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BPER: l’agroalimentare si conferma pilastro dell’economia nazionale e conquista la leadership europea nel settore primario
Lazzari (BPER): "Il nostro obiettivo è accompagnare la filiera nella transizione tecnologica e sostenibile, con soluzioni finanziarie dedicate e una forte attenzione al credito agrario"

BPER: il settore agroalimentare accelera con oltre 44 miliardi di valore aggiunto, guida la classifica europea nel primario e spinge nell'export
Il settore agroalimentare si conferma uno dei pilastri dell’economia nazionale, contribuendo in maniera decisiva alla crescita e alla competitività del Paese. È quanto emerge dal Rapporto sull’Economia Agroalimentare 2025 di BPER, realizzato dall’Ufficio Studi, Ricerche e Innovazione della Banca, che fotografa un comparto in espansione e con un ruolo strategico anche sul piano internazionale.
Il valore aggiunto dell’agricoltura ha raggiunto i 44,4 miliardi di euro, con un incremento del 9% rispetto all’anno precedente, permettendo all’Italia di conquistare la leadership europea, superando Francia e Spagna. Anche l’industria alimentare mostra segnali di ripresa, con un valore aggiunto pari a 37 miliardi di euro (+3,5%), collocandosi al terzo posto nell’Unione Europea. La crescita riguarda tutte le regioni, con particolare slancio al Sud, ma i principali poli produttivi restano Lombardia, Veneto e Sicilia. La filiera, con un fatturato complessivo di oltre 676 miliardi di euro, vanta 69 miliardi di export (+7,5%) e un saldo positivo nei prodotti trasformati di 14,2 miliardi, trainato dalla domanda estera.
Anche le attività secondarie sono in espansione, dagli agriturismi alla produzione di agroenergie. L’agricoltura contribuisce oggi per l’11% alla produzione di energia rinnovabile nazionale, con prospettive di crescita fino al 22% entro il 2030. Il rapporto segnala tuttavia alcune criticità: dazi, accesso al credito, innovazione tecnologica, sostenibilità e ricambio generazionale. Le imprese agricole guidate da under 35 sono appena 52.700, pari al 7,5% del totale. Inoltre, l’eventuale imposizione di tariffe su tutti i prodotti agroalimentari europei potrebbe penalizzare le esportazioni e alimentare il fenomeno dell’“Italian sounding”. Tra le direttrici di sviluppo individuate spiccano l’agri-tech e la digitalizzazione, con applicazioni che spaziano dall’agricoltura 4.0 alla gestione intelligente delle colture. L’accesso al credito resta un fattore chiave per sostenere gli investimenti in queste tecnologie.
Eliana Chessa, Responsabile Ufficio Studi, Ricerche e Innovazione di BPER, sottolinea come l’agroalimentare coinvolga in Italia 1,4 milioni di addetti e oltre 700 mila imprese. "Per la Banca il sostegno a questa filiera è un impegno concreto verso un comparto che rappresenta identità, territorio e futuro. La riduzione dei tassi di interesse da parte della BCE ha creato le condizioni per rilanciare la domanda di finanziamenti a supporto della crescita imprenditoriale”.
Marco Lazzari, Responsabile del Servizio Agri Banking di BPER, aggiunge: “Il nostro obiettivo è accompagnare la filiera nella transizione tecnologica e sostenibile, con soluzioni finanziarie dedicate e una forte attenzione al credito agrario. Siamo al fianco di chi investe in digitalizzazione, energie rinnovabili, sistemi di mitigazione dei rischi climatici e, in generale, in sostenibilità e innovazione, valorizzando il contributo di donne e giovani, forze propulsive fondamentali per lo sviluppo del settore”.