte di mio padre, che doveva 50mila euro al creditore. Le prime due aste sono andate deserte, la terza sarà libera e gli immobiliaristi sperano di pagarla un terzo di quello che vale."
E spiega:"Con 50mila euro potrei annullare l'ipoteca, poi vendere la casa a un prezzo di mercato e da quello stornare i 50mila euro e ridarli a chi li ha anticipati. Non sto chiedendo la carità, sarebbe una specie di prestito. Ho scritto anche al presidente Berlusconi, ma sono sicuro che non ha letto la mia lettera". "Ho deciso di rendere pubbliche le difficoltà della mia famiglia, cosa che mio padre non avrebbe mai fatto, perchè a questo punto non so cos'altro potrei fare".