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Campionato al via, chi sfida la Juve? La Serie A si rilancia

di Lorenzo Lamperti
@LorenzoLamperti
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Va bene, non avremo Lionel Messi o Cristiano Ronaldo. Ma adesso in fondo al tunnel sembra spuntare una luce. Il calcio italiano imbocca con decisione la strada del rilancio. La finale di Champions League raggiunta dalla Juventus (e persa, ma questo è un dettaglio se si incontrano i marziani del Barcellona) a cinque anni dall'impresa dell'Inter di Mourinho ha dato la scossa. Il ritorno agli antichi fasti degli anni Novanta è quasi impossibile, almeno al momento, ma l'obiettivo di raggiungere livelli più consoni sia per quanto riguarda la spettacolarità della Serie A sia per quanto concerne i risultati nelle coppe europee si può raggiungere, anzi si deve.

JUVE: CAMBIARE PER VINCERE ANCORA. Pirlo, Vidal, Tevez. Sono i tre pezzi da novanta che la Juventus ha perso tutti in una volta. Un patrimonio di tecnica e ancor prima di personalità che sarà impossibile rimpiazzare. Ma la dirigenza bianconera non ne ha fatto un dramma, ha rispettato le scelte personali di Andrea e Carlitos sbolognando appena possibile l'indisciplinato cileno, e ha cambiato. Ha iniziato un percorso di rinnovamento coraggioso ma con uno sguardo al futuro. Arrivata al culmine del suo ciclo, la Juve non ha fatto l'errore che avevano commesso in tempi passati Milan (nel 2007) e Inter (nel 2010). Se le due milanesi avevano ricoperto di gloria e onori gli eroi di Atene e Madrid rifiutando offerte milionarie nel tentativo di perpetuare cicli che avevano ormai evidentemente già raggiunto il picco più alto, a Torino hanno capito che dopo la finale persa col Barça bisognava cambiare qualcosa. La rosa è stata allestita con intelligenza per l'immediato (Mandzukic) e soprattutto per il futuro (Dybala, Rugani). E arriverà almeno un trequartista di livello. I bianconeri potrebbero anche fare fatica per un anno, ma si sono assicurati la possibilità di tornare al vertice in Europa in breve tempo. E spodestarli dal trono in Italia sarà, ancora una volta, molto difficile.

ROMA: I PRIMI SFIDANTI. Salah, Dzeko, Iago Falque (più Gervinho, Ibarbo, Iturbe, Ljajic e, ovviamente Totti). Un parco attaccanti simile in Italia non ce l'ha nessuno. Anzi, semmai c'è fin troppo tanto che si sta cercando di piazzare qualche esubero. La Roma è sulla carta ancora una volta la prima pretendente al trono bianconero. Sabatini ha saputo creare per l'ennesima volta una rosa in grado di abbinare quantità e qualità. Il dramma di Strootman può creare qualche problema in mezzo al campo, ma la conferma di Nainggolan è stato il colpo più importante dell'estate. In difesa va ancora trovata la quadratura dopo la cessione di Benatia e andrebbe risolto l'equivoco tattico di Florenzi. Se Rudi Garcia diventa meno umorale, posa il violino e se si fa giocare Florenzi dove gli compete (esterno alto nel 4-3-3) i sogni potrebbero anche tramutarsi in realtà.

NAPOLI: SEMPLICITA' ARMA VINCENTE. Per due anni il Napoli ha giocato sempre e comunque con un solo modulo: 4-2-3-1. E, cosa ancor più preoccupante, sempre in un solo modo, con lo stesso atteggiamento. Al di là dei numeri, con Rafa Benitez questa era una squadra sempre uguale a se stessa e nel suo modo di stare un campo. Un punto di forza ogni tanto, un punto debole ancora più spesso. L'arrivo di Sarri è stato il rinforzo più importante per la società di De Laurentiis. Il mister toscano ha sperimentato molto durante l'estate ma scommettiamo che sarà in grado di far funzionare il giocattolo e soprattutto di sfruttare le qualità del materiale umano a disposizione. Hamsik può tornare ai suoi livelli d'accordo, ma anche Insigne liberato dai compiti di copertura sulla linea laterale può tornare quello di Pescara. Gli acquisti, da Chiriches a Valdifiori, da Hysay ad Allan, sono tutti funzionali e intelligenti. Se Higuain ha più voglia dell'anno scorso nulla è precluso.

