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Antonio Conte non fa il miracolo come con Juventus e Chelsea, l'Inter affonda
Antonio Conte (Lapresse)

Antonio Conte non fa il miracolo come con Juventus e Chelsea, l'Inter affonda. Addio scudetto

Antonio Conte aveva abituato bene i tifosi e i dirigenti: scudetto al primo colpo da allenatore della Juventus  (ereditata dopo due settimi posti) nel 2011 strappandolo al Milan di Ibrahimovic e Thiago Silva. Poi titolo subito in Premier League alla guida del Chelsea nel 2017, vincendo un campionato in cui i blues non erano certo i primi favoriti (e anche lì, la squadra arrivava da un decimo posto).

Qualche tifoso nerazzurro aveva sperato che il detto 'non c'è due senza tre...' potesse essere una regola con cui piegare la Juventus reduce da un'egemonia lunga otto anni.  Invece il tricolore anche quest'anno probabilmente sarà a tinte bianconere (salvo recuperi di una Lazio affondata a -7 dopo il ko interno contro il Milan).

L'Inter no, l'Inter è fuori da giochi. L'1-2 in casa contro il Bologna è stato la sentenza finale (partita che sembrava in controllo: 1-0 con Lukaku che poi ha lasciato a Lautaro il rigore del possibile 2-0 e lì il match è girato): 11 punti di distacco da Cristiano Ronaldo e soci a otto giornate della fine sono un distacco che ragionevolmente non potrà essere colmato. Anzi, ora la squadra di Conte dovrà anche guardarsi dall'assalto della sempre più spettacolare Atalanta di mago Gasperini piombata a -1 e vede a rischio persino il terzo posto (pur se potrebbe anche dare l'assalto al secondo, Lazio con 'soli' cinque punti di vantaggio e lontana dai livelli di gioco e risultati toccati prima del lockdown). Non che cambi molto nel concreto: comunque sia l'obiettivo della qualificazione alla prossima Champions League non è in discussione (la Roma quinta e in crisi è a 16 punti) e una posizione in più o in meno sposta poco il discorso.

Tutto sarebbe stato diverso se fosse arrivato quello scudetto che manca dal 2010 (l'anno del Triplete...), conquistato da 'sfavoriti' contro l'invincibile juventus. Invece nulla. Va sottolineato: rispetto a un anno fa l'Inter viaggia con otto punti in più, ma allo stesso tempo è altrettanto giusto ricordare che il club nerazzurro è reduce da campagne acquisti che, tra estate e inverno, hanno portato a Milano gente come Lukaku, Eriksen, Sensi e Barella.

"La delusione è enorme, almeno per quello che mi riguarda. Mi auguro che questa delusione che io sento sia avvertita anche dai calciatori almeno per l'1%. Una partita da portare a casa in carrozza, ma siamo riusciti a perderla". ha detto Antonio Conte dopo la sconfitta con il Bologna. "Sono arrabbiato con me stesso, perché sono il responsabile. Ho le mie responsabilità, sono io a indirizzare la situazione ed è giusto che sia molto arrabbiato prima di tutto con me stesso. Poi penso che anche i calciatori debbano esserlo con loro stessi. Le situazioni si valutano solo affrontandole. Per me questo è il primo anno di lavoro con l'Inter e ho preso un pacchetto preconfezionato, con tante situazioni da migliorare. Al tempo stesso, dico anche che è giusto metterci tutti in discussione, io per primo. Sono stato chiamato qui per un progetto vincente e per riportare l'Inter a vincere. Chiaramente la vittoria non arriva dall'oggi al domani, ma tante situazioni lasciano molta amarezza: pensi di essere a un livello e invece sei a uno molto più basso. Da qui alla fine dovremo dimostrare tutti di meritare l'Inter. Altrimenti è giusto prendere anche altre decisioni. Alle grandi squadre certe cose non accadono, noi non siamo una grande squadra e dobbiamo diventarlo".

Il campionato è andato e il tecnico salentino dovrà attendere il prossimo anno per provare a riconquistare quello scudetto che a lui manca dal 2014 (l'anno in cui lasciò la Juve dopo il tris tricolore in panchina), la Coppa italia persa. Resta l'Europa League per provare a vincere un titolo importante in questa stagione nerazzurra...

 

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