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Pensioni, Ape sociale: 4 date calde. Ape volontaria annuncio. Riforma pensioni news

Pensioni, Ape sociale e Ape volontaria, età pensionabile e quattordicesima: news sulle pensioni
Pensioni, Ape Sociale: 4 date calde sulla riforma pensioni
Pensioni, ecco le 4 date legate all'Ape sociale per presentare domanda e ricevere risposta.
15 luglio 2017: domanda di riconoscimento del diritto Va presentata la domanda all’INPS entro questa data
15 ottobre 2017: INPS risponde. Se la risposta Inps avviene con decorrenza differita, significa che non ci sono i soldi a disposizione e che la data di decorrenza sarà differita.
30 novembre: Ape sociale, è possibile presentare in ritardo la domanda dal 16 luglio – 30 novembre.
31 dicembre: INPS deve rispondere entro il 31 dicembre, si, no, si con decorrenza differita. Come nel caso del 15 ottobre, ma in quest'occasione per la domande presentate in ritardo.
Pensioni, Ape volontaria: l'annuncio di Gentiloni. RIFORMA PENSIONI NEWS
L'APE volontaria dovrebbe arrivare entro l'estate. Lo ha spiegato il premier Paolo Gentiloni al TG1. "Dobbiamo tradurre i numeri positivi in riduzione delle diseguaglianze", ha detto. Riferimento anche alla 14ma in arrivo per la prima volta a molti pensionati. C'è molta attesa sull'Ape volontantaria, visto che diversi aspiranti pensionati non avevano potuto accedere all'APE sociale o alla Quota 41. I ritardi sui decreti attuativi hanno però creato molto caos su questo fronte.
Pensioni: Cgil, il 4 sul tavolo garanzia per giovani e eta'. Riforma pensioni i temi caldi
Le priorita' che i sindacati porranno al governo nell'incontro 'tecnico' sul sistema previdenziale, fissato il 4 luglio, sono le Pensioni contributive di garanzia per i giovani e la modifica della legge che impone la revisione dell'eta' pensionabile in relazione alle aspettative di vita. Lo riferisce all'Agi Roberto Ghiselli, segretario confederale della Cgil. "Dobbiamo dare risposte ai giovani che hanno carriere fragili e discontinue. Lo strumento non e' certo il ricorso alla previdenza complementare, perche' chi non riesce a costruire il primo pilastro non puo' neanche costruire il secondo". Ghiselli ritiene quindi che il tema non sia quello di adottare modelli flessibili nella previdenza integrativa, come indicherebbe il consigliere economico di Palazzo Chigi Marco Leonardi dalle colonne di Repubblica, riferendosi alla Rendita integrativa temporanea anticipata (Rita) voluta da Matteo Renzi. La proposta dei sindacati e' di introdurre "meccanismi di carattere solidaristico nel sistema contributivo imperniato sulla previdenza pubblica". "Si tratta - spiega Ghiselli - di premiare la presenza e l'attivita' nel mondo del lavoro, non di dare a tutti una pensione minima garantita. A chi e' disoccupato e segue un periodo di formazione, chi ha il part time, chi fa lavori di cura, chi ha contributi bassi come collaboratori, lavoratori pagati con i voucher, colf che lavorano poche ore: a tutti costoro va valorizzato un periodo contributivo ulteriore". Tutto cio' a carico della fiscalita' generale. "L'intervento e' a carico dello Stato ma il meccanismo che proponiamo costa meno della pensione minima per tutti e degli interventi assistenziali di soccorso alla poverta'. Inoltre, e' un sistema virtuoso contro l'evasione contributiva, perche' i contributi troppo bassi per maturare una pensione vanno di fatto perduti".
PENSIONI E L'INCREMENTO DELL'ETA' PENSIONABILE
L'altro nodo che i sindacati vogliono sciogliere e' quello dell'incremento dell'eta' pensionabile, che verrebbe deciso da un decreto 'direttoriale' del ministero dell'Economia di concerto con il Lavoro in caso di innalzamento delle aspettative di vita da parte dell'Istat: "Chiederemo che sia modificata la legge", spiega Ghiselli. Martedi' dovrebbe pero' anche partire il confronto sulla cosiddetta 'fase 2' dell'intesa tra sindacati e governo, centrata sulla previdenza complementare. Gli obiettivi sono estendere le adesioni e favorire gli investimenti dei fondi nell'economia reale. "Temi importanti ma le urgenze sono altre", sottolinea il sindacalista. "Riteniamo che occorra introdurre il riconoscimento contributivo del lavoro di cura", modificando i coefficienti di trasformazione per consentire a chi ha sospeso il lavoro per accudire un familiare, di avere i contributi necessari per andare in pensione. Altri punti di discussione sono le modifiche all'Ape social per quanto riguarda i lavoratori edili, i disoccupati e altre categorie di persone che svolgono lavori gravosi; la diversificazione delle speranze di vita per tipologia di lavori svolti; le norme sull'anticipo pensionistico laddove si consente di andare in pensione a chi ha maturato un assegno di 2,8 volte la pensione minima ("e' discriminante, cosi' possono anticipare la pensione solo quelli che hanno redditi alti"); il meccanismo di rivalutazione ("chiediamo di adottare meccanismi a scaglioni"). "Speriamo di ottenere delle risposte precise e concrete dal governo - conclude - che abbiano ricadute sulla manovra del prossimo anno".