LE MILANESI: AMBIZIONI RITROVATE. Dopo anni di disastri annunciati, campagne acquisti sparagnine e votate al risparmio e ai parametri zero, e soprattutto dopo una sfilza di quinti, ottavi e noni posti è venuto il momento della rinascita. Inter e Milan non possono più accontentarsi di avere come obiettivo quello di evitare il preliminare di Coppa Italia ("impresa" non riuscita ai rossoneri di Inzaghi lo scorso anno). Ora la città più titolata al mondo (nessun'altra città ha vinto la Champions League con due diverse squadre) deve svegliarsi sul serio. Thohir e Berlusconi non hanno badato a spese. Mancini aveva chiesto 9 acquisti, probabilmente andrà vicino a ottenerli. L'entusiasmo che si era acceso subito con l'arrivo di Kondogbia è un po' calato nel corso di un precampionato fatto di sconfitte e confusione. Ma il tasso tecnico dei nerazzurri è cresciuto molto, nonostante la partenza di Kovacic. Se arrivano un esterno offensivo di valore e un centrocampista con personalità Roberto Mancini non avrà alibi e dovrà puntare convinto alla Champions. Il Milan, da parte sua, si è affidato dall'ex nerazzurro Sinisa Mihajilovic per tornare grande. Alla coda di un'estate vissuta col sogno (o chimera?) Ibrahimovic, ci si è accorti che Bacca e Luiz Adriano sono due signori giocatori. Il colpo Romagnoli può blindare la difesa. Ok, lo svedese è un fenomeno ma l'impressione è che manchi più che altro un centrocampista dai piedi buoni. In attesa anche di mister Bee, i soldi sono usciti dal portafoglio di Silvio Berlusconi. Di sicuro, dopo le improvvisazioni degli ultimi anni (Seedorf, Inzaghi) a Milanello siamo tornati alla realtà. E questo non può che fare bene.

LE ALTRE. Resta ovviamente da non sottovalutare la Lazio, che dopo la meritatissima qualificazione ai preliminari di Champions cerca di ripetersi. Non sarà per niente facile, perché le altre si sono rinforzate molto e ai biancocelesti sembra mancare qualcosina, in particolare davanti. Pioli però è un ottimo manico, sono arrivati dei giovani interessanti come Kishna. Resta da capire, nel caso come sperano tutti le cose vadano bene a Leverkusen, se la squadra sarà in grado di reggere il doppio impegno. Ambizioni legittime di Europa anche per la Fiorentina, che ha chiuso il lungo capitolo Montella, fatto di tanto bel gioco ma di pochi risultati, e ha iniziato quello di Paulo Sousa. L'acquisto più importante per i viola può essere il ritorno di Pepito Rossi, ma questo può essere anche l'anno dell'esplosione di Bernardeschi. Come possibile outsider va sempre tenuto conto del Genoa, che Preziosi e Gasperini stanno per l'ennesima volta rimodellando. La Sampdoria di Zenga è partita male con l'eliminazione choc dall'Europa League e sembra partire un passo indietro, anche perché si porterà dietro l'equivoco Cassano. Tra le cosiddette "piccole", c'è molta curiosità per il Bologna, che al ritorno in A sta costruendo grazie a Pantaleo Corvino una squadra di tutto rispetto. Nella lotta per la salvezza partono ovviamente sfavorite le matricole Carpi e Frosinone, alla prima apparizione in A, ma la storia del Sassuolo (a proposito, i neroverdi si sono rinforzati con Defrel, Duncan e occhio al talentino Politano) insegna che non c'è nulla di scontato.
I PROTAGONISTI. Nel complesso, questa estate 2015 può segnare la rinascita del nostro calcio. Dopo anni di apatia e immobilismo c'è stato un vero calciomercato. Sono arrivati non solo ex campioni sul viale del tramonto o giovani sconosciuti. Stavolta sono arrivati giocatori affermati ma nel pieno della carriera come Dzeko, Bacca e Mandzukic e giovani talenti che hanno già impressionato l'Europa come Kondogbia. E' vero, qualcuno è andato via, ma nel complesso sembra davvero che il livello medio delle nostre squadre sia migliorato. Per questo, nonostante la precoce eliminazione della Sampdoria, possiamo nutrire la speranza che, oltre a regalarci un campionato più combattuto e spettacolare, i nostri club sappiano farsi rispettare anche in Europa per mettere davvero nel mirino l'obiettivo di recuperare la quarta squadra in Champions. Non saranno più gli anni '90, ma non è più impossibile come sembrava fino a qualche mese fa.