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Italia ripescata ai mondiali, la Fifa si piega all'Iran pur di non mandarci

La protesta delle donne cambia tutto: come si può accettare l’Iran ai Mondiali in Qatar?

Ci vollero 70 morti per espellere l’ignobile Sudafrica dell’apartheid dai mondiali di calcio. Oggi le donne in Iran non possono assistere alle comuni partite di calcio. E si fa finta di non vedere né più né meno di come si fece con il Sudafrica negli anni ‘50.
Nel 2019 la Fifa ha chiesto all’Iran la presenza del pubblico femminile negli stadi, cosa vietata, avvertendo che avrebbe rischiato l’esclusione dal mondiale del 2022. La mediazione col governo iraniano è stata che le donne possono accedere agli stadi durante le partite della nazionale e solo in quei casi. Ma di nuovo a marzo di quest’anno le donne sono rimaste fuori dallo stadio per la gara della nazionale contro il Libano. La Fifa non ha fiatato. 

Anche con la ferocia della segregazione razziale la Fifa ammetteva il Sudafrica dell’apartheid ai mondiali, fino al 1960 quando un migliaio di neri si riunì a Sharpeville per protestare pacificamente. La polizia del governo bianco segregazionista uccise 70 persone e fece più 180 feriti. Solo in quel momento il Sudafrica venne espulso.
Ci vorrebbero le proteste delle donne di tutto il mondo per cambiare la situazione e imporre all’Iran l’accesso delle donne agli stadi oppure escluderlo dal mondiale di calcio del 2022. In quel caso verrebbe anche ripescata l’Italia, prima nel ranking Fifa delle nazionali non qualificate.

“La Fifa è sempre stata ambigua”, racconta ad Affaritaliani l’ex parlamentare Souad Sbai che si è occupata da sempre della condizione delle donne musulmane, “in Iran c’è una situazione drammatica per le donne. Bene la partecipazione alle partite della nazionale. Ma la Fifa dovrebbe essere più decisa. Perché le donne non possono assistere alle altre partite? Infettano? Non bisogna far finta. La mia idea è che questi Paesi che non rispettano i diritti delle donne e i diritti umani non devono partecipare. Guardate alla finale delle supercoppa italiana Milan-Juventus di qualche anno fa giocata in Arabia Saudita. Nacque una polemica internazionale sul divieto alle donne di assistere che poi vennero accettate su pressione italiana e parteciparono in massa”.
E ancora: “Già il fatto di assegnare al Qatar il mondiale ne è la prova, quando in materia di diritti umani stanno a zero. Con tanti morti per costruire gli stadi…”.

Abbiamo chiesto un parere anche a Gioia Virgilio, coautrice del libro “Donne e sport. Analisi di genere continua”. La condizione dell’Iran è in qualche modo accettabile?: “No, è pazzesco. Bisognerebbe imparare da Paesi come la federazione calcistica tedesca, lo scrivo nel mio libro. Ha decretato nel 2019 che non sarà più consentito alla nazionale tedesca di giocare in Paesi dove le donne non hanno libero accesso agli stadi. Certi valori, ha detto il presidente della federazione tedesca, non sono negoziabili”.
Sarebbe giusto che la Fifa non accettasse la partecipazione dell’Iran! 

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Virgilio: “Sì, potrebbe farlo. Ma la Fifa è ambivalente, da un lato vuole includere tutti poi però accetta situazioni terrificanti. Queste donne sfidano delle norme sociali e vanno incontro a repressione e condanne pur di migliorare le proprie condizioni di partenza in tutte le occasioni. Non si può chiudere gli occhi. Bisogna fare qualcosa”.


 


 

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