PENSIONI: DAMIANO, BENE QUATTORDICESIMA MA C'ERA GIA' CON PRODI
"Nel tempo della politica superficiale, nel quale basta mettere il proprio marchio ai risultati, siamo convinti che serva qualche approfondimento. La quattordicesima ai pensionati più poveri viene erogata dal 2008. È stata una decisione del Governo dell'Unione, quando Prodi era Presidente del Consiglio e io ministro del lavoro, ed è il frutto positivo della concertazione dell'epoca. Anche quest'anno verrà pagata, e sarà il decimo consecutivo". Lo dichiara Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro alla Camera. "Non è, dunque - prosegue - una misura del Governo Renzi. A Renzi va reso il merito di aver dato continuità a quella scelta e di averla migliorata, alzando la soglia di chi la può percepire dai 750 ai 1.000 euro mensili. E di averlo fatto contro il parere di molti, a partire dal Presidente dell'Inps Boeri". "A noi, commissione lavoro della Camera -continua Damiano - insieme a Cgil, Cisl e Uil, va dato il merito di aver fatto una battaglia senza esclusione di colpi per questo obiettivo e di aver convinto il Governo". "Risultato del quale, insieme a Renzi, siamo orgogliosi. È questo l'esempio classico che dovrebbe insegnare a sostituire l'io con il noi. Almeno per questa volta. Buona quattordicesima a tutti", conclude.
Pensioni quattordicesima: a chi spetta e quando arriva. Tutte le info
Pensioni, Boeri: C'è problema generazionale. RIFORMA PENSIONI ALLARME GENERAZIONI
Non solo Papa Francesco contro le Pensioni d'oro e "la società stolta e miope che costringe gli anziani a lavorare troppo a lungo e obbliga una intera generazione di giovani a non lavorare". Anche il presidente Inps Tito Boeri, e non da oggi, accende i riflettori sul tema. Sulle Pensioni "c'è un problema generazionale molto forte nel nostro Paese", ammette nel corso di un'audizione in commissione Affari costituzionali alla Camera.L'occasione è l'esame da parte della prima commissione di Montecitorio della proposta di legge costituzionale presentata dal presidente Andrea Mazziotti che introduce all'art. 38 della Costituzione il principio di equità generazionale delle Pensioni.
PENSIONI, INPS E L'ALLARME DI BOERI
I numeri presentati da Boeri parlano chiaro: sono i giovani fino a 17 anni, e in generale fino a 34, con punte che superano il 10% della popolazione, a rientrare più delle altri classi di età in quella che viene definita 'povertà assoluta', mentre a loro vengono destinate solo le briciole delle risorse. La spesa complessiva delle prestazioni previdenziali per gli under 40 è pari al 4%, mentre l'88% va agli over 60. Stesso discorso vale per i sussidi di disoccupazione che vanno per il 64% agli over 40. Nel frattempo la percentuale di poveri under 35 negli ultimi 5 anni è più che raddoppiata. "E' importante - ha sottolineato Boeri - che la Costituzione faccia esplicita menzione del rapporto tra le generazioni, in termini di equità e solidarietà, e questa legge va in questo senso". Quando si valutano provvedimenti di riforma sulle Pensioni, è l'inciso del presidente Inps, le relazioni tecniche "guardano spesso al breve periodo, ma sulle riforme previdenziali dobbiamo sempre guardare al lungo periodo. Bisogna guardare che cosa accadrà alle generazioni future e quale sarà l'onere per le generazioni future".Oltre alle Pensioni d'oro, definite uno scandalo persino dal Papa - è invece l'appello di Mazziotti, autore della proposta di legge sottoscritta circa 50 parlamentari di maggioranza e opposizione - dobbiamo pensare alle Pensioni di carta. I dati illustrati dal presidente Boeri raccontano di un sistema di welfare spaventosamente sbilanciato a favore dei vecchi di oggi e a svantaggio dei giovani di oggi e dei vecchi di domani. Nessuno vuole tagliare le Pensioni agli anziani, come qualcuno va dicendo, vogliamo semplicemente obbligare la politica ad alzare lo sguardo al futuro e pensare ai giovani quando decide di Pensioni e di welfare".