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Osimhen-Napoli, il retroscena: "Mai stato al Lille. Usato come plusvalenza"

Osimhen-Napoli, uno dei giovani coinvolti nell'operazione, Luigi Liguori, racconta di essere stato usato come plusvalenza ma di non essere mai stato a Lille

La Juventus è la squadra maggiormente coinvolta nell'indagine sulle pluvalenze fittizie, soprattutto per quanto riguarda il passaggio di Cristiano Ronaldo al Manchester United, ma non è l'unica. Anche il Napoli è finito nel mirino della Covisoc e in particolare per il trasferimento di Victor Osimhen dal Lille nell'estate dell'anno scorso. Oggi è stato svelato un nuovo retroscena sull'operazione da parte di uno dei giocatori coinvolti. La rivelazione è partita da Luigi Liguori, giovane attaccante che nel 20220 era in prestito alla Fermana in Serie C, il cui cartellino era stato valutato 4 milioni di euro ma che non si trasferì mai in Francia, così come il terzo portiere Karnezis e altre due promesse del club partenopeo.

Osimhen-Napoli, Luigi Liguori racconta la sua esperienza: "Mai stato a Lille. Mi hanno rovinato la carriera usandomi come plusvalenza"

"A giugno mi chiamò il Napoli e mi disse: vieni a Castel Volturno, dobbiamo parlare. Siamo andati io e il mio procuratore, la società ci ha offerto due opzioni: potevo rinnovare per un anno e restare, o accettare di andare al Lille e firmare per tre anni, entrando nell’operazione Osimhen. Voi che avreste fatto? Ne ho parlato con il mio agente e ho accettato. Il 30 giugno abbiamo firmato con il Lille. Però non siamo mai andati a Lille. Nemmeno per firmare. Hanno mandato i contratti a Napoli e abbiamo firmato a Castel Volturno", ha dichiarato Liguori in una intervista a La Repubblica. Lui, Karnezis e gli altri due giovani dopo essere rimasti in prestito in Italia per un'altra stagione rifiutarano il trasfermerimento al club francese.

"Noi non volevamo più andare in Francia,  - continua Liguori, oggi all'Ercolano in Serie D - allora ci hanno proposto di lasciare sul tavolo i due anni di contratto e accettare una buonuscita. Purtroppo io non sapevo tutto. Loro non è che ti dicono che volevano fare plusvalenza. Ci hanno detto solo: il Lille vuole tre giovani e noi abbiamo pensato a voi. Poi col passare delle settimane abbiamo scoperto tutto, ma ormai eravamo coinvolti, non potevamo più fare nulla. Con gli altri due ragazzi coinvolti nell’operazione ci sentiamo spesso e tra di noi ci diciamo: noi avevamo tre anni di contratto. Ci siamo bruciati per 'colpa' del Napoli. Perché noi non sapevamo nulla".

Il Napoli è stato poi indirettamente coinvolto anche in un'altra indagine della Procura sulle commissioni ai procuratori. Gli inquirenti hanno infatti richiesta documentazione per valutare la posizione di Fali Ramadani, procuratore di Koulibaly, e del collega Pietro Chiodi. Le accuse per i due sono di reati fiscali, riciclaggio e autoriciclaggio. Il club invece non è indagato ma considerato soggetto terzo in grado di fornire prove utili all'inchiesta.

